N. 30 - L'economia della Toscana

Economie regionali

Aggiornamento congiunturale

Novembre 2025
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Nella prima parte del 2025 l'attività economica in Toscana si è confermata debole, in un contesto di generale incertezza già caratterizzato da tensioni geopolitiche, ulteriormente acuite dall'instabilità legata alle nuove politiche commerciali degli Stati Uniti. L'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER), sviluppato dalla Banca d'Italia, segnala per il primo semestre un aumento del prodotto dello 0,3 per cento, leggermente inferiore al dato stimato per l'intero Paese. L'indicatore coincidente Regio-coin, che coglie l'andamento delle componenti di fondo del PIL, è tornato su valori negativi alla fine del secondo trimestre, dopo i segnali di recupero mostrati nel corso del primo.

La produzione industriale è ulteriormente calata; sui minori livelli di operatività del settore incide ancora la crisi del sistema moda avviatasi nel 2023. Le esportazioni toscane sono cresciute soltanto grazie al contributo della farmaceutica e dei metalli preziosi, che ha più che compensato la riduzione degli altri principali settori di specializzazione regionale. L'attività nel settore edile ha rallentato, ma ha continuato a beneficiare dei lavori per opere pubbliche connessi con l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. La crescita del terziario si è indebolita, condizionata dalla dinamica contenuta dei consumi delle famiglie, mentre il comparto turistico ha risentito soprattutto dell'andamento meno favorevole dei flussi di visitatori di provenienza nazionale e relativi agli esercizi alberghieri. La debolezza della congiuntura e l'elevata incertezza hanno frenato l'attività di investimento: i programmi formulati a fine 2024, che ne prevedevano un calo, sono stati perlopiù confermati. La situazione ciclica ha in parte inciso anche sulle condizioni economico-finanziarie delle imprese: redditività e liquidità sono leggermente peggiorate, ma si attestano ancora su livelli adeguati.

Nel primo semestre l'occupazione regionale è cresciuta, seppur in misura modesta e inferiore alla media nazionale. Allo stesso tempo è ulteriormente aumentato l'utilizzo degli ammortizzatori sociali, soprattutto nel comparto della moda, ma il tasso di disoccupazione è rimasto comunque stabile su un valore molto contenuto nel confronto storico. A fronte del peggioramento del clima di fiducia, le condizioni favorevoli sul mercato del lavoro e la disponibilità di credito hanno contribuito a sostenere i consumi.

Il credito al settore privato non finanziario è tornato ad aumentare nella prima parte dell'anno, riflettendo sia l'accelerazione dei finanziamenti alle famiglie, sia la minore flessione dei prestiti al settore produttivo; su questi ultimi ha comunque continuato a incidere la riduzione del credito alle imprese di minore dimensione. Nonostante la fase congiunturale debole, la qualità dei prestiti concessi da banche e società finanziarie alla clientela regionale si è mantenuta elevata; nel caso delle imprese, ciò riflette ancora la sostanziale tenuta degli equilibri di bilancio e il minor profilo di rischio delle aziende affidate negli ultimi anni. I depositi bancari hanno registrato un lieve calo, mentre il valore di mercato dei titoli a custodia detenuti da famiglie e imprese ha continuato a crescere.

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