N. 271 - Le politiche macroprudenziali: una discussione dei principali temi

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di Paolo Angelinigiugno 2015

Il rischio sistemico, che le politiche macroprudenziali hanno l’obiettivo di minimizzare, è in pratica assai difficile da identificare ex ante.

La ricerca di indicatori che potrebbero consentire di attivare le politiche macroprudenziali con un anticipo sufficiente a evitare o contenere le crisi ha sinora dato risultati complessivamente deludenti, con l’importante eccezione della famiglia di indicatori basati sulla crescita del credito.

Un insieme di strumenti macroprudenziali sta emergendo dalla prassi e dalla legislazione, ma i suoi contorni non sono ancora ben definiti; inoltre gli effetti, l’efficacia, le interazioni reciproche degli strumenti non sono ancora chiari. Poco si sa anche delle interazioni tra politica macroprudenziale e altre politiche – monetaria, microprudenziale.

Non è ancora disponibile un apparato teorico-analitico affidabile per comprendere il funzionamento, calibrare e misurare l’efficacia delle politiche macroprudenziali. In Europa, sfide aggiuntive derivano dalla complessità dell’architettura del sistema di supervisione finanziaria e dalle novità introdotte di recente – l’istituzione di autorità macroprudenziali nazionali e l’avvio del Meccanismo di vigilanza unico.

Sul fronte congiunturale, mentre gli sviluppi del quadro macroeconomico nell’area dell’euro suggerirebbero di attuare politiche macroprudenziali espansive, i provvedimenti finora adottati in numerosi paesi sono stati quasi esclusivamente di natura restrittiva. Nel complesso, l’esame mette in evidenza numerose aree di incertezza, ma anche il notevole potenziale delle nuove politiche macroprudenziali. Queste possono contribuire, insieme alla politica monetaria, a un sistema economico e finanziario più stabile.

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