Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita - marzo 2012, n. 18Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Dall’1 al 20 marzo 2012 si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale Banca d'Italia – Il Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita. Hanno partecipato 742 imprese con almeno 50 addetti, di cui 386 operanti nell’industria e 356 nel settore dei servizi.

I principali risultati

Aspettative di inflazione in Italia e variazione dei prezzi di vendita delle imprese

Le attese delle imprese sull’inflazione al consumo sono state riviste al ribasso rispetto alla rilevazione di dicembre, in misura più lieve sull’orizzonte a sei e a dodici mesi (al 3,2 per cento dal 3,3 e 3,4, rispettivamente), più marcata su quello a due anni (al 3,0 dal 3,4). Le aspettative si collocano su livelli superiori a quelli degli analisti professionali, in particolare sul lungo termine. In marzo il ritmo di crescita sui dodici mesi dei prezzi al consumo è stato del 3,8 per cento, superiore di 1,5 punti percentuali rispetto alle aspettative rilevate nell’inchiesta di un anno prima.

Secondo le imprese, la dinamica sui dodici mesi dei propri prezzi di vendita si è collocata all’1,7 per cento, in calo di quattro decimi di punto rispetto a quanto riportato nell’indagine di dicembre. Il dato è sostanzialmente in linea con le attese formulate un anno prima (1,8 per cento). Rincari più sostenuti si sono registrati tra le aziende situate al Centro (2,5 per cento).

Nei prossimi dodici mesi le imprese prevedono di aumentare i prezzi di vendita dell’1,9 per cento (1,7 per cento nella rilevazione di dicembre). La dinamica dei listini sarebbe sospinta principalmente dalla variazione dei corsi delle materie prime; un freno verrebbe dalle politiche di prezzo dei principali concorrenti.

Valutazioni sulla situazione economica generale

Aumenta nettamente la percentuale delle imprese che segnala un miglioramento della situazione economica generale (17,5 per cento da poco meno del 2 per cento nell’indagine di dicembre), mentre scende al 41,5 per cento la quota di quelle che ne riporta un peggioramento (da tre quarti del campione in dicembre). Il saldo negativo fra le indicazioni di miglioramento e quelle di peggioramento si è attenuato per la prima volta da marzo 2011. La quota di aziende che riporta valutazioni più favorevoli sulla situazione economica generale è superiore nel Nord Ovest e tra le imprese più grandi.

Rispetto alla precedente rilevazione, si riduce la percentuale delle imprese che attribuisce probabilità nulla al verificarsi di un miglioramento della situazione economica generale nei prossimi tre mesi, al 40,4 per cento dal 52,4.

Evoluzione della domanda

Anche i giudizi sull’andamento negli ultimi tre mesi della domanda totale per i propri prodotti diventano meno sfavorevoli: il saldo negativo tra le risposte di aumento e diminuzione è sceso a 28,4 punti percentuali, da 34,3 nell’inchiesta di dicembre. Il saldo, pur rimanendo su valori negativi, migliora all’aumentare della quota di fatturato realizzata all’estero.

Restano sostanzialmente invariati i giudizi sull’andamento della domanda estera rispetto al trimestre precedente: circa un quarto delle imprese ne segnala un aumento, una quota analoga ne indica una diminuzione. Le attese per i prossimi tre mesi sono di un lieve miglioramento: la percentuale delle imprese esportatrici che prevede un aumento della domanda sui mercati esteri sale al 32,1 per cento (dal 28,2), mentre si riduce quella delle aziende che ne anticipano una flessione (al 12,0 per cento dal 15,1).

Valutazioni delle condizioni operative delle imprese

Diminuisce in maniera marcata la percentuale delle aziende che si attende un deterioramento delle condizioni operative nei prossimi tre mesi, al 31,1 per cento (dal 50,0 nell’inchiesta di dicembre). Aumenta, seppur in misura meno consistente, quella delle imprese che prefigurano un miglioramento, al 9,6 per cento dal 5,2. Tra i fattori che influenzeranno le condizioni operative, rimane all’incirca stabile e prevalente l’incidenza negativa delle quotazioni delle materie prime e delle condizioni di accesso al credito.

La percentuale di imprese che anticipa un miglioramento delle condizioni operative nei prossimi tre anni aumenta al 59,0 per cento, dal 48,4 nella precedente inchiesta; il 19,3 per cento segnala attese di un peggioramento (29,6 in dicembre).

Condizioni per l’investimento

La percentuale di aziende che ritiene peggiorate le condizioni per investire nell’ultimo trimestre diminuisce notevolmente, al 36,5 per cento dal minimo della rilevazione di dicembre (66,0 per cento). Il saldo tra giudizi di miglioramento e di peggioramento rimane negativo, ma si porta a 26,1 punti percentuali da 60,0 nella precedente inchiesta.

Condizioni di liquidità e di accesso al credito

Le valutazioni delle imprese sulla propria posizione di liquidità attesa nei prossimi tre mesi non hanno registrato differenze di rilievo rispetto all’inchiesta di dicembre: per il 27,8 per cento tale posizione sarà insufficiente, per il 60,5 adeguata. Il quadro è più negativo per le aziende di piccole dimensioni.

In questo sondaggio è stato chiesto agli imprenditori di riportare se, al netto delle normali oscillazioni stagionali, i loro depositi bancari si sono ridotti durante lo scorso trimestre. Il 45,1 per cento delle imprese segnala una flessione, dovuta principalmente al calo degli incassi; il fenomeno appare meno rilevante per le grandi aziende (23,1 per cento).

Il 33,9 per cento delle imprese segnala un peggioramento delle condizioni di accesso al credito negli ultimi tre mesi (49,7 nella precedente inchiesta); rimane bassa la percentuale di coloro che giudicano le condizioni migliorate (3,7 per cento, dal 2 di tre mesi fa).

Dinamica dell’occupazione

La quota di aziende che ritiene che la propria occupazione si manterrà invariata nei prossimi tre mesi rimane stabile, intorno ai due terzi; si riduce il saldo negativo tra attese di aumento e di diminuzione (a –9,5 punti percentuali, da –16,9).

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