Presentazione del rapporto annuale sul 2021 "L'economia della Toscana"

Viene presentato oggi a Firenze il rapporto annuale "L'economia della Toscana".

Dopo le pesanti conseguenze generate dalla pandemia di Covid-19, nel 2021 l'economia toscana è risultata in forte recupero.

La crescita, delineatasi già nella prima parte dell'anno, è stata sospinta anche dalla ripresa dei flussi turistici e di alcuni settori manifatturieri di specializzazione regionale, come la moda. Sul finire del terzo trimestre si sono tuttavia intensificate le difficoltà di approvvigionamento di alcuni input produttivi e le tensioni al rialzo sui prezzi, aggravatesi ulteriormente con lo scoppio del conflitto in Ucraina, con forti condizionamenti sulla ripresa.

Il quadro macroeconomico

In base all'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) della Banca d'Italia, la crescita del prodotto toscano è stata del 6,5 per cento nel 2021, pressoché in linea con la stima formulata dall'Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana (IRPET) e con la media del Paese. L'indicatore coincidente Regiocoin-Toscana, sviluppato dal nostro Istituto, evidenzia la ripresa delle componenti di fondo dell'attività. Il recupero è stato particolarmente intenso fino all'estate per poi ridimensionarsi nello scorcio dell'anno, in concomitanza con una nuova fase di recrudescenza dei contagi e con l'acuirsi delle strozzature sulle catene di approvvigionamento e dell'aumento dei prezzi.

Sul quadro congiunturale gravano rischi al ribasso nell'anno in corso, per effetto della crisi energetica in atto, inasprita dalle conseguenze del conflitto in Ucraina. All'inizio del 2022, l'IRPET stimava un incremento del prodotto toscano lievemente sopra il 4 per cento: in base agli scenari riguardanti la durata e l'intensità dei rincari, la crescita annuale potrebbe arrivare anche ad annullarsi.

Le imprese

Dopo le pesanti ricadute dovute al forte calo della domanda e alle restrizioni introdotte nelle diverse fasi dell'epidemia, nel 2021 la ripresa delle attività produttive è stata diffusa e consistente, soprattutto nei comparti della moda e nelle attività collegate al turismo, settori maggiormente penalizzati dalle misure di contenimento del contagio. Le imprese manifatturiere hanno registrato un significativo aumento della produzione, degli investimenti e del fatturato; le vendite all'estero hanno superato in misura marcata i livelli pre-crisi. Nel settore delle costruzioni vi è stata una vivace ripresa dell'operatività, riportatasi, dopo il temporaneo blocco dei cantieri nel 2020, ben al di sopra dei livelli pre-pandemici. Nelle attività terziarie i flussi turistici, che si erano pressoché azzerati tra marzo e maggio del 2020, hanno mostrato un vigoroso incremento nello scorso anno, pur rimanendo ancora sotto i livelli pre-pandemia; il recupero è stato trainato dalla componente domestica e dal turismo balneare e rurale. La ripresa dell'attività economica e dei viaggi ha altresì favorevolmente influenzato i traffici di merci e di passeggeri.

Nel biennio 2020-21, la Toscana ha risentito pesantemente e più dell'Italia del forte calo del turismo extraeuropeo, in cui risulta specializzata, legato alle città d'arte e caratterizzato da livelli di spesa più elevati. Nella crisi sanitaria vi è stata anche una ricomposizione dei flussi turistici con un aumento dell'incidenza dei viaggiatori più giovani e di quelli già stati recentemente nel nostro paese; si è registrata inoltre una maggiore preferenza a pernottare in alloggi privati. Le tensioni geopolitiche, che si riflettono anche sulla percezione del rischio e sui costi legati al viaggio, potrebbero ritardare il recupero del turismo straniero, unitamente agli effetti di una pandemia non ancora pienamente superata.

Il miglioramento del quadro congiunturale si è riflesso positivamente sulla redditività delle imprese; la liquidità del sistema produttivo è rimasta elevata, contenendo la domanda di nuovi finanziamenti. Sul volgere dell'anno, in presenza del progressivo minor utilizzo delle misure di sostegno al credito, i prestiti bancari hanno segnato un deciso rallentamento, soprattutto per le imprese più piccole. Le misure governative di supporto alla liquidità (moratorie e garanzie), introdotte durante la crisi pandemica, hanno determinato una significativa riduzione della quota di imprese affidate a maggiore probabilità di default, una ricomposizione verso l'indebitamento a medio e a lungo termine e una generalizzata flessione del costo del credito applicato alle diverse classi di rischio.

I rincari degli input produttivi hanno generato un consistente aumento dei costi di produzione, frenando la ripresa dell'attività economica. La Toscana si caratterizza per una quota di valore aggiunto dei settori ad alta intensità energetica lievemente inferiore alla media nazionale, con un'esposizione maggiore nell'industria cartaria. Considerando tuttavia sia gli effetti diretti dei rincari sia quelli indiretti lungo le relazioni di filiera, le imprese regionali avrebbero fronteggiato alla fine dello scorso anno un aumento medio dei costi del 4,4 per cento, ulteriormente salito a marzo scorso, un valore simile all'analogo dato nazionale; l'impatto sarebbe stato quasi doppio nella manifattura. Di contro, il conflitto in Ucraina e le sanzioni commerciali e finanziarie adottate verso Russia e Bielorussia avrebbero un effetto contenuto sulle esportazioni regionali, a fronte della bassa incidenza di tali mercati sull'export toscano.

Il mercato del lavoro

Nella media del 2021 l'occupazione è rimasta pressoché stazionaria. Il graduale sblocco del divieto di licenziamento, introdotto nel 2020 per contenere le ricadute della pandemia sul lavoro, non ha avuto ripercussioni di rilievo.

Si sono registrati aumenti degli occupati principalmente nella seconda parte dell'anno, ancorché i livelli restino nel complesso leggermente inferiori a quelli pre-crisi, e per la compagine femminile, che era stata più penalizzata dall'impatto della pandemia. Sebbene la Toscana si caratterizzi per una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro rispetto al Paese, il divario regionale tra i generi permane ancora elevato e si è acuito nel 2020. Il tasso di attività delle donne si è infatti ridotto nella pandemia, anche per motivazioni legate alle cure familiari.

Le famiglie

Il reddito e i consumi delle famiglie toscane sono tornati a crescere lo scorso anno, beneficiando della ripresa economica e delle misure di sostegno pubblico finalizzate al contrasto della crisi sanitaria. Oltre all'aumento della povertà e del numero di famiglie percettrici di misure di sostegno, la pandemia ha prodotto anche un ampliamento dei fenomeni di dispersione scolastica, con un possibile impatto negativo sull'accumulazione di capitale umano. Nell'anno in corso, l'incremento dei prezzi dell'energia e dei prodotti alimentari, nonché il calo di fiducia innescato dalla guerra, potrebbero frenare la ripresa dei consumi, incidendo maggiormente sui nuclei con condizioni socioeconomiche più fragili.

La ricchezza netta delle famiglie toscane è lievemente cresciuta nel periodo pandemico. Tuttavia dal 2010 al 2020 essa ha mostrato una flessione per la caduta di valore della componente reale, soprattutto abitativa. Il distanziamento e l'isolamento sociale attuati nella pandemia hanno condizionato profondamente lo stile di vita e i comportamenti delle famiglie, incidendo sulla percezione dell'importanza del contesto abitativo. Le nuove richieste di abitazioni in Toscana si sono orientate, con maggiore frequenza rispetto al passato, verso alloggi più grandi, dotati di spazi esterni e situati in aree a bassa densità abitativa, riflettendo un possibile mutamento nelle preferenze prodottosi a seguito della crisi.

In un contesto di condizioni di offerta favorevoli, si è registrata nel 2021 una nuova crescita dell'indebitamento delle famiglie, sia nella componente del credito al consumo, grazie al recupero della spesa, sia in quella dei prestiti per l'acquisto di abitazioni, sostenuti anche dalla forte ripresa delle contrattazioni immobiliari. Le nuove erogazioni di mutui hanno interessato soprattutto le famiglie più giovani. La partecipazione al mercato del credito degli stranieri residenti è cresciuta considerevolmente nell'ultimo decennio, favorendone l'inclusione economico-finanziaria.

Il mercato del credito

Nel 2021 i prestiti all'economia toscana sono aumentati a un ritmo analogo a quello dell'anno precedente: all'accelerazione del credito alle famiglie si è associata la decelerazione dei finanziamenti alle imprese, indotta dal progressivo minore utilizzo delle misure di sostegno. In tale contesto le politiche di offerta hanno continuato a rimanere accomodanti, con una generalizzata riduzione dei costi applicati. In un quadro di ripresa economica, il tasso di deterioramento del credito si è mantenuto su livelli storicamente contenuti e la quota dei finanziamenti in bonis alle imprese classificate a maggior rischio è lievemente calata, pur rimanendo ancora al di sopra dell'analogo dato nazionale. Il permanere della qualità dei finanziamenti su livelli elevati è stato favorito dalle misure governative, specialmente dal ricorso alle moratorie, che hanno riguardato circa un quinto dei prestiti al settore produttivo; tra le aziende con i requisiti di accesso, ne hanno beneficiato soprattutto quelle mediamente più rischiose.

In prospettiva, la qualità dei prestiti alle imprese potrebbe risentire dell'aumento dei prezzi dell'energia, con un innalzamento della rischiosità del credito soprattutto per i settori a maggiore intensità energetica. In un orizzonte di più lungo periodo, accresciuti rischi finanziari possono derivare anche dai cambiamenti climatici. L'esposizione di taluni territori a un rischio idrogeologico medio-alto coinvolge oltre un terzo dei prestiti alle imprese localizzate in regione, con un'incidenza dell'associato rischio di default molto più elevata della media nazionale.

La finanza pubblica decentrata

Nel 2021 la spesa corrente primaria è cresciuta in Toscana, in connessione sia con le maggiori spese per l'acquisto di beni e servizi e per il personale sanitario sia con l'incremento dei trasferimenti a favore di imprese e famiglie. Dopo il ristagno dell'anno precedente, anche la spesa per investimenti ha ripreso a crescere. In prospettiva, gli investimenti delle Amministrazioni locali beneficeranno delle risorse messe a disposizione a livello regionale dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) in alcuni rilevanti comparti di attività, tra cui la riqualificazione e la mobilità urbana, l'edilizia scolastica e i servizi alla prima infanzia. Le effettive ricadute sul territorio di tali interventi dipenderanno tuttavia anche dalla celerità di progettazione e realizzazione dei bandi pubblici e delle relative opere.

Nel 2021 l'andamento delle entrate degli enti territoriali toscani ha continuato a essere influenzato dai trasferimenti statali volti a fronteggiare le esigenze dettate dalla pandemia. Gli incassi non finanziari sono di nuovo saliti, ancorché in misura inferiore rispetto a quanto registrato in precedenza.

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