N. 27 - I tassi di recupero delle sofferenze nel 2020

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di A. L. Fischetto, I. Guida, A. Rendina. G. Santini e M. Scotto di Carlonovembre 2021

Questa nota aggiorna al 2020 le stime sui tassi di recupero delle sofferenze, già pubblicate in precedenti Note di stabilità finanziaria e di vigilanza (n. 7 e n. 11 del 2017, n. 13 del 2018, n. 18 del 2019 e n. 23 del 2020). Inoltre illustra i risultati dell'indagine annuale sulle cessioni di crediti classificati a sofferenza condotta a partire dal 2016 dalla Banca d'Italia.

Dall'analisi emergono i seguenti principali risultati

La riduzione dell'ammontare di sofferenze

  • Nel 2020 sono state chiuse (eliminate dai bilanci) sofferenze per circa 25 miliardi. Il dato, inferiore rispetto agli anni precedenti (34 nel 2019, 78 nel 2018, 43 nel 2017), è circa il triplo dei nuovi ingressi in sofferenza (8 miliardi) e, in percentuale delle sofferenze in essere alla fine dell'anno precedente, superiore al valore del 2019 (38% contro il 35%).
  • Il calo ha riguardato sia le sofferenze cedute sul mercato (da 27 a 20 miliardi), sia quelle chiuse in via ordinaria (da 7 a 5 miliardi) e riflette la riduzione della consistenza di tali crediti nei bilanci delle banche (da 192 a 65 miliardi tra il 2016 e il 2019 ) e la diminuzione dell'anzianità media (e quindi dell'ammontare di posizioni più vicine alla chiusura in via ordinaria).
  • Le GACS hanno assistito tutte le principali operazioni (12,6 miliardi realizzate da 29 banche, alcune con operazioni multioriginator).
  • Le inadempienze probabili cedute sono state 6,7 miliardi (8,5 miliardi nel 2019; 4,3 miliardi nel 2018).
  • L'attività di recupero degli intermediari ha risentito della chiusura dei tribunali a seguito delle misure restrittive assunte per contrastare la pandemia, con effetti maggiori sulle procedure in fase iniziale. Ne è conseguito un maggior ricorso a iniziative stragiudiziali. Non è possibile allo stato sapere se tale battuta di arresto si tradurrà in un posticipo dei flussi o anche in una riduzione dei tassi di recupero.

I tassi di recupero delle sofferenze chiuse

  • Rispetto al 2019 il tasso di recupero medio è aumentato al 36% a fronte del 31% nel 2019 (dal 28% al 33% il tasso delle posizioni in sofferenza cedute e dal 44% al 45% quello delle sofferenze chiuse in via ordinaria). Il differenziale nei recuperi tra cessioni e procedure ordinarie si è ridotto a 12 punti percentuali, rispetto ai 16 punti percentuali dei due anni precedenti.
  • Il tasso medio di recupero sulle sofferenze assistite da garanzie reali è aumentato al 40% (35% nel 2019), principalmente sulle posizioni cedute (dal 32% al 38%). Per le posizioni non assistite da garanzie reali il tasso medio di recupero è stato del 26%; anche in questo caso l'aumento si è avuto sia sulle sofferenze cedute (dal 16% al 23%) sia, seppure in misura minore, su quelle oggetto di procedure di recupero ordinarie (dal 35% al 38%).

I prezzi di cessione dei crediti deteriorati

  • Il prezzo delle sofferenze cedute nel 2020, ricavato sulla base della rilevazione annuale condotta a partire dal 2016 su un campione molto ampio di operazioni, è stato pari al 24% dell'esposizione lorda di bilancio al momento della cessione, sostanzialmente invariato rispetto al 2019, a fronte di una anzianità media stabile delle posizioni cedute. Il prezzo è stato pari al 35% (31% nel 2019) per le sofferenze assistite da garanzie reali e al 10% (12% nel 2019) per le altre.
  • Il prezzo di cessione dei crediti deteriorati diversi dalle sofferenze è stato pari al 41%, in riduzione di 12 punti percentuali rispetto a quello realizzato nel 2019 - che aveva beneficiato di un'operazione rilevante con prezzi elevati - ma in linea con il prezzo conseguito nel 2018.

Testo della pubblicazione