VI - Luigi Einaudi: libertà economica e coesione socialea cura di Alfredo Gigliobianco

«Non tutti gli uomini – scriveva Luigi Einaudi nel 1942 – hanno l’anima del soldato o del capitano disposti ad ubbidire o a lottare ogni giorno quant’è lunga la vita. Molti, moltissimi, forse tutti in un certo momento della vita sentono il bisogno di riposo, di difesa, di rifugio. Vogliono avere un’oasi dove riposare, vogliono sentirsi per un momento difesi da una trincea contro l’assillo continuo della concorrenza, della emulazione, della gara».

Fino a che punto la concorrenza possa governare la società senza strapparla e fino a che punto il welfare state la possa proteggere senza appiattirla sono interrogativi di Einaudi che oggi ritrovano un’acuta attualità. Utilizzando approcci diversi – storia, economia, epistemologia, linguistica – gli autori di questo libro affrontano i temi della giustizia sociale, dell’uguaglianza dei punti di partenza, della capacità di innovare non solo dell’economia, ma della società intera.

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