Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita - giugno 2007, n. 46Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Fra l’1 e il 29 giugno 2007 si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale Banca d’Italia – Il Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita, riferita al mese di marzo 2007. Hanno partecipato 444 imprese con almeno 50 addetti, di cui 240 operanti nell’industria e 204 nei servizi.

I principali risultati

Aspettative di inflazione al consumo in Italia

L’inflazione attesa per i prossimi dodici mesi è pari al 2,1 per cento; non si osservano variazioni rispetto al trimestre precedente. Nel mese di giugno 2007 il tasso di inflazione al consumo è stato del 1,9 per cento, 0,6 punti percentuali al di sotto delle attese espresse dalle imprese nel giugno 2006.

Valutazioni sulla situazione economica generale

I giudizi delle imprese presentano segnali positivi: il 25,7 per cento delle imprese ritiene che la situazione economica generale dell’Italia sia migliorata rispetto a tre mesi fa, il 60,3 la considera invariata, il 14 per cento peggiorata. Il saldo tra giudizi positivi e negativi è tuttavia in diminuzione, passando dai 31,6 punti percentuali di marzo 2007 agli attuali 11,7.

La quota di valutazioni positive è più elevata per le imprese con 1000 addetti e oltre (38,9 per cento) e per quelle dei servizi (28 per cento); i giudizi negativi sono invece relativamente più frequenti nel Mezzogiorno (19,9 per cento) e per le imprese con un numero di addetti compreso tra 50 e 199 (17,4 per cento).

Per il futuro le imprese segnalano un ottimismo minore rispetto alla scorsa rilevazione. Il 22,5 per cento delle imprese ritiene che la probabilità di miglioramento della situazione economica generale nei prossimi tre mesi sia nulla, mentre il 28,5 per cento valuta che sia superiore a un quarto; a marzo le corrispondenti percentuali risultavano rispettivamente pari al 15,5 e al 33,9 per cento. I segnali più positivi arrivano, come in passato, dalle grandi imprese. È forte la correlazione tra il giudizio espresso circa l’andamento dell’economia negli scorsi tre mesi e la probabilità di miglioramento indicata per i prossimi tre mesi.

Condizioni economiche in cui operano le imprese

Sebbene il 71,4 per cento delle imprese preveda di operare nei prossimi tre mesi in condizioni economiche invariate, la quota di coloro che si aspettano un’evoluzione positiva è superiore a quella di coloro che invece prevedono un peggioramento (17,6 contro 11 per cento). Il divario tra le due opzioni è diminuito rispetto alla scorsa rilevazione (6,6 punti percentuali contro i 14,1 di marzo). Si riscontra anche in questo caso una forte correlazione tra le valutazioni espresse e il parere relativo all’andamento dell’economia negli ultimi tre mesi.

In continuità con il passato, le imprese prevedono che nel prossimo trimestre gli effetti della dinamica dei costi delle materie prime e dal costo del lavoro sulla propria attività saranno negativi benché modesti. Di segno contrario e di analoga intensità dovrebbero essere gli effetti della domanda, sia interna sia estera.

Le previsioni relative alle condizioni economiche in cui opereranno le imprese tra tre anni rimangono positive: il 46,2 per cento delle imprese si attende un miglioramento (era il 53,4 per cento a marzo), il 22,8 per cento un peggioramento (18,6 per cento; tav. 8). Si riscontrano giudizi positivi più spesso nel Mezzogiorno (55,5 per cento) e per le imprese con 500 addetti e oltre (51,3 per cento).

Condizioni per l’investimento

Il 70,9 per cento delle imprese valuta che le condizioni per investire siano rimaste invariate rispetto a tre mesi fa (era il 63,5 per cento nella scorsa rilevazione). I giudizi negativi sono più frequenti di quelli positivi (16,3 per cento contro 12,9 per cento), contrariamente a quanto osservato in marzo (erano rispettivamente il 15,8 e il 20,7 per cento). Le più alte quote di valutazioni ottimistiche si osservano nel Mezzogiorno (19,5 per cento) per le imprese con 1000 addetti e oltre (18,4 per cento); i più forti segnali di peggioramento vengono, come già nella precedente rilevazione, dalle imprese del Nord Est (giudizi negativi nel 22,9 per cento dei casi).

Dinamica dell’occupazione

Per ciò che riguarda le prospettive dell’occupazione totale nei prossimi tre mesi, le previsioni di incremento superano quelle di riduzione (30 contro 18,4 per cento); il fenomeno era già stato osservato nel corso del 2006. Sono più orientate alla crescita degli occupati le imprese dei servizi (il 36,6 per cento prevede un aumento e il 16,7 un ribasso) e quelle del Nord Est (35,1 contro 9 per cento). Emerge una tendenza positiva anche per le imprese più piccole, che prevedono più occupati nel 25,4 per cento dei casi, e meno occupati nell’14,3 per cento. Sono in controtendenza invece il Mezzogiorno e il Centro: rispettivamente il 32,4 e il 21,4 per cento delle imprese operanti in quelle aree prevedono un decremento dell’occupazione, e solo il 23 e il 16,3 per cento un incremento. Le modifiche al rialzo appaiono prevalenti, come già in passato, anche se si considera la sola occupazione a tempo indeterminato (22,1 contro il 14,2 per cento al ribasso); anche l’occupazione a tempo determinato è valutata in aumento, come in passato, in particolare al Nord e nei servizi.

Variazione dei prezzi di vendita delle imprese

Le imprese in media hanno dichiarato un aumento dei propri prezzi di vendita del 2,9 per cento negli ultimi 12 mesi, 0,8 punti percentuali in più di quanto avevano previsto nel giugno 2006. Per il prossimo anno ci si attende un rialzo di 2,5 punti percentuali. Più sostenuta appare la dinamica delle imprese meridionali e di quelle dei servizi, sia in retrospettiva sia in prospettiva. Più contenuto è invece il movimento dei prezzi per il Nord Est. Le imprese segnalano un lieve effetto inflazionistico delle variazioni nei prezzi delle materie prime e del tasso di cambio dell’euro.

Di solito le imprese formulano previsioni di aumento dei propri prezzi di vendita inferiori a quello dell’indice generale nel corso dei 12 mesi successivi. In questa rilevazione, al contrario, l’aumento dei propri prezzi previsto tra giugno 2007 e giugno 2008 supera quello previsto per l’indice generale di 0,4 punti per centuali. La differenza tra il tasso di inflazione sui dodici mesi osservato a giugno 2007 e gli aumenti dei prezzi dichiarati dalle imprese nello stesso periodo è di -1,0 punti percentuali (in marzo il corrispondente divario era di -1,1 punti percentuali).

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