Bollettino Economico n. 3 - 2025
La crescita mondiale risente di un clima di incertezza e instabilità elevate
Il quadro internazionale è gravato da una perdurante instabilità politica e dai conflitti in corso. Una grande incertezza continua a caratterizzare le politiche commerciali, alimentata da una sequenza di annunci, sospensioni e contenziosi, nonché dall'imprevedibilità degli esiti dei negoziati tra gli stati uniti e i principali partner commerciali. Ne risente l'attività economica globale.
Per la prima volta in tre anni, nel primo trimestre del 2025 si è contratto il prodotto negli Stati Uniti, dove l'anticipo degli acquisti dall'estero in vista dell'entrata in vigore di nuovi più alti dazi, poi annunciati il 2 aprile, ha generato un marcato aumento delle importazioni.
L'accelerazione del commercio internazionale che ne è derivata è tuttavia destinata a essere transitoria, secondo gli indicatori disponibili. In Cina, dove l'attività è penalizzata ancora dalla debolezza della domanda interna e dalla crisi del mercato immobiliare, sono emersi i primi segnali di indebolimento delle esportazioni. L'OCSE ha rivisto nuovamente al ribasso le previsioni di crescita del PIL globale.
Il dollaro si deprezza
Nelle borse mondiali i corsi azionari hanno più che recuperato le perdite subite dopo gli annunci del 2 aprile, anche grazie alla temporanea sospensione dei dazi. Negli Stati Uniti l'incremento dei premi per il rischio, riconducibile alla revisione al ribasso del merito di credito sovrano e al peggioramento delle prospettive per le finanze pubbliche, ha contribuito al rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato decennali sino alla fine di maggio; la loro successiva flessione si associa anche ad attese di un orientamento più accomodante della politica monetaria. Il dollaro si è deprezzato e si è osservata una minore propensione degli investitori a detenere alcune attività denominate in dollari nel confronto con precedenti episodi di turbolenza finanziaria. L'euro si è rafforzato e i rendimenti dei titoli dei paesi dell'Unione monetaria sono diminuiti, soprattutto laddove il percorso di consolidamento dei conti pubblici ne ha sostenuto la domanda.
L'evoluzione recente del PIL dell'area riflette gli andamenti delle importazioni statunitensi
Nei primi tre mesi del 2025 la crescita economica dell'area è stata superiore alle attese. La dinamica del prodotto è stata sostenuta dall'anticipazione delle esportazioni verso gli Stati Uniti in vista dell'inasprimento dei dazi. Nei mesi primaverili l'attività dell'area si è indebolita, risentendo del venire meno della forte domanda statunitense e di una dinamica della domanda interna ancora frenata dall'elevata incertezza.
Secondo le più recenti proiezioni macroeconomiche degli esperti dell'Eurosistema, che presuppongono il mantenimento dei dazi al livello temporaneamente in vigore fino al 9 luglio, il PIL dell'area crescerebbe dell'1 per cento in media nel biennio 2025-26. L'inflazione al consumo, pari al 2 per cento in giugno, si manterrebbe coerente con l'obiettivo di medio termine nel triennio di previsione. L'instabilità delle politiche commerciali e dello scenario geopolitico rappresenta il principale fattore di rischio per le prospettive della crescita e dell'inflazione.
La BCE ha ridotto i tassi ufficiali
Nelle riunioni di aprile e di giugno il Consiglio direttivo della BCE ha ulteriormente ridotto il tasso di interesse sui depositi presso l'Eurosistema per un totale di 50 punti base, portandolo al 2,0 per cento. La diminuzione complessiva, pari a 200 punti base dall'avvio del ciclo di allentamento della politica monetaria nel giugno 2024, continua a trasmettersi al costo del credito.
In Italia è proseguita la crescita dell'attività economica
Il PIL italiano è cresciuto nel primo trimestre dello 0,3 per cento rispetto al periodo precedente, grazie all'aumento di consumi e investimenti e, in misura minore, della domanda statunitense. Dopo la prolungata riduzione iniziata nel 2022, sono emersi segnali positivi per l'attività manifatturiera, che rimane tuttavia esposta all'instabilità del contesto internazionale. Sulla base delle nostre valutazioni, nel secondo trimestre il prodotto ha rallentato. Alla dinamica contenuta dei consumi delle famiglie e della spesa per investimenti, che risentono del basso clima di fiducia e dell'elevata incertezza, si è associato l'indebolimento della domanda estera. L'attività è aumentata sia nell'industria sia nei servizi.
Secondo le nostre più recenti proiezioni il PIL crescerà dello 0,6 per cento nel corso del 2025 e di circa lo 0,8 nella media del biennio successivo. Il quadro previsivo è soggetto a una significativa incertezza riconducibile in particolare all'evoluzione delle tensioni geopolitiche e commerciali.
La domanda estera di titoli pubblici italiani si è mantenuta robusta
Nel primo trimestre il saldo corrente della bilancia dei pagamenti è rimasto su valori positivi, in linea con i livelli medi del 2024. Le esportazioni in volume sono aumentate, in parte per effetto dell'anticipazione degli acquisti degli importatori statunitensi. In base a nostre valutazioni quelle di beni sono diminuite in aprile e maggio. Gli acquisti netti di titoli pubblici italiani da parte degli investitori esteri si sono mantenuti cospicui. La posizione netta sull'estero si conferma ampiamente creditoria.
L'occupazione continua a crescere
Nel primo trimestre il numero degli occupati è salito nuovamente (dello 0,7 per cento rispetto al trimestre autunnale). Le ore lavorate sono aumentate nei servizi e nelle costruzioni, ma non nella manifattura, dove è ancora lievemente cresciuto il ricorso agli strumenti di integrazione salariale. Il tasso di disoccupazione è su valori bassi nel confronto storico; quello di partecipazione ha segnato un nuovo rialzo. L'andamento delle retribuzioni contrattuali si è mantenuto superiore all’inflazione, ma in termini reali esse restano ancora al di sotto dei livelli del 2021. Nel secondo trimestre il numero degli occupati ha continuato a salire, sebbene in misura più limitata, mentre la dinamica salariale si è lievemente indebolita.
L'inflazione resta contenuta
In primavera l'inflazione è rimasta attorno al 2 per cento, così come la sua componente di fondo, che ha riflesso una dinamica molto debole per i prezzi dei beni non energetici e una più sostenuta dei servizi. Le attese di inflazione di famiglie e imprese si confermano moderate. Nelle nostre proiezioni l'inflazione al consumo sarà in media pari all'1,5 per cento quest'anno e il prossimo, e risalirà al 2 nel 2027.
Prosegue il calo del costo del credito
La riduzione dei tassi ufficiali ha continuato a trasmettersi al costo della raccolta delle banche e a quello del credito. La contrazione dei finanziamenti alle società non finanziarie si è attenuata, ma rimane rilevante per le piccole imprese. La domanda di credito è ancora contenuta, mentre le politiche di offerta restano improntate alla prudenza, in ragione dell'elevata incertezza sulle prospettive economiche. Le imprese esportatrici hanno ridotto il ricorso a prestiti a più lunga scadenza, in genere destinati a finanziare investimenti in beni strumentali e ampliamenti della capacità produttiva.
La Commissione europea ha valutato positivamente il percorso di rientro dell'Italia dal disavanzo eccessivo
Sulla base delle stime aggiornate del documento di finanza pubblica 2025 dello scorso aprile, l'evoluzione della spesa netta è coerente con quanto concordato in sede europea. Nel pacchetto di primavera del semestre europeo diffuso all'inizio di giugno, la Commissione ha valutato positivamente il percorso di rientro del disavanzo dell'Italia nell'ambito della procedura per i disavanzi eccessivi.
Testo della pubblicazione
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11 luglio 2025Bollettino Economico n. 3 - 2025PDF 3 MB
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