N. 26 - La ristrutturazione della banca pubblica e la disciplina del gruppo creditizio

La legge 30 luglio 1990 n.218 recante disposizioni in materia di ristrutturazione e integrazione patrimoniale degli istituti di credito di diritto pubblico e il decreto legislativo di attuazione 20 novembre 1990 n. 356 contengono la più importante riforma apportata alla legge bancaria del 1936 dall'epoca della sua approvazione senza peraltro mutare la tipologia fondamentale dei poteri di controllo attribuiti alle autorità creditizie sulle aziende e sugli istituti di credito operanti nel nostro paese e che costituiscono il "corpus iuris" della legge bancaria stessa. L'apparente contraddizione si spiega immediatamente ove si rilevi che la disciplina introdotta con la nuova legge riguarda i soggetti che svolgono attività bancaria, e segnatamente gli enti pubblici creditizi, e non i poteri di vigilanza e di intervento sull'attività dei singoli enti. Ciò che è stato modificato è, infatti, una parte rilevante del modello organizzativo del sistema creditizio italiano presupposto e proposto dalla legge bancaria del 1936 che il legislatore dell'epoca aveva messo a base del (e collegato con) l'impianto normativo di quella legge.

Scopo di questo studio è pertanto l'analisi del mutamento intervenuto, l'indagine delle ragioni che l'hanno determinato e l'esame delle conseguenze sullo sviluppo del nostro sistema creditizio.

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