N. 102 - L'economia della SardegnaAggiornamento congiunturale

Nella prima parte dell'anno si è aggravata la fase recessiva dell'economia della Sardegna, avviatasi col brusco rallentamento della seconda metà del 2008, legato agli effetti della crisi economico-finanziaria internazionale. La produzione nel settore industriale ha ristagnato su livelli storicamente molto bassi, raggiunti dopo la forte flessione registrata nel terzo trimestre del 2008. Dai mesi estivi la domanda ha manifestato segnali di moderata ripresa, tuttavia, secondo le rilevazioni della Banca d'Italia, anche nel terzo trimestre si sono ridotti il fatturato e gli investimenti. Le esportazioni si sono dimezzate, per la contrazione del valore nominale delle vendite del settore petrolifero e, in parte, per i minori scambi degli altri comparti industriali. Anche nelle costruzioni l'attività produttiva si è ridotta: vi ha inciso il calo degli investimenti nell'edilizia residenziale. I ricavi della grande distribuzione sono aumentati in misura contenuta ed è rimasta debole l'attività degli altri esercizi al dettaglio; la domanda turistica è diminuita in particolare nel nord della regione. La fase congiunturale negativa si è riflessa sul mercato del lavoro con il calo dell'occupazione, soprattutto nel primo trimestre, la riduzione del tasso di attività e l'incremento del ricorso agli strumenti di integrazione salariale. Nei primi sei mesi del 2009 il credito bancario alla clientela residente ha continuato a rallentare, interessando in particolare le imprese. Anche il tasso di crescita dei prestiti alle famiglie si è ridotto, in prevalenza per il calo delle erogazioni dei mutui. Il quadro economico sfavorevole si è riflesso in un peggioramento della qualità del credito, in particolare nell'industria. I depositi presso il sistema bancario sono aumentati a un ritmo meno intenso: vi ha inciso la contrazione delle disponibilità delle imprese.

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