N. 9 - L'economia della ToscanaRapporto annuale

Dopo la forte ripresa post-pandemica, nel 2023 l'economia toscana ha mostrato un netto rallentamento, condizionata dalla debolezza della domanda, su cui hanno inciso l'incertezza geopolitica, l'elevata inflazione e le politiche monetarie restrittive volte a contrastarla. Gli eventi alluvionali dello scorso novembre, che hanno interessato aree della Toscana caratterizzate da alta fragilità idrogeologica, hanno altresì prodotto conseguenze economiche significative nei territori colpiti, soprattutto per il settore della moda.

Il quadro macroeconomico

In base all'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) della Banca d'Italia, nel 2023 l'aumento del prodotto toscano è stato appena dello 0,6 per cento, più contenuto rispetto a quanto osservato per il Paese (0,9); la lieve crescita dello scorso anno è stata tuttavia sufficiente a completare il recupero dei livelli di attività persi nella crisi pandemica. Secondo l'indicatore coincidente Regio- coin Toscana, che coglie l'andamento della componente di fondo del ciclo economico, nel 2023 è proseguita la debole fase congiunturale avviatasi nella seconda metà del 2022; il recupero dell'indicatore nel primo trimestre dell'anno in corso segnala una stabilizzazione del prodotto al netto delle componenti più erratiche.

Sul quadro congiunturale continuano a gravare le deboli prospettive macroeconomiche e l'incertezza della situazione geopolitica internazionale, acuitasi con la crisi in Medio Oriente.

Le imprese

La debolezza ciclica ha accomunato i principali settori produttivi, seppur con dinamiche e intensità eterogenee. Le imprese manifatturiere hanno registrato una flessione della produzione e delle vendite, ascrivibile soprattutto alle piccole e medie aziende e al comparto della moda. Un andamento più favorevole ha interessato quelle di grandi dimensioni, grazie anche alla presenza di multinazionali, maggiormente aperte al commercio estero, più produttive e più innovative. A fronte della sostanziale stabilità nell'accumulazione di capitale, è rilevante la quota di imprese toscane che ha attuato o programmato investimenti di efficientamento energetico o volti a implementare l'utilizzo nei processi produttivi di tecnologie digitali avanzate. La debolezza della domanda globale e l'incertezza geopolitica hanno condizionato le esportazioni, che sono lievemente diminuite in termini reali, con cali significativi nella moda. Dopo il consistente recupero post-pandemico, l'attività del settore edile ha registrato un rallentamento, concentrato nel comparto residenziale privato, in un contesto di rimodulazione delle agevolazioni fiscali per il recupero del patrimonio abitativo; un andamento più favorevole ha riguardato la realizzazione di opere pubbliche, sostenute dai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). L'attività del terziario, frenata anche dalla debolezza dei consumi, ha segnato una marcata decelerazione. I flussi turistici sono ancora cresciuti, sebbene nella sola componente straniera, mentre la riduzione dell'attività industriale si è riflessa negativamente sui traffici commerciali negli scali toscani.

Il tasso netto di natalità delle imprese regionali è ulteriormente calato nello scorso anno, mantenendosi sistematicamente inferiore alla media nazionale. La Toscana si contraddistingue altresì per la minore incidenza di nuove imprese con elevate potenzialità di crescita, anche a parità di specializzazione settoriale. Le aziende regionali ad alta crescita risultano più concentrate nella manifattura e si caratterizzano per una compagine sociale con un'età media più bassa e per una maggiore quota di capitale detenuta da persone giuridiche, da uomini e da soci stranieri.

Nonostante il rallentamento congiunturale e l'aumento degli oneri finanziari, la redditività è stata favorevole per la gran parte delle imprese toscane, che hanno beneficiato dei minori costi energetici. La liquidità, sebbene in lieve riduzione, è rimasta su livelli storicamente elevati, contenendo la domanda di nuovi finanziamenti; ne è derivato un calo dei prestiti bancari al settore produttivo, diffuso tra comparti e classi dimensionali. È inoltre proseguita la riduzione della quota di crediti a imprese con maggiore probabilità di default. Il processo di restrizione monetaria si è riflesso in un generalizzato aumento dei tassi di interesse applicati ai finanziamenti, per fini sia di liquidità sia di investimento. La maggiore incidenza degli oneri bancari sui margini delle imprese è stata tuttavia mitigata dalla bassa quota di aziende in condizioni di fragilità finanziaria all'avvio della restrizione monetaria.

Il mercato del lavoro

Nel 2023 l'occupazione regionale è aumentata in misura moderata; il tasso di occupazione si è mantenuto elevato. L'incremento occupazionale si è concentrato nella prima parte dell'anno ed è quasi interamente riconducibile al settore dei servizi, principalmente nella forma dei contratti a tempo indeterminato. Negli ultimi due decenni, l'incremento degli occupati in regione è stato sostenuto dall'aumento dei lavoratori stranieri, che ha più che compensato il calo di quelli nati in Italia. Le forze di lavoro sono lievemente diminuite nello scorso anno e, in prospettiva, risentiranno anche delle tendenze demografiche non favorevoli. Il tasso di disoccupazione, già contenuto nel confronto storico, è sceso ulteriormente.

La dinamica delle retribuzioni in Toscana sarebbe risultata sostanzialmente in linea con quella media nazionale, mostrando un aumento notevolmente inferiore a quello dei prezzi. Nell'ultimo decennio le retribuzioni dei lavoratori dipendenti del settore privato si sono mantenute in regione su valori più contenuti rispetto a quelli registrati per il Paese e hanno risentito di una ricomposizione settoriale verso comparti con livelli salariali più bassi.

Le famiglie

Il reddito delle famiglie toscane si è lievemente ridotto in termini reali: il beneficio derivante dal permanere di condizioni favorevoli nel mercato del lavoro è stato compensato dall'erosione del potere d'acquisto derivante dall'inflazione. Nonostante la decelerazione dei prezzi registrata nel corso dell'anno, i consumi hanno progressivamente frenato. In prospettiva, il basso tasso di natalità, benché abbia subito nella crisi pandemica una deviazione positiva dal trend, condizionerà significativamente la dinamica dei consumi e le prospettive di crescita.

In un contesto di rallentamento congiunturale, l'indebitamento delle famiglie toscane ha fortemente decelerato; vi ha inciso la componente dei prestiti per l'acquisto di abitazioni, rimasta pressoché stazionaria, a fronte della crescita del credito al consumo, cui ha contribuito l'espansione della platea dei beneficiari. Le nuove erogazioni di mutui sono calate significativamente per tutte le classi di prenditori, frenate principalmente dal rialzo dei tassi di interesse che ne ha ridotto la domanda; l'aumento di costo ha riguardato soprattutto i nuovi prestiti indicizzati, favorendo la stipula di contratti a tasso fisso.

A seguito della crisi pandemica si è prodotto un aumento della propensione al risparmio delle famiglie toscane; si è altresì osservata una crescita della ricchezza finanziaria investita in attività liquide o con basso profilo di rischio, quali depositi e titoli di debito.

Il mercato del credito

Nel 2023 i prestiti al settore privato non finanziario regionale sono diminuiti: all'intensificarsi del calo dei finanziamenti alle imprese si è associata una moderata flessione, da fine anno, anche del credito alle famiglie. Alla contrazione dei prestiti alle imprese hanno contribuito sia la minore apertura di nuovi rapporti sia soprattutto la riduzione del credito per le relazioni già in essere. In un contesto di restrizione monetaria, a fronte di una domanda di nuovi finanziamenti ancora debole, le condizioni di offerta sono rimaste improntate alla cautela. Pur in un quadro di rallentamento ciclico, il deterioramento del credito si è mantenuto su livelli ancora storicamente contenuti; la quota dei finanziamenti in bonis alle imprese per i quali si è registrato un aumento significativo del rischio è tuttavia lievemente cresciuta. Nello scorso anno, l'incidenza del flusso dei crediti in bonis con ritardi nei rimborsi di almeno 30 giorni (tasso di ingresso in arretrato) è rimasta invariata su livelli inferiori al dato medio nazionale.

La finanza pubblica decentrata

Nel 2023 il complesso della spesa degli enti territoriali toscani ha continuato a crescere in termini nominali. Sugli esborsi correnti hanno inciso gli aumenti di acquisti di beni e servizi in ambito sanitario; le spese in conto capitale sono cresciute in misura marcata per tutte le tipologie di ente, principalmente in relazione all'attività di investimento sostenuta dalle risorse del PNRR, volte a finanziare in parte la transizione digitale e soprattutto opere pubbliche, che sono di importanza strategica per il territorio. Alla fine dello scorso anno, le gare bandite nell'ambito del PNRR per lavori pubblici in regione erano state aggiudicate per oltre tre quarti del valore totale. Tra il mese di novembre del 2021 e febbraio del 2024 erano stati avviati cantieri riguardanti gare per un importo complessivo pari a oltre la metà dell'ammontare aggiudicato.

Gli incassi non finanziari complessivi degli enti territoriali toscani sono aumentati: la crescita delle entrate correnti ha più che compensato il calo di quelle in conto capitale, tornate a diminuire dopo un biennio di espansione.

Il territorio e l'esposizione a eventi climatici estremi

In conseguenza del cambiamento climatico in atto, negli ultimi anni la frequenza degli eventi estremi è risultata in progressiva crescita anche a livello locale. La Toscana risulta, per conformazione del proprio territorio, tra le regioni italiane a maggiore fragilità idrogeologica; tale esposizione è aggravata anche da un consumo di suolo che, benché più contenuto rispetto alla media nazionale, è tuttavia superiore alla dinamica della popolazione.

L'alluvione dello scorso novembre, che si è concentrata in zone caratterizzate da un alto rischio idrogeologico, ha colpito un'area fortemente urbanizzata e con un'elevata concentrazione di imprese. Le conseguenze economiche sono state significative per il sistema produttivo, soprattutto per il comparto della moda. La maggiore frequenza degli eventi estremi ha altresì accresciuto la consapevolezza dei cittadini circa l'esposizione al pericolo idraulico, riflettendosi in differenziali nei prezzi delle abitazioni localizzate nelle aree più esposte al rischio.

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