L'economia del Lazio nel 2001Rapporto annuale

Nel corso del 2001 l’andamento dell’economia laziale ha mostrato un rallentamento connesso con l’indebolimento della domanda interna per l’industria manifatturiera e con il calo delle esportazioni, concentrato nel secondo semestre. La domanda per i comparti del terziario si è mantenuta nel complesso stazionaria, mentre il settore delle costruzioni ha attraversato una fase congiunturale favorevole.

Il clima delle aspettative, reso particolarmente incerto dai gravi accadimenti internazionali, è migliorato sul finire dell’anno, in concomitanza con i segnali di recupero della domanda interna ed estera. L’occupazione si è accresciuta; l’incremento della forza lavoro è stato più intenso nelle costruzioni e nel terziario, ad esclusione del commercio, dove si osserva una riduzione; l’impiego del fattore lavoro è diminuito nell’industria manifatturiera. Il tasso di disoccupazione è sceso, in particolare nella seconda metà dell’anno; ha continuato ad ampliarsi il tasso di attività femminile.

L’evoluzione in corso d’anno degli impieghi bancari ha presentato una crescita intensa nel primo semestre e un successivo rallentamento; l’espansione dei finanziamenti ha riguardato sia la componente a breve, sia quella a medio e lungo termine. Vi ha contribuito l’ampliamento del credito alle imprese e alle società finanziarie e assicurative; i finanziamenti alle famiglie hanno mostrato una decelerazione. I flussi di nuovi prestiti in sofferenza sono diminuiti, in particolare per l’edilizia.

È proseguito il processo di ricomposizione della struttura per forme tecniche della raccolta bancaria, che nell’insieme ha determinato un rallentamento del tasso di crescita, per la riduzione dei ritmi di espansione dei conti correnti. Sono aumentate le operazioni pronti contro termine, mentre lo sviluppo delle obbligazioni bancarie è stato meno intenso dello scorso anno. Le consistenze complessive di titoli di terzi in deposito e delle gestioni patrimoniali bancarie per conto della clientela residente in regione sono lievemente diminuite; è aumentata la quota dei titoli detenuta dalle famiglie.

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