Indagine Sole 24 Ore-Banca d'Italia sulle aspettative di inflazione e crescita - dicembre 2005

Sono state intervistate 484 imprese con almeno 50 addetti, estratte casualmente dagli archivi Kompass. Le interviste sono state condotte dalla Questlab S.r.l. tra l’1 e il 30 dicembre 2005.

Sintesi dei risultati

Inflazione al consumo in Italia

L'inflazione attesa per i prossimi dodici mesi è pari al 2,5 per cento, in leggero aumento rispetto al dato rilevato lo scorso trimestre. La discrepanza tra inflazione prevista per i successivi dodici mesi e tasso effettivamente realizzato, per il mese più recente per il quale è possibile il confronto (settembre 2005), è stata di 0,3 punti percentuali in eccesso, stazionaria rispetto al mese di giugno 2005.

Situazione economica generale

Secondo il 61,4 per cento delle imprese, la situazione economica generale dell’Italia è invariata rispetto a tre mesi fa. Il 22,5 per cento ritiene invece che essa sia migliorata; il 16,1 per cento indica un peggioramento (percentuale dimezzata rispetto alla precedente rilevazione). La quota di giudizi negativi è minore della media nell'industria (12 per cento) e al Sud (8,9 per cento), maggiore invece tra le medie imprese (20,9 per cento).

Un terzo delle imprese ritiene che la probabilità di miglioramento della situazione economica generale nei prossimi tre mesi sia nulla (era il 41,6 nella precedente rilevazione), il 44,8 positiva ma minore del 25 per cento (dato invariato rispetto alla precedente rilevazione). Il 12,6 per cento valuta invece che le probabilità di miglioramento siano superiori alla metà (era il 5,9 nella precedente rilevazione). L’ottimismo è relativamente meno diffuso tra le medie imprese e al Centro. E’ forte la correlazione tra il giudizio espresso circa l’andamento dell’economia negli scorsi tre mesi e la probabilità di miglioramento indicata per i prossimi tre mesi.

Condizioni economiche in cui operano le imprese

Sette imprese su dieci prevedono che nei prossimi tre mesi opereranno in condizioni economiche invariate. La quota di coloro che prevedono un’evoluzione positiva (18,5 per cento) è superiore a quella di coloro che invece prevedono un peggioramento (12 per cento): il divario tra le due opzioni era invece minimo nella scorsa rilevazione. Gli effetti della dinamica dei prezzi delle materie prime e del costo del lavoro sull’attività delle imprese saranno debolmente negativi; moderatamente positivi saranno invece gli effetti di domanda, sia interna, sia estera. Si riscontra anche in questo caso una forte correlazione tra le valutazioni espresse ed il parere relativo all’andamento dell’economia negli ultimi tre mesi.

Il 60 per cento delle imprese prevede un miglioramento delle proprie condizioni economiche nei prossimi tre anni, il 14,4 per cento un peggioramento. Si riscontrano giudizi maggiormente positivi nel Nord Ovest (67,9 per cento); i giudizi negativi sono relativamente più frequenti nel Nord Est (22,8 per cento); non si riscontrano significative differenze tra industria e servizi.

Condizioni per l'investimento

Quasi i tre quarti delle imprese valuta che le condizioni per investire siano rimaste invariate rispetto a settembre 2005 (72,6 per cento). I giudizi negativi sopravanzano i positivi (16 contro 11,5 per cento), in misura non dissimile rispetto alla rilevazione precedente. Il divario è più accentuato nel Nord Est; al Sud le valutazioni sono ampiamente stazionarie (85,3 per cento).

Dinamica dell'occupazione

Per ciò che riguarda l’occupazione totale, le previsioni di incremento e quelle di riduzione si equivalgono (nella scorsa rilevazione il divario era di 9 punti percentuali a vantaggio delle imprese che prevedevano una riduzione dell’occupazione). Le modifiche al ribasso sono prevalenti per l’occupazione a tempo indeterminato (24,5 per cento, contro il 17,7 per cento di imprese che prevede un aumento); in rialzo viene segnalata invece l’occupazione a tempo determinato (24,3 per cento contro il 18,6 per cento di previsioni al ribasso; le due percentuali si equivalevano nella scorsa rilevazione). La dinamica è in generale più positiva della media nei servizi e nel Centro-Sud; è negativa nell'industria. L’occupazione a tempo determinato è valutata dalle imprese intervistate in sostenuto aumento tra le grandi imprese, nei servizi e in particolare nelle regioni del Sud e delle Isole.

Variazione dei prezzi di vendita delle imprese

Le imprese in media hanno aumentato i propri prezzi di vendita dell'1,1 per cento negli ultimi 12 mesi, meno di quanto avevano previsto nel dicembre 2004 (1,8 per cento). Per il prossimo anno ci si attende un rialzo di 1,7 punti percentuali, superiore all’1,4 per cento indicato in settembre. Particolarmente sostenuta appare la dinamica delle imprese del Centro. Secondo le imprese intervistate, gli aumenti si potranno ricondurre principalmente alle variazioni del tasso di cambio dell’euro e alle tensioni sul mercato delle materie prime. Le variazioni della domanda e del costo del lavoro eserciteranno, secondo le imprese intervistate, un’influenza nulla o trascurabile.

Le imprese prevedono sistematicamente che i propri prezzi aumenteranno meno dell’indice generale nel corso dei 12 mesi successivi. Con riferimento al passato, le imprese segnalano sistematicamente incrementi dei propri prezzi inferiori rispetto all'indice generale. Il differenziale relativo alle previsioni per dicembre 2006 si attesta su 0,8 punti percentuali, inferiore rispetto allo scorso trimestre (1 punto); analogamente, la differenza tra il tasso di inflazione effettivamente realizzato nei dodici mesi precedenti e gli aumenti dei prezzi dichiarati sullo stesso orizzonte temporale è di 1,2 punti percentuali (era di 1 punto nella precedente rilevazione).

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