Gli andamenti macroeconomici
Nel 2021 l'economia calabrese è stata caratterizzata da una significativa ripresa, seppure ancora insufficiente a colmare il calo osservato durante la crisi pandemica. Sulla base dell'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) della Banca d'Italia, l'attività economica in Calabria è cresciuta del 5,7 per cento rispetto al 2020, un dato sostanzialmente in linea col Mezzogiorno ma inferiore di circa un punto percentuale alla media nazionale. In particolare, la ripresa ha tratto vantaggio dall'allentamento delle precedenti misure di restrizione, reso possibile anche dall'accelerazione della campagna vaccinale. Grazie al rafforzamento del quadro congiunturale, l'uscita graduale delle misure di sostegno introdotte durante l'emergenza Covid-19 non ha generato rilevanti contraccolpi negativi.
Alla fine del 2021, e poi nei primi mesi del 2022, si è nuovamente registrato un rallentamento del ciclo economico, su cui ha inciso da una parte la nuova ondata epidemica legata alla variante Omicron e dall'altra l'incremento dei costi energetici, che si è poi particolarmente acuito da fine febbraio con lo scoppio della guerra in Ucraina. Le conseguenze negative del conflitto risultano diffuse tra le imprese calabresi, sebbene più forti nei settori ad alta intensità energetica, che pesano per il 9,6 per cento del totale del valore aggiunto regionale (8,5 in Italia). A fronte di una bassa quota degli scambi commerciali diretti con i paesi in guerra, i principali riflessi negativi sono legati alle ulteriori oscillazioni nei mercati di energia e materie prime, che hanno determinato forti rialzi dei costi di produzione. Le strategie aziendali messe in atto prevedono solo un parziale assorbimento dello shock attraverso una riduzione dei margini di profitto, a cui si affiancherebbe un incremento dei prezzi di vendita. Ciò potrebbe incidere sul potere di acquisto delle famiglie, specialmente quelle meno abbienti (più diffuse in Calabria rispetto al resto del Paese), per le quali è maggiore la quota di consumi assorbita da beni particolarmente interessati dagli aumenti (come elettricità, gas e prodotti alimentari).
Tra i fattori che potrebbero influire positivamente sulla crescita nel 2022 vi è invece l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che prevede in Calabria vari investimenti su infrastrutture e servizi pubblici, che si sommeranno a quelli che saranno realizzati con altre risorse nazionali ed europee. I benefici di tali misure dipenderanno però anche dalla capacità di progettazione e dalla velocità di realizzazione degli interventi da parte degli enti territoriali calabresi, che spesso nel passato sono risultate inadeguate.
Le imprese
Dopo le forti ripercussioni generate dall'emergenza Covid-19, le nostre indagini segnalano nel 2021 una diffusa risalita del fatturato delle imprese. La ripresa dell'attività economica è stata più rapida e intensa nel settore industriale e soprattutto nelle costruzioni, che hanno beneficiato della crescita degli investimenti pubblici e degli incentivi a sostegno degli interventi per la riqualificazione energetica. Nei servizi la ripartenza è stata più graduale e permane ancora maggiore distanza rispetto ai livelli di attività pre-pandemici. Nel complesso, gli investimenti privati hanno invece mostrato un andamento meno sostenuto rispetto al fatturato.
La ripresa congiunturale ha favorito il recupero della redditività e l'ulteriore incremento della liquidità delle imprese, che era già cresciuta marcatamente nel 2020 anche per l'ampio ricorso alle misure pubbliche di sostegno. La leva finanziaria delle imprese regionali si è ridotta, a eccezione delle aziende che hanno fatto ricorso a nuovi prestiti con garanzia dello Stato, per le quali il miglioramento degli indicatori di liquidità si è accompagnato a un aumento del grado di indebitamento.
L'uscita di aziende dal mercato è rimasta contenuta, mentre la natalità di impresa è risalita, anche se la crisi pandemica non ha promosso in regione un maggior orientamento verso iniziative imprenditoriali a più elevato contenuto digitale e innovativo, che ha invece caratterizzato il resto del Paese.
Il mercato del lavoro e le famiglie
Il mercato del lavoro calabrese ha beneficiato della ripresa produttiva. In particolare, nel 2021 sono cresciute le posizioni di lavoro dipendente, in un quadro che è stato caratterizzato da un ritorno delle assunzioni su livelli di poco inferiori a quelli del 2019 e da un numero ancora contenuto di cessazioni. La domanda di lavoro delle imprese ha favorito soprattutto le posizioni a bassa qualifica e a termine, mentre rimangono ridotte le assunzioni previste nelle categorie professionali più qualificate. Nonostante la rimozione del blocco introdotto durante la crisi da Covid-19, i licenziamenti sono rimasti ancora contenuti mentre vi è stata una risalita delle dimissioni volontarie, che potrebbero essere in buona parte connesse con transizioni da un lavoro a un altro nello stesso settore.
Grazie all'aumento dell'occupazione, i redditi nominali hanno recuperato i livelli pre-pandemici, favorendo la ripartenza dei consumi. Dopo il calo del 2020, le compravendite immobiliari sono fortemente cresciute, mostrando anche dei mutamenti nelle preferenze abitative rispetto al passato. La spesa delle famiglie è stata sostenuta dalle misure pubbliche di sostegno alle fasce più povere e dal ricorso al credito bancario, tornato ad aumentare. Il potere di acquisto dei redditi è stato tuttavia frenato dalla crescita dei prezzi al consumo, che si è accentuata a partire dalla seconda metà dell'anno.
Il mercato del credito
L'espansione dei prestiti bancari al settore privato non finanziario nel 2021 ha perso lievemente di intensità: il marcato rallentamento della componente relativa alle imprese è stato parzialmente compensato dall'accelerazione dei finanziamenti alle famiglie. La rischiosità del credito si è mantenuta su livelli storicamente molto contenuti, non risentendo della progressiva uscita dal regime di moratoria sui finanziamenti da parte delle famiglie e delle imprese, anche se i maggiori rischi risultavano concentrati tra coloro che avevano ancora moratorie in essere alla fine del 2021. Sul fronte della raccolta bancaria, dopo il forte aumento del 2020, il tasso di crescita dei depositi detenuti dalle famiglie e dalle imprese calabresi si è ridimensionato. Con riguardo alla struttura del mercato, il processo di razionalizzazione della rete fisica degli sportelli (in atto dal 2009) ha subito un'ulteriore accelerazione.
La finanza pubblica decentrata
Nel 2021 sono proseguiti gli interventi governativi a sostegno degli enti territoriali, che hanno evitato un peggioramento delle loro condizioni economico-finanziarie, già particolarmente fragili in Calabria. Le risorse straordinarie ricevute, assieme ai fondi comunitari riprogrammati, hanno consentito la realizzazione di misure emergenziali a favore di famiglie e imprese e una moderata ripartenza degli investimenti. Ulteriori fondi pubblici da destinare al miglioramento della qualità dei servizi erogati in particolare nel campo dell'istruzione e della sanità, oltre che alla riduzione dei divari infrastrutturali, saranno resi disponibili nell'ambito del PNRR e di altri interventi che prevedono, tra gli altri, il conseguimento di livelli minimi essenziali di prestazioni su tutto il territorio nazionale. In prospettiva, tuttavia, la possibilità di conciliare un'offerta adeguata di servizi da parte degli enti territoriali calabresi con il mantenimento degli equilibri di bilancio dipenderà anche dai successi ottenuti nella risoluzione di alcune criticità interne, con riguardo tra gli altri alla capacità di riscossione delle entrate proprie.