Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita - giugno 2012, n. 34Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Dall’1 al 21 giugno 2012 si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale Banca d'Italia – Il Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita. Hanno partecipato 750 imprese con almeno 50 addetti, di cui 408 operanti nell’industria e 342 nel settore dei servizi.

I principali risultati

Aspettative d’inflazione in Italia e variazione dei prezzi di vendita delle imprese

Le attese a sei mesi sull’inflazione al consumo sono state riviste al rialzo rispetto alla rilevazione di marzo, al 3,4 per cento dal 3,2; anche quelle a uno e due anni sono cresciute, al 3,3 e 3,2 per cento rispettivamente (dal 3,2 e 3,0). Tali aspettative si confermano superiori a quelle degli analisti professionali, in particolare su gli orizzonti più lontani. In giugno l’inflazione armonizzata è salita al 3,6 per cento sui dodici mesi, risultando superiore di più di mezzo punto percentuale rispetto alle attese rilevate nell’inchiesta di un anno fa.

Nelle valutazioni delle imprese i listini sarebbero cresciuti dell’1,8 per cento rispetto a dodici mesi fa, in lieve aumento dall’1,7 della rilevazione di marzo, ma inferiori rispetto alle previsioni a un anno formulate a giugno 2011. I rincari maggiori si sono registrati nell’Italia centrale e tra le aziende di più grandi dimensioni. Per i prossimi dodici mesi le imprese prefigurano un aumento dell’1,3 per cento dei prezzi dei propri prodotti. Il rallentamento riflette soprattutto la più lenta dinamica dei corsi delle materie prime.

Valutazioni sulla situazione economica generale

Nel corso della primavera si è acuito il pessimismo circa la situazione economica generale: la percentuale di imprese che ha indicato un peggioramento congiunturale nel corso del secondo trimestre è salita al 70 per cento dal 41,5 della rilevazione di marzo, riportando il saldo tra giudizi positivi e negativi su livelli prossimi a quelli minimi registrati nel passato autunno. Il prevalere di valutazioni sfavorevoli è diffuso tra tutte le classi dimensionali e territoriali, risultando più accentuato al Centro e nel Nord Est e tra le imprese di minori dimensioni.

In prospettiva, la quota di coloro che attribuiscono una probabilità nulla al verificarsi di un miglioramento del quadro generale nei prossimi tre mesi è salita a quasi il 60 per cento; valutazioni moderatamente meno pessimistiche sono state riscontrate tra le aziende medie e grandi, mentre è emerso un peggioramento tra le imprese del terziario.

Evoluzione della domanda

Anche i giudizi sull’andamento della domanda complessiva per i propri prodotti hanno registrato un peggioramento, benché di entità contenuta: il saldo percentuale tra le risposte di aumento e quelle di diminuzione è passato a –33,5 da –28,4 di marzo. Opinioni meno pessimistiche sono state rilevate tra le imprese del Centro Italia e nel complesso del settore industriale, soprattutto al crescere della quota di fatturato esportato.

Il saldo percentuale tra i giudizi di miglioramento e peggioramento della domanda estera è cresciuto a 4,1 punti da 0,9 del passato sondaggio; hanno tuttavia continuato a prevalere le valutazioni di stazionarietà, prossime al 50 per cento. I giudizi più favorevoli si riscontrano tra le imprese di medie dimensioni e tra quelle del terziario, mentre nel Meridione le valutazioni sono marcatamente peggiori rispetto alla media. In prospettiva, il 29,4 per cento delle imprese esportatrici ritiene in aumento la propria domanda estera (era il 32,1 nella rilevazione di marzo), con poche differenze tra classi dimensionali e territoriali.

Valutazioni delle condizioni operative delle imprese

Rispetto al sondaggio di marzo, la percentuale di imprese che prefigura un peggioramento delle proprie condizioni operative è salita a 41,4 da 31,1 e, conseguentemente, è peggiorato il saldo percentuale tra le risposte di miglioramento e peggioramento, ora a –37,8 da –21,5 di marzo. Tra i fattori che vi hanno inciso, si è ridimensionato il ruolo dei prezzi delle materie prime mentre si è aggravato quello della domanda attesa. Il peggioramento delle valutazioni circa le condizioni operative è particolarmente diffuso tra i soggetti residenti nel Nord Est, mentre tra quelli del Nord Ovest prevalgono giudizi di stazionarietà.

In una prospettiva di più lungo termine, il 55,3 per cento delle imprese ritiene che le condizioni operative siano destinate a migliorare nei prossimi tre anni, in calo dal 59 del primo trimestre. Il quadro è risultato più sfavorevole nel terziario, dove il saldo tra le percentuali di miglioramento e peggioramento è stato pari a 16,9, contro 45,1 osservato nell’industria (rispettivamente da 25,1 e 52,8 per cento nella rilevazione di marzo).

Condizioni per l’investimento

Il saldo percentuale tra le imprese che reputano in miglioramento e in peggioramento le condizioni per investire è passato a –47,4 punti (da –26,1 in marzo). I giudizi delle grandi imprese sono risultati relativamente meno pessimistici.

Condizioni di liquidità e di accesso al credito

È migliorata, benché marginalmente, la posizione complessiva di liquidità delle imprese: la percentuale di coloro che la valutano almeno sufficiente per le necessità operative nei prossimi tre mesi, al netto della quota di coloro che la valutano invece insufficiente, è aumentata al 47,8 per cento (era il 44,4 a marzo). Il miglioramento ha riflesso in larga parte le risposte provenienti dai soggetti di maggiore dimensione e da quelli del Settentrione.

Anche i giudizi relativi alla situazione dei depositi bancari, al netto dei fattori stagionali, hanno segnalato un lieve miglioramento. La percentuale di imprese che ne indica una riduzione è scesa al 42,8 per cento (dal 45,1 in marzo). Per il complesso del paese, il calo dei depositi rifletterebbe soprattutto il peggioramento degli incassi e, in misura minore, le difficoltà di accesso al credito bancario e le esigenze di ribilanciamento del proprio portafogli di attività a seguito dell’incertezza sui mercati finanziari.

Rispetto al sondaggio di marzo, non si riscontrano variazioni di rilievo nelle condizioni di accesso al credito: poco meno di due terzi delle imprese le ritiene invariate rispetto a tre mesi fa mentre il saldo tra i giudizi di peggioramento e di miglioramento è rimasto sostanzialmente stabile, a 31 punti percentuali.

Dinamica dell’occupazione

Le previsioni sull’andamento a tre mesi dell’occupazione sono divenute più pessimistiche. Il saldo negativo tra le attese di miglioramento e quelle di peggioramento è salito a 17,1 da 9,5 della passata rilevazione. I giudizi più sfavorevoli si concentrano tra le imprese del Centro e del Sud.

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