Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita - settembre 2011, n. 49Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Dall’1 al 17 settembre 2011 si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale Banca d'Italia – Il Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita. Hanno partecipato 486 imprese con almeno 50 addetti, di cui 279 operanti nell’industria e 207 nel settore dei servizi.

I principali risultati

Aspettative di inflazione in Italia e variazione dei prezzi di vendita delle imprese

Le attese delle imprese sull’inflazione al consumo sono state riviste al ribasso di 0,3 punti percentuali rispetto alla rilevazione di giugno su tutti gli orizzonti temporali, al 2,5 per cento a sei mesi e al 2,6 a uno e a due anni. Esse si collocano su livelli superiori a quelli degli analisti professionali, in particolare sugli orizzonti più distanti. In settembre il ritmo di crescita sui dodici mesi dei prezzi al consumo è stato del 3,5 per cento, superiore di 1,7 punti percentuali rispetto alle aspettative rilevate nell’inchiesta di un anno prima.

Le imprese hanno dichiarato di aver aumentato i propri prezzi di vendita dell’1,6 per cento negli ultimi dodici mesi, come nel sondaggio di giugno. L’aumento è stato superiore a quanto era stato anticipato un anno prima per lo stesso orizzonte temporale (1,2 per cento). I rincari più forti si sono registrati tra le imprese che operano nel comparto industriale (1,9 per cento) e al Centro.

Nei prossimi dodici mesi le imprese prevedono di aumentare i propri prezzi di vendita dell’1,6 per cento, rivedendo fortemente al ribasso le attese formulate in giugno; tra i fattori che influenzeranno la dinamica dei listini, si riduce lievemente il contributo dei corsi delle materie prime e aumenta quello del costo del lavoro, a fronte di una maggiore importanza assegnata alle politiche di prezzo dei principali concorrenti nel contenere le pressioni al rialzo.

Valutazioni sulla situazione economica generale

Circa due terzi delle imprese segnalano un peggioramento della situazione economica generale nel terzo trimestre del 2011; il saldo percentuale rispetto a coloro che ne riportano un miglioramento è fortemente aumentato, a 62 punti contro i 14 del precedente sondaggio. La quota di aziende che indicano un inasprimento della situazione economica generale è più marcata al Nord, nel terziario o tra quelle di media e grande dimensione.

Oltre metà delle imprese attribuisce probabilità nulla al verificarsi di un miglioramento della situazione economica generale nei prossimi tre mesi (41,8 per cento nella precedente inchiesta). Il crescente pessimismo coinvolge anche le aziende esportatrici.

Evoluzione della domanda

Anche i giudizi sull’andamento della domanda per i propri prodotti negli ultimi tre mesi si sono deteriorati: il saldo tra le risposte di aumento e di diminuzione è tornato negativo (–22,2 punti percentuali, contro +3,1 nell’inchiesta di giugno). Risultano meno penalizzate le imprese industriali e quelle di maggiore dimensione.

Il 24,2 per cento delle imprese esportatrici ritiene che sia diminuita la domanda dei propri prodotti sui mercati esteri, contro una quota del 20,1 che ne indica un aumento; il saldo, ora negativo per 4,1 punti percentuali, era invece pari a 22,8 punti nel sondaggio di giugno. Anche le attese per i prossimi tre mesi sono divenute meno favorevoli: l’incidenza delle imprese esportatrici che prevede un aumento della domanda di fonte estera si è ridotta al 21,6 per cento (dal 35,0), a fronte di un incremento di quella delle aziende che ne anticipa una flessione (al 18,0 per cento dal 5,6).

Valutazione delle condizioni operative delle imprese

Rispetto alla precedente inchiesta è più che raddoppiata la quota di aziende che si attende un peggioramento delle condizioni operative nei prossimi tre mesi (al 38,1 per cento, dal 18,4) mentre si è ridotta (al 3,8 per cento, dal 15,7) l’incidenza dei giudizi di miglioramento. Tra i fattori che influenzeranno le condizioni operative nei prossimi tre mesi si è annullato il contributo della variazione della domanda ed è aumentato in valore assoluto quello, già negativo, delle condizioni di accesso al credito.

La percentuale di imprese che anticipano un miglioramento delle condizioni operative nei prossimi tre anni, pur rimanendo ampiamente maggioritaria, è scesa al 49,8 per cento, dal 60,1 della precedente inchiesta; circa un quarto delle imprese teme invece un peggioramento (17,9 per cento in giugno).

Condizioni per l’investimento

Oltre la metà delle aziende ritiene che le condizioni per investire siano peggiorate. Rispetto alla precedente rilevazione, il saldo negativo tra giudizi di miglioramento e di peggioramento è fortemente aumentato (–44,2 punti percentuali da –11,3). Oltre la metà delle aziende (57,1 per cento ) giudica rilevante l’impatto sulle condizioni per l’investimento della maggiore incertezza dovuta alle turbolenze nei mercati finanziari; solo il 9,2 per cento lo ritiene trascurabile.

Condizioni di accesso al credito

È quasi raddoppiata, al 28,6 per cento dal 15,2 della precedente inchiesta, la quota delle imprese per le quali le condizioni di accesso al credito sono peggiorate negli ultimi tre mesi; solo il 3,4 per cento le giudica migliorate.

Dinamica dell’occupazione

La quota di aziende che ritiene che la propria occupazione resterà invariata nei prossimi tre mesi si è ridotta di due punti percentuali rispetto a giugno, al 64,5 per cento. Il saldo negativo tra attese di aumento e di diminuzione è ulteriormente peggiorato (a –9,9 punti percentuali, da –1,5).

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