Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita - marzo 2016, n. 17Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Dall’1 al 16 marzo 2016 si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale Banca d’Italia – Il Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita. Hanno partecipato 1000 imprese con almeno 50 addetti, di cui 376 dell’industria in senso stretto, 415 dei servizi e 209 del settore delle costruzioni.

I principali risultati per le imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi

Aspettative di inflazione in Italia e variazione dei prezzi di vendita delle imprese

Le attese sull’inflazione al consumo sono rimaste stabili rispetto alla rilevazione precedente negli orizzonti a sei mesi e a un anno (allo 0,4 e 0,5 per cento, rispettivamente), come anche per il periodo compreso fra tre e cinque anni (all’1,0 per cento); solo sull’orizzonte a due anni sono state lievemente riviste al rialzo, allo 0,8 per cento, dallo 0,7 in dicembre.

Le imprese segnalano un calo dei propri prezzi di vendita dello 0,5 per cento rispetto a un anno prima (-0,3 in dicembre), dovuto soprattutto alle tendenze riscontrate presso le aziende di maggiori dimensioni (almeno 1.000 addetti) e quelle appartenenti al comparto industriale. I prezzi di vendita tornerebbero leggermente a crescere nei prossimi dodici mesi (dello 0,4 per cento), sia nell’industria in senso stretto sia nei servizi.

L’aumento dei listini rifletterebbe soprattutto la dinamica del costo del lavoro e, in misura inferiore, i segnali più favorevoli provenienti dalla domanda, mentre continuerebbe a essere frenato dalle politiche di prezzo dei concorrenti.

Valutazioni sulla situazione economica generale dell’Italia

Restano largamente prevalenti i giudizi di stabilità della situazione economica generale, che continuano a interessare oltre il 70 per cento delle imprese. Tuttavia, il saldo tra quelli di miglioramento e di peggioramento, pur restando positivo, si riduce a 5,5 punti percentuali dai 12,5 del trimestre precedente. La probabilità attribuita in media al miglioramento del quadro economico congiunturale nei prossimi tre mesi continua a ridursi, al 15,6 per cento (da 17,5).

Evoluzione della domanda

I giudizi sull’evoluzione della domanda corrente, pur confermando la tendenza all’indebolimento in atto da giugno 2015, restano positivi: il saldo tra valutazioni di aumento e diminuzione nell’ultimo trimestre si è attestato a 5,4 punti percentuali (da 6,2 in dicembre); quello relativo alle prospettive di aumento e diminuzione della domanda dei propri prodotti mostra invece un netto miglioramento 25,3 punti percentuali da 14,0), diffuso sia alle aziende dell’industria in senso stretto sia a quelle del comparto dei servizi.

Anche i giudizi sulle condizioni correnti della domanda estera si confermano favorevoli e in lieve aumento rispetto all’indagine di dicembre. Le attese nei prossimi tre mesi mostrano segnali di miglioramento ancora più favorevoli; in entrambi i casi il rialzo rispetto allo scorso trimestre è dovuto al settore dei servizi.

Valutazioni delle condizioni operative delle imprese

Le attese a tre mesi sulle condizioni economiche in cui operano le imprese sono lievemente più favorevoli. Il saldo fra le risposte di miglioramento e di peggioramento è pari a 8,5 punti percentuali (da 3,9 in dicembre) pur in presenza di giudizi di stabilità largamente prevalenti (78,1 per cento). L’aumento del saldo ha riguardato sia l’industria in senso stretto sia i servizi. L’attività delle imprese continuerebbe a beneficiare delle basse quotazioni petrolifere e soprattutto dell’andamento della domanda, cui si accompagnerebbero condizioni di credito più favorevoli; si conferma, rispetto alla rilevazione di dicembre, l’incertezza imputabile a fattori economici e politici, mentre viene meno l’effetto favorevole dovuto all’andamento del tasso di cambio.

Condizioni per l’investimento

Le condizioni per investire continuano a rimanere stabili per la maggioranza delle imprese (77,9 per cento degli intervistati). Il saldo tra i giudizi di miglioramento e di peggioramento è positivo per 8,8 punti percentuali, in leggero aumento rispetto alla rilevazione di dicembre.

La quota degli operatori che si attende un rialzo della spesa nominale in investimenti nel primo semestre del 2016 rispetto al periodo precedente supera di 7,7 punti percentuali quella delle imprese che ne prefigurano una flessione (14,5 in dicembre): le attese sono particolarmente favorevoli tra le imprese di dimensione medio-grande (tra 200 e 999 addetti) e tra quelle operanti nel Sud e Isole; per circa metà delle aziende la spesa nominale in investimenti si confermerebbe invariata rispetto a quella effettuata nella seconda metà del 2015.

Per il complesso del 2016 lo scarto percentuale tra le attese di aumento e di riduzione della spesa per investimenti si attesta su valori leggermente superiori a quelli della scorsa indagine (18,7 punti percentuali da 16,8). Il saldo è stato particolarmente favorevole per le imprese maggiormente orientate all’export (32,8 per cento). Il 48,3 per cento delle aziende prevede una spesa costante rispetto al 2015, un valore appena superiore a quello rilevato nell’indagine precedente.

Anche in questa rilevazione è stato domandato alle imprese se il provvedimento di incentivo agli investimenti in beni strumentali (c.d. super ammortamento) previsto nella Legge di Stabilità per il 2016 abbia influito sui loro piani di spesa. Poco più della metà delle imprese segnala un effetto apprezzabile, ma di queste soltanto un quinto lo ritiene abbastanza o molto rilevante.

L’incidenza di indicazioni positive circa l’impatto del provvedimento è più elevata nell’industria in senso stretto, in particolare tra le imprese di grandi dimensioni (almeno 1.000 addetti).

Il 43,5 per cento degli operatori dichiara di aver superato nei mesi scorsi la fase più difficile della congiuntura economica, un livello lievemente inferiore a quello rilevato in precedenza (47,6); la quota delle imprese che attendono un solido incremento dei ritmi produttivi nei prossimi mesi è salita al 46,6 per cento, dal 44,1 in dicembre.

Condizioni di liquidità e accesso al credito

Continua la tendenza positiva del le condizioni di accesso al credito, in atto dalla fine del 2012. Nell’ultimo trimestre il saldo percentuale tra le aziende che segnalano un più agevole accesso rispetto al periodo precedente e quelle che indicano maggiori difficoltà è rimasto sostanzialmente invariato a 3,7 punti percentuali. L’11,5 per cento delle imprese segnala un miglioramento nell’accesso al credito (9,9 in dicembre); le condizioni sono migliorate sia per le imprese industriali sia per quelle operanti nei servizi.

La percentuale degli operatori che ritiene che la posizione di liquidità sarà insufficiente diminuisce al 13,3 per cento dal 16,6, mentre la quota di coloro che la reputano più che sufficiente è aumentata al 22,3 per cento (dal 17,6).

Dinamica dell’occupazione

Le attese sulla dinamica dell’occupazione nel breve termine sono migliorate: la quota delle imprese che stimano una crescita del numero di addetti nel prossimo trimestre è ora superiore a quella delle imprese che ne prefigurano una riduzione per 4,8 punti percentuali (da -0,9 in dicembre), mentre è aumentata la quota di coloro che anticipano una sostanziale invarianza (74,8 da 66,3 in dicembre). Il saldo è salito soprattutto a causa dell’incremento registrato fra le imprese del Centro e fra quelle di media dimensione.

Le imprese di costruzione

In marzo si conferma l’ottimismo delle imprese di costruzione riguardo alla situazione economica generale, seppur in attenuazione rispetto alla precedente rilevazione. Il saldo fra giudizi di miglioramento e di peggioramento si colloca a 5,4 punti percentuali (10,1 in dicembre) e la probabilità di uno scenario più favorevole nei prossimi tre mesi si mantiene stabile in media al 12,5 per cento.

I giudizi sulla dinamica della domanda dei propri lavori restano orientati prevalentemente alla stabilità (64,9 per cento) mentre il saldo fra risposte in aumento e in diminuzione diventa negativo per 3,3 punti percentuali (da valori nulli in dicembre), riflettendo il peggioramento riscontrato tra le imprese più attive nel comparto residenziale (al -4,6 per cento da 12,6 in dicembre). La probabilità di uno scenario positivo nei prossimi tre mesi è aumentata al 12,5 per cento (dal 10,9 in dicembre), dato registrato per le imprese più orientate all’edilizia residenziale.

Il saldo delle attese riguardo il contesto operativo nei prossimi tre mesi torna marginalmente negativo (-1,9 per cento), dopo aver registrato tre mesi fa il primo segno positivo dal dicembre del 2012. L’incertezza imputabile a fattori economici e politici continuerebbe a costituire un freno; impulsi positivi deriverebbero dalla domanda di lavori, sia nuovi sia già avviati, e dall’allentamento dei criteri di accesso al credito.

Le aspettative a tre anni sulle condizioni economiche in cui operano le imprese sono rimaste positive, su livelli pressoché stabili rispetto alla scorsa indagine: il divario tra la quota di aziende che anticipano un progresso e la quota di quelle che prefigurano un peggioramento si è attestato a 48,1 punti percentuali (52,7 in dicembre).

I giudizi sulle condizioni per investire restano favorevoli: il saldo tra valutazioni di miglioramento e peggioramento rispetto al trimestre precedente resta positivo a 3,4 punti percentuali; il saldo tra le attese di aumento e di riduzione della spesa nominale in investimenti fissi nel primo semestre del 2016, rispetto al periodo precedente, rimane sostanzialmente invariato, a 9,7 punti percentuali. La tendenza si conferma positiva anche per il complesso del 2016, rispetto al 2015, con un saldo significativamente in aumento e pari a 18,6 punti percentuali (da 9 in dicembre).

La quota di operatori che segnala di aver superato negli ultimi mesi la fase più difficile della congiuntura è sostanzialmente stabile al 38,1 per cento. La percentuale delle imprese che si attende un robusto incremento dei propri ritmi produttivi nei prossimi mesi scende al 45,1 per cento (49,7 in dicembre).

Le attese sull’andamento dell’occupazione nei prossimi mesi risultano caratterizzate da un minore pessimismo rispetto alla scorsa rilevazione: il divario negativo tra le risposte di aumento e di diminuzione si è ridotto (-9,1 punti percentuali da -15,6 rilevato in dicembre). I giudizi sulle condizioni di accesso al credito migliorano: è aumentato il saldo fra le imprese che segnalano un allentamento delle condizioni di credito e quelle che ne riportano un inasprimento, al -7,6 per cento (da -10,2 in dicembre). Le attese sulla situazione della liquidità nei prossimi tre mesi appaiono lievemente più favorevoli.

Testo della pubblicazione