Lo scorso agosto, il Parlamento ha approvato importanti modifiche alla legge fallimentare e al codice di procedura civile, che mirano a ridurre i tempi e accrescere l’efficacia delle procedure concorsuali ed esecutive, incrementando i tassi di recupero per i creditori.
Secondo una stima preliminare degli impatti della riforma, in uno scenario favorevole la durata media delle procedure fallimentari (attualmente di circa sei anni) potrebbe essere dimezzata. Anche la durata media delle procedure esecutive potrebbe essere significativamente ridotta.
Considerato che la lunghezza delle procedure giudiziarie è tra le principali cause del rilevante stock di crediti non-performing (NPLs) presenti nei bilanci delle banche italiane, la riforma dovrebbe contribuire a fronteggiare questo problema, aumentando il valore delle sofferenze e favorendo lo sviluppo di un mercato secondario di tali crediti.