Indagine Sole 24 Ore-Banca d'Italia sulle aspettative di inflazione e crescita - settembre 2005

Sono state intervistate 520 imprese con almeno 50 addetti, estratte casualmente dagli archivi  Kompass. Le interviste sono state condotte dalla Questlab S.r.l. tra il 31 agosto e il 28 settembre 2005.

Sintesi dei risultati

Inflazione al consumo in Italia

In Italia l'inflazione attesa per i prossimi dodici mesi è pari al 2,4 per cento, di un decimo di punto superiore al dato rilevato lo scorso trimestre; il valore resta tuttavia su livelli storicamente bassi. La distribuzione delle aspettative si presenta omogenea per classe dimensionale, settore e area geografica. La discrepanza tra inflazione prevista per i successivi dodici mesi e tasso effettivamente realizzato, per il mese più recente per il quale è possibile il confronto (giugno 2005), è stata di 0,3 punti percentuali in eccesso, stazionario rispetto al mese di marzo 2005.

Situazione economica generale

Secondo l’11,5 per cento delle imprese, la situazione economica generale dell’Italia oggi è migliorata rispetto a tre mesi fa (2,7 nella precedente rilevazione). Il 56,1 per cento ritiene che essa sia rimasta invariata; il 32,4 per cento indica invece un peggioramento (52,5 nella precedente rilevazione). La quota di giudizi positivi è lievemente maggiore della media nell'industria (13,3 per cento), nel Nord Ovest e al Centro (13,3 per cento), minore invece nel settore dei servizi (9 per cento). Nel Sud e nelle Isole sono particolarmente rarefatte le indicazioni positive (5,3 per cento).

La maggioranza delle imprese ritiene che la probabilità di miglioramento della situazione economica generale nei prossimi tre mesi sia positiva ma inferiore al 25 per cento (44,9 per cento; era il 39,4 nella scorsa rilevazione) o nulla (41,6 per cento; era il 48,6). Il 5,9 per cento valuta invece che le probabilità di miglioramento siano superiori alla metà (3,8 nella precedente rilevazione). Il pessimismo è più diffuso al Sud e nell’industria, rispetto al Nord Ovest e ai servizi. Si riscontra una forte correlazione tra il giudizio espresso circa l’andamento dell’economia negli scorsi tre mesi e la probabilità di miglioramento indicata per i prossimi tre mesi.

Condizioni economiche in cui operano le imprese

La maggioranza delle imprese prevede che nei prossimi tre mesi opererà in condizioni economiche invariate (68,4 per cento). La quota di ottimisti (15,5 per cento) è in aumento rispetto alla scorsa rilevazione (11,8); in calo quella dei pessimisti (16,1 per cento contro 23,1).

A partire dalla rilevazione di giugno 2005 è stata inoltre posta alle imprese una domanda riguardo le proprie condizioni economiche nel prossimo triennio. Il 53,2 per cento delle imprese prevede un miglioramento delle proprie condizioni economiche nei prossimi tre anni; il 20,4 per cento un peggioramento. Si riscontra un relativo maggior ottimismo al Centro (60,7) e al Sud (57,1 per cento); prevedono invece un peggioramento delle proprie condizioni maggiore della media le imprese dei servizi (24,2 per cento) e le imprese del Nord Est (23,2 per cento). I risultati non sono nel complesso dissimili rispetto alla scorsa rilevazione.

Condizioni per l'investimento

Un'ampia maggioranza delle imprese valuta che le condizioni per investire siano rimaste invariate rispetto a giugno 2005 (70,6 per cento). I giudizi che segnalano un peggioramento delle condizioni per l’investimento sono in numero maggiore rispetto a quelli positivi (18,0 contro 11,4 per cento) anche se il divario tra le due categorie risulta ridotto a 6,6 punti percentuali, rispetto ai 22,4 registrati nella rilevazione precedente (25,6 contro 3,2 per cento). Il Nord Est e i servizi indicano condizioni relativamente peggiori; il Centro segnala condizioni più favorevoli.

Dinamica dell'occupazione

La maggioranza delle imprese non programma variazioni per i prossimi tre mesi (rispettivamente 53,6, 60,3 e 59,9 per cento per l’occupazione totale, a tempo indeterminato e a tempo determinato). Per ciò che riguarda l’occupazione totale, il 27,7 per cento delle imprese prevede una riduzione e il 18,7 per cento una crescita. Le previsioni di modifiche al ribasso sono prevalenti per l’occupazione a tempo indeterminato (26,3 per cento, contro il 13,4 per cento di imprese che prevedono un aumento; sostanzialmente stabili sono invece le previsioni riguardanti l’occupazione a tempo determinato. Tra le grandi imprese e nell’industria prevalgono le previsioni al ribasso. L’occupazione a tempo indeterminato è prevista in flessione in particolare nel Nord Ovest; nelle regioni centro-meridionali risulta invece in aumento quella a tempo determinato.

Variazione dei prezzi di vendita delle imprese

Secondo gli intervistati, le imprese in media hanno aumentato i propri prezzi di vendita dell'1,0 per cento negli ultimi 12 mesi, meno di quanto avevano previsto nel settembre 2004 (1,9 per cento). Per il prossimo anno prevedono un rialzo di 1,4 punti percentuali, superiore allo 0,6 per cento indicato in giugno.

Le imprese prevedono sistematicamente che i propri prezzi aumenteranno meno dell’indice generale nel corso dei 12 mesi successivi. Analogamente, con riferimento al passato, le imprese segnalano sistematicamente incrementi dei propri prezzi inferiori rispetto all'indice generale. Il differenziale relativo alle previsioni per settembre 2006 si attesta su 1 punto percentuale, inferiore rispetto allo scorso trimestre (1,7 punti); la differenza tra il tasso di inflazione effettivamente realizzato nei dodici mesi precedenti e gli aumenti dichiarati sullo stesso orizzonte temporale è di 1 punto percentuale (era di 0,8 punti nella precedente rilevazione).

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