Rapporto sulla stabilità finanziaria n. 1 - 2022

Con lo scoppio del conflitto in Ucraina i rischi per la stabilità finanziaria sono aumentati, sebbene rimangano contenuti rispetto a precedenti episodi di tensione. Il rallentamento dell’attività economica e il rialzo dei tassi di interesse potrebbero esporre il Paese a rischi, anche in considerazione del forte aumento dell’incidenza del debito pubblico a seguito della crisi pandemica.

Nel 2021 il reddito disponibile delle famiglie è cresciuto e il clima di fiducia è migliorato, ma la guerra e l’aumento dell’inflazione condizionano negativamente le prospettive. L’indebitamento in rapporto al reddito è stabile e molto più basso della media dell’area dell’euro. Gli interventi del Governo contribuiscono a contenere gli effetti dei rincari dei beni energetici sui nuclei finanziariamente più vulnerabili. I rischi per la stabilità finanziaria derivanti dal settore delle famiglie rimangono circoscritti.

Nonostante il miglioramento ciclico del 2021, la vulnerabilità finanziaria delle imprese è in aumento, per la maggiore incidenza della spesa energetica, per le difficoltà di approvvigionamento di materie prime e prodotti intermedi e, per alcune società, per le conseguenze dirette delle sanzioni imposte a Russia e Bielorussia.

La qualità degli attivi delle banche si mantiene ancora mediamente buona, la redditività è migliorata e la patrimonializzazione è stabile, ma la guerra costituisce una significativa fonte di incertezza; può produrre conseguenze rilevanti attraverso molteplici canali, diretti e indiretti, di natura finanziaria e economica.

Il settore assicurativo ha una moderata esposizione agli effetti del conflitto; i rischi per la stabilità finanziaria derivanti dal comparto dei fondi comuni restano contenuti.