Bollettino economico BCE, n. 1 - 2015

Il recente calo dei corsi petroliferi sostiene la ripresa dell’economia mondiale, che tuttavia rimane finora graduale e con andamenti difformi tra regioni. La crescita resta vigorosa negli Stati Uniti, sta perdendo slancio in Cina e non è ancora tornata a rafforzarsi in Giappone. Le condizioni economiche si sono ulteriormente deteriorate in Russia, ma gli effetti di propagazione agli altri mercati emergenti sono al momento limitati. L'interscambio mondiale evidenzia segnali di rafforzamento. Il calo dei prezzi dei beni energetici ha spinto al ribasso l’inflazione a livello mondiale.

Nei mercati finanziari dell’area dell’euro i tassi a breve termine del mercato monetario hanno registrato un’ulteriore flessione in un contesto di aumentata liquidità in eccesso, raggiungendo temporaneamente nuovi minimi storici. I tassi di interesse a lungo termine sono scesi su nuovi minimi storici, riflettendo la debolezza della crescita e la dinamica contenuta dell’inflazione, nonché le aspettative dei mercati sugli acquisti di debito sovrano da parte dell'Eurosistema. Al contempo i corsi dei titoli azionari dell’area dell’euro sono aumentati. Il tasso di cambio dell’euro si è deprezzato ulteriormente sia in termini effettivi nominali sia rispetto al dollaro statunitense. Nel complesso, gli indicatori economici e i risultati delle indagini più recenti rimangono coerenti con una moderata espansione dell’economia nell’area dell’euro sul breve periodo, mentre la recente caduta delle quotazioni petrolifere dovrebbe fornire un sostegno alla crescita nel lungo termine. Al tempo stesso i mercati del lavoro hanno evidenziato alcuni segnali ulteriori di miglioramento, ma la disoccupazione resta elevata e il grado di capacità produttiva inutilizzata dovrebbe diminuire solo gradualmente.

L’inflazione misurata sull’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) è diminuita notevolmente a dicembre nell’area dell’euro, portandosi a -0,2 per cento. Sulla base delle informazioni al momento disponibili, le prospettive a breve termine per l’inflazione rimangono deboli ed è probabile che il tasso sui dodici mesi calcolato sullo IAPC rimanga su livelli molto bassi o negativi nei prossimi mesi. L’inflazione dovrebbe aumentare gradualmente nel prosieguo del 2015 e nel 2016 per effetto delle misure di politica monetaria adottate dalla BCE, della ripresa in atto e dell’ipotesi di un aumento progressivo dei corsi petroliferi nel periodo a venire incorporata nelle quotazioni dei future.

L’analisi monetaria indica che l’espansione sui dodici mesi dell’aggregato monetario ampio (M3) ha registrato un ulteriore recupero in novembre. Nel contempo il calo dei prestiti alle società non finanziarie ha continuato a ridursi, mentre la crescita dei prestiti alle famiglie si è stabilizzata su un livello lievemente positivo. Questi andamenti sono stati agevolati da una riduzione generalizzata e sostanziale dei tassi sui prestiti a partire dall’estate del 2014, come segnalato nell’indagine di gennaio 2015 sul credito bancario nell’area dell’euro. Nonostante il miglioramento delle condizioni di finanziamento, i criteri di erogazione dei prestiti rimangono relativamente restrittivi. Le misure di politica monetaria adottate dalla BCE dovrebbero sostenere un ulteriore miglioramento dei flussi creditizi.

Nella riunione del 22 gennaio 2015, sulla base della consueta analisi economica e monetaria, il Consiglio direttivo della BCE ha condotto un attento riesame delle prospettive per l'andamento dei prezzi e dello stimolo monetario conseguito e ha pertanto assunto le decisioni indicate qui di seguito.

  • Innanzitutto, ha deciso di avviare un programma ampliato di acquisto di attività comprendente sia i programmi già in essere per l’acquisto di obbligazioni garantite e titoli emessi a fronte di operazioni di cartolarizzazione, sia l’acquisto nel mercato secondario di obbligazioni di qualità elevata (investment grade) denominate in euro, collocate da amministrazioni dei paesi dell’area dell’euro, agenzie situate nell’area e istituzioni europee.
  • In secondo luogo, ha deciso di modificare il tasso di interesse applicato alle sei rimanenti operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (OMRLT), eliminando il differenziale di 10 punti base sul tasso delle operazioni di rifinanziamento principali (ORP) dell’Eurosistema applicato per le prime due OMRLT.
  • In terzo luogo, in linea con le proprie indicazioni prospettiche (forward guidance), ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento della BCE.

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