Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita - giugno 2014, n. 38Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Dal 3 al 20 giugno 2014 si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale Banca d'Italia – Il Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita. Al sondaggio hanno partecipato 819 imprese con almeno 50 addetti, di cui 401 dell’ industria in senso stretto e 418 dei servizi. È stata condotta al contempo una indagine sulle imprese del settore delle costruzioni con almeno 50 addetti che, in questa rilevazione, ha interessato 218 unità.

I principali risultati

Aspettative di inflazione in Italia e variazione dei prezzi di vendita delle imprese

Nel mese di giugno le attese sull’inflazione al consumo sono state riviste al ribasso di un decimo di punto percentuale, rispetto alla rilevazione di marzo, negli orizzonti di sei mesi e due anni (allo 0,7 e all’1,0 per cento, rispettivamente), mentre sono rimaste stabili a 12 mesi (0,9 per cento). Anche le attese in un orizzonte temporale più lungo (fra i tre e i cinque anni), censite per la prima volta in marzo, sono risultate invariate (1,2 per cento).

In giugno le imprese continuano a segnalare che i propri prezzi di vendita sono rimasti invariati rispetto a un anno prima; nei prossimi dodici mesi i listini riprenderebbero a crescere in misura contenuta (0,7 per cento; era lo 0,9 nella rilevazione precedente). I principali fattori che contribuirebbero alla moderazione dei prezzi si confermano la debolezza della domanda e le politiche di prezzo dei concorrenti, mentre l’influenza delle pressioni provenienti dal costo del lavoro e dai prezzi delle materie prime rimarrebbe modesta.

Valutazioni sulla situazione economica generale

Nel mese di giugno le imprese hanno espresso in prevalenza valutazioni di stabilità della situazione conomica generale (67,9 per cento, come nell’indagine precedente); il saldo negativo tra giudizi di miglioramento e peggioramento si è ridimensionato rispetto al trimestre precedente (a -0,5 da -12,1 punti percentuali), grazie al netto miglioramento nel settore dell’industria in senso stretto. La probabilità media attribuita al miglioramento della situazione economica generale nei prossimi tre mesi è rimasta invariata al 16,1 per cento.

Evoluzione della domanda

I giudizi delle imprese relativi alla domanda attuale e prospettica sono risultati più favorevoli. Per la prima volta da tre anni il saldo fra valutazioni di aumento e diminuzione della domanda dei propri prodotti nell’ultimo trimestre è risultato positivo (a 4,2 da -4,9 punti percentuali nell’inchiesta precedente) grazie al risultato fortemente positivo dell’industria; si è confermato negativo, seppur in attenuazione, solo per le imprese che realizzano all’estero una quota modesta del fatturato. Anche il saldo relativo alle attese a breve termine sulla domanda è migliorato, confermandosi positivo per il secondo trimestre consecutivo (16,3 da 14,4 punti percentuali nell’indagine precedente).

Sono di nuovo migliorate le valutazioni sulla domanda estera dei propri prodotti: il saldo tra i giudizi di aumento e quelli di diminuzione rispetto al trimestre precedente è risultato pari a 27,1 punti percentuali (da 18,1). Il miglioramento ha interessato anche le attese a breve termine.

Valutazioni delle condizioni operative delle imprese

Le attese a tre mesi sulle condizioni operative delle imprese sono improntate a un cauto ottimismo, pur continuando a prevalere giudizi di stabilità (76,0 per cento): il saldo fra le risposte di miglioramento e di peggioramento è diventato appena positivo (0,2 punti percentuali), per la prima volta da giugno 2007, riflettendo soprattutto le valutazioni delle aziende industriali. Verrebbe meno l’influenza negativa sul contesto operativo delle tensioni nell’accesso al credito, sia nell’industria che nel comparto dei servizi.

In questa indagine sono state censite le valutazioni delle imprese in merito all’effetto della prolungata fase di apprezzamento dell’euro sulle loro condizioni operative; pur essendo preponderante la quota delle aziende che segnala effetti trascurabili (69,9 per cento; 59,3 nella sola industria) il saldo tra le risposte che indicano un impatto favorevole e quelle che lo segnalano sfavorevole è stato negativo per 19,3 punti percentuali. Una maggiore preoccupazione emerge fra le aziende industriali: circa un terzo ritiene che l’andamento del cambio le abbia danneggiate, soprattutto per via delle pressioni concorrenziali sui mercati esterni all’area dell’euro.

In una prospettiva di medio periodo (tre anni) le attese sulle condizioni operative si confermano posi
tive. La quota di imprese che indica un miglioramento si è attestata al 64,0 per cento contro il 12,4 per cento di quelle che ne anticipano un peggioramento.

Condizioni per l’investimento

Le aziende hanno espresso giudizi favorevoli sulle condizioni per investire: il saldo tra le risposte che indicano un miglioramento e un peggioramento si è attestato a 1,9 punti percentuali (da -7,4 dell’inchiesta di marzo), riportandosi su valori positivi per la prima volta dal settembre 2010. L'andamento è risultato più favorevole nel comparto dell’industria rispetto a quello dei servizi.

La spesa per investimenti nel secondo semestre del 2014 si prefigura su livelli superiori a quelli della prima parte dell’anno: sebbene il 56,7 per cento delle imprese anticipi investimenti costanti, il saldo fra le risposte di aumento e di diminuzione è pari a 11,9 punti percentuali. Le aspettative censite presso le imprese industriali e quelle che realizzano all’estero una quota rilevante del fatturato risultano relativamente più ottimistiche.

Le attese circa la spesa per investimenti nel complesso del 2014 indicano una lieve ripresa rispetto al 2013. Il saldo tra la quota di imprese che prevede un aumento e quella che segnala una diminuzione è pari a 13,1 punti percentuali (3,7 nell’inchiesta precedente), riflettendo indicazioni più positive da parte delle aziende operanti nel comparto industriale. Nel complesso, circa la metà degli  operatori prevede investimenti costanti.

Condizioni di liquidità e accesso al credito

Si attenuano le difficoltà di accesso al credito. Il saldo tra la quota di imprese che segnala migliori condizioni di finanziamento rispetto ai tre mesi precedenti e quella che ne indica un peggioramento è stato pari a -4,1 punti percentuali, da -13,2 dell’inchiesta di marzo.

Le attese sulla posizione di liquidità nei prossimi tre mesi hanno registrato un lieve miglioramento rispetto all’inchiesta precedente: la quota di coloro che ritengono che la posizione sarà insufficiente è scesa al 17,8 per cento (dal 19,5), mentre è aumentata al 19,7 quella delle aziende che la giudica più che sufficiente (dal 18,7). I giudizi sono risultati relativamente più favorevoli per le imprese di maggiori dimensioni.

Dinamica dell’occupazione

Migliorano le attese sulla dinamica dell’occupazione nel breve termine (a -2,0 da -5,5 di marzo): la quota di imprese che stimano un aumento del numero di addetti nei prossimi tre mesi è salita al 14,3 per cento (dal 13,4 in marzo); quella delle aziende che ne prefigurano una riduzione è diminuita al 16,3 (dal 18,9).

Le imprese delle costruzioni

In giugno le imprese operanti nel comparto delle costruzioni hanno segnalato un minor pessimismo sulla situazione economica generale del paese: il saldo negativo fra giudizi di miglioramento e di peggioramento si è attestato a -14,1 punti percentuali, da -29,9 dell’inchiesta precedente; la probabilità assegnata a uno scenario più favorevole nei prossimi tre mesi è salita lievemente, all’11,3 per cento (dal 10,4).

Anche le valutazioni sull’andamento della domanda dei propri lavori sono risultate meno sfavorevoli: il 16,6 per cento delle imprese ha riscontrato un miglioramento e il 23,8 ne ha indicato un peggioramento (il saldo era di -19,0 in marzo). Il saldo positivo circa le prospettive della domanda a breve termine si è ampliato (a 12,7 punti percentuali, da 7,0).

I giudizi sulle condizioni economiche in cui operano le imprese sono appena migliorati; il saldo negativo sulle valutazioni relative ai prossimi tre mesi è sceso a -9,4 punti percentuali (da -10,9). Le attese a tre anni hanno segnato un modesto progresso: il 62,8 per cento (da 61,8 dell’inchiesta precedente) si attende condizioni operative migliori, a fronte del 13,7 per cento (dal 14,6) che ne anticipa invece un peggioramento.

Nel secondo trimestre dell’anno si è ridimensionato il pessimismo relativo ai giudizi sulle condizioni per l’investimento: il saldo tra valutazioni di miglioramento e peggioramento si è attestato a -8,6 punti percentuali, da -25,0 nel trimestre precedente. Le imprese continuano a prefigurare un peggioramento della spesa per investimenti nel complesso del 2014 rispetto al 2013, seppure in misura inferiore rispetto alla precedente indagine: il saldo si è attestato a -4,0 punti percentuali, da -18,7 nella scorsa rilevazione.

La quota di operatori che segnala di aver superato a partire dai mesi primaverili la fase più difficile della congiuntura si è attestata al 25,5 per cento, un valore analogo a quello riportato a marzo; anche la quota delle imprese che si attendono un "solido miglioramento" dei propri ritmi produttivi nei prossimi mesi è rimasta sostanzialmente stabile, al 38,3 per cento.

Circa l’andamento del numero degli addetti nei prossimi tre mesi, le imprese delle costruzioni continuano ad anticiparne una flessione.

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