Nel 2011 l’occupazione ha continuato a diminuire, anche se in misura inferiore rispetto all’anno precedente (–0,2 contro –1,3). La dinamica negativa ha caratterizzato l’industria (–0,6 per cento), mentre nei servizi l’occupazione è risultata in lievissimo aumento (0,1 per cento). Secondo le aspettative degli imprenditori la contrazione dovrebbe proseguire nel corso del 2012 e interessare sia l’industria sia i servizi (rispettivamente –1,4 e –0,7 per cento).
Il numero di ore di Cassa integrazione guadagni per le imprese industriali con 50 addetti e oltre è diminuito rispetto all’anno precedente (4,8 per cento, da 6), rimanendo comunque su valori storicamente elevati.
Il fatturato in termini reali ha ristagnato, diminuendo dello 0,2 per cento rispetto al 2010. Per l’industria si registra un aumento dell’1,5 per cento, concentrato tra le imprese più orientate all’esportazione (4,8 per cento), a cui si è contrapposta la flessione del settore terziario (–2,1 per cento).
È diminuita rispetto al 2010 sia la quota di imprese in perdita (dal 25,5 al 24,7 per cento), sia quella delle imprese in utile (dal 57,9 al 57,4 per cento). Il saldo tra imprese in utile e in perdita è rimasto quindi pressochè invariato.
Gli investimenti fissi lordi sono diminuiti in termini reali del 2,6 per cento nel 2011, dopo l’incremento del 3,6 per cento registrato l’anno precedente. La diminuzione è risultata particolarmente accentuata tra le imprese industriali con meno di 200 addetti e tra quelle più orientate al mercato interno. I programmi per il 2012 prefigurano una forte flessione (–6,3 per cento), più marcata nella manifattura (soprattutto nei settori tradizionali del made in Italy).
Rispetto al 2010, è aumentata dal 7 al 12 per cento la quota di imprese che si sono viste negare del tutto o in parte dal sistema bancario richieste di nuovi prestiti. È raddoppiata (dal 18,9 al 35,2 per cento) la quota di imprese che segnalano l’inasprimento delle condizioni di indebitamento.