Rapporto sulla stabilità finanziaria n. 2 - 2011

Il deterioramento delle prospettive di crescita acuisce le tensioni finanziarie - Il peggioramento delle prospettive di crescita dell'economia mondiale ha rafforzato i timori circa la solidità degli emittenti, sia pubblici sia privati, con alto indebitamento. Le tensioni hanno investito il sistema bancario internazionale, facendo emergere rischi per la stabilità finanziaria a livello globale. Nell'area dell'euro la crisi del debito sovrano si è estesa all'Italia e alla Spagna. Vi hanno contribuito difficoltà nell'attuare adeguate politiche di contrasto della crisi da parte delle autorità.

Si teme che la debolezza ciclica possa prolungarsi nel tempo... - Emergono timori che la fase di debolezza dell'economia mondiale possa protrarsi nel tempo, con possibili ripercussioni negative sulle decisioni di consumo e di investimento.

...per effetto delle necessarie misure correttive sui conti pubblici... - I maggiori paesi avanzati stanno intensificando gli sforzi, necessari, per risanare i conti pubblici. In assenza di riforme strutturali in grado di agire sulle aspettative di reddito futuro e di sostenere la domanda, misure di consolidamento fiscale attuate simultaneamente in più paesi potrebbero tuttavia innescare una spirale negativa tra il calo dell'attività produttiva e il deterioramento delle finanze pubbliche.

...del deleveraging del settore privato... - Il grado di leva finanziaria di famiglie e imprese rallenta o si riduce, soprattutto nelle economie con livelli elevati di indebitamento. Se eccessivamente rapida e diffusa, questa tendenza - pur necessaria - rischia anch'essa di deprimere la domanda.

...e delle difficoltà del settore bancario - Nell'area dell'euro le tensioni sul debito sovrano si ripercuotono sulle capacità di raccolta a medio e a lungo termine delle banche e sulla loro valutazione da parte dei mercati. Nel breve termine l'offerta di fondi da parte dell'Eurosistema consente agli intermediari di far fronte alla illiquidità dei mercati della raccolta all'ingrosso. Il prolungarsi delle tensioni rischia tuttavia di provocare una contrazione dei bilanci bancari e un inasprimento delle condizioni di offerta di credito.

La crisi del debito rappresenta il principale fattore di rischio macroeconomico - La crisi del debito in Europa rappresenta il principale fattore di rischio per l'economia mondiale. Gli scenari discussi in questo Rapporto tengono conto dell'aggravamento registrato nei mesi scorsi; si basano sull'ipotesi che le azioni di contrasto già decise, o che potranno essere definite in futuro, eviteranno il materializzarsi degli scenari peggiori.

L'Europa necessita di una strategia complessiva di risoluzione della crisi - Nei mesi a cavallo tra il 2008 e il 2009 le autorità europee intervennero con successo per ricapitalizzare le banche e per garantirne la raccolta. Nell'attuale contesto i margini per interventi da parte del settore pubblico sono limitati: le difficoltà delle banche sono strettamente connesse con quelle degli emittenti sovrani. Le misure decise in ottobre dal Consiglio europeo affrontano allo stesso tempo i due problemi attraverso il rafforzamento della capacità di azione dello European Financial Stability Facility (EFSF), l'adozione di un nuovo programma di sostegno alla Grecia, la predisposizione di un piano di ricapitalizzazione dei maggiori intermediari e la concessione di garanzie alle emissioni di obbligazioni bancarie. Rivestono particolare importanza le modalità di attuazione di queste misure, in via di definizione.

L'economia italiana presenta debolezze, ma anche punti di forza - Nel giudizio degli investitori l'Italia risente dell'alto debito pubblico e, soprattutto, della bassa crescita. Ma il nostro paese presenta elementi di forza quali il contenuto livello del disavanzo di bilancio rispetto ad altre maggiori economie, il basso indebitamento del settore privato, la solidità delle banche, il limitato debito estero. Il Governo prevede che nel prossimo triennio il rapporto debito/PIL diminuisca significativamente; se gli obiettivi di risanamento saranno rispettati, nostre elaborazioni indicano che il rapporto si ridurrebbe o si stabilizzerebbe anche qualora i rendimenti dei titoli di Stato registrassero significativi aumenti. Per ridurre in maniera permanente il rischio sovrano sono tuttavia necessarie misure volte a innalzare il potenziale di crescita, che in questa fase sono strettamente collegate con la stabilità finanziaria. Gli impegni presi in sede europea per un'incisiva azione di riforma vanno attuati con rapidità.

Si è interrotto il miglioramento delle condizioni delle imprese - Le imprese stanno risentendo dell'indebolimento dell'attività economica. I sondaggi presso le aziende segnalano aspettative di un peggioramento dei livelli di attività e delle condizioni di accesso al credito. Qualora queste aspettative si materializzassero, nel 2012 le condizioni finanziarie potrebbero peggiorare per molte imprese.

La situazione finanziaria delle famiglie è solida - La situazione finanziaria delle famiglie è nel complesso solida. Il grado di indebitamento è contenuto; la cospicua ricchezza complessiva è composta per la maggior parte da attività a basso rischio. Le nostre analisi indicano che i rischi di un significativo aumento degli oneri finanziari sono contenuti. Tensioni potrebbero emergere tra le famiglie con minor reddito, cui fa capo una quota limitata dei prestiti bancari.

Il sistema bancario sta risentendo della crisi del debito sovrano - Le difficoltà che il sistema bancario italiano si trova oggi a fronteggiare hanno origine al di fuori di esso. L'esposizione verso i paesi oggetto di programmi di sostegno finanziario è molto bassa sia sul mercato dei titoli, sia su quello dei credit default swap (CDS). È significativo, come in altri sistemi bancari, il peso delle attività nei confronti dell'emittente sovrano nazionale. Anche per questo motivo, i premi sui CDS delle banche hanno seguito la tendenza crescente rilevata per lo Stato italiano.

Nel 2012 il credito al settore privato continuerebbe a espandersi - Nostre stime, che ipotizzano una graduale trasmissione dei recenti rialzi dei rendimenti sui titoli pubblici ai tassi bancari, suggeriscono che la dinamica del credito alle imprese, attualmente sostenuta, fletterebbe leggermente nel 2012; quella dei prestiti alle famiglie rimarrebbe inalterata. Il credito potrebbe rallentare in misura più decisa qualora le difficoltà di accesso ai mercati all'ingrosso da parte delle banche dovessero persistere.

Il flusso di sofferenze in rapporto ai prestiti è in calo - Il flusso di sofferenze in rapporto agli impieghi sta calando, ma con lentezza. Le prospettive rimangono però incerte, con rischi al rialzo in particolare per i prestiti alle imprese. L'esposizione estera delle banche italiane si riduce; al suo interno, aumenta quella verso i paesi dell'Europa centrale e orientale, caratterizzati da buone prospettive di crescita, ma anche da rischi macroeconomici elevati.

Cresce la raccolta al dettaglio, ma cala quella all'ingrosso - La provvista al dettaglio si espande a ritmi costanti, ma l'illiquidità dei mercati internazionali dei capitali condiziona la capacità di raccolta delle banche. Nel fronteggiare queste tensioni gli intermediari italiani traggono sostegno dall'alto peso della raccolta al dettaglio, caratterizzata da elevata stabilità; dall'assenza di titoli in scadenza con garanzie pubbliche; dalla posizione di liquidità equilibrata, pur se in calo.

Le tensioni sul debito sovrano si ripercuotono sulla liquidità... - In assenza di una riapertura dei mercati all'ingrosso, il ricorso delle banche italiane al rifinanziamento presso l'Eurosistema - già aumentato nei mesi scorsi, al pari di quanto accaduto per gli intermediari di altri maggiori paesi europei - è destinato a espandersi ulteriormente. Per il sistema bancario italiano nel suo complesso le attività stanziabili a garanzia presso la banca centrale sono ingenti.

...e sulla redditività delle banche - La redditività bancaria è stabile ma le sue prospettive sono offuscate dall'evoluzione dell'economia reale e dalle tensioni sui mercati finanziari. Un ruolo chiave nel recupero di profittabilità dovrà essere svolto dal contenimento dei costi.

È in corso un ulteriore rafforzamento del patrimonio - Nel 2011 le banche italiane hanno rafforzato in misura significativa la loro dotazione patrimoniale mediante aumenti di capitale e la capitalizzazione degli utili. Questa azione proseguirà, nell'ambito delle iniziative a livello europeo. Più elevati buffers di capitale consentiranno agli intermediari italiani di resistere a eventuali shock mantenendo una solida posizione patrimoniale e di riattivare la raccolta sui mercati all'ingrosso.

Sul mercato monetario prevalgono scambi collateralizzati e intermediati dalla controparte centrale - Gli scambi interbancari si sono ridotti e sono rimasti concentrati sui contratti più adatti a contenere i rischi di controparte e di liquidità. Le negoziazioni avvengono prevalentemente mediante operazioni collateralizzate e assistite dall'interposizione della controparte centrale. Nella componente non garantita rimane ampio il ricorso al canale over-the-counter, attraverso il quale transita la gran parte delle operazioni con controparti estere.

Il mercato dei titoli di Stato ha perso liquidità ma ha continuato a operare con regolarità - Sul mercato secondario dei titoli di Stato la liquidità si è ridotta significativamente nelle fasi di tensione. Sul mercato primario il collocamento dei titoli è avvenuto con regolarità. Il rapporto tra quantità domandata e offerta di titoli è stato costantemente superiore all'unità, registrando solo occasionalmente lievi riduzioni. I sistemi di pagamento e di regolamento dei titoli hanno operato regolarmente e con continuità.

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