L'economia della Sardegna. Rapporto annuale sul 2014

Viene presentato oggi a Cagliari il rapporto su "L'economia della Sardegna".

I lavori saranno conclusi dal Vice Direttore generale della Banca d'Italia, Valeria Sannucci.

"Nel 2014 la congiuntura economica della Sardegna è rimasta complessivamente ancora debole; nel corso dell’anno, tuttavia, sono emerse indicazioni, ancora fragili, di un miglioramento del quadro economico complessivo. In base alle stime rilasciate da Prometeia il prodotto interno lordo regionale è diminuito dell’1,8 per cento a valori costanti; nell’anno precedente, secondo i dati dell’Istat si era registrata una contrazione a prezzi correnti del 3,4 per cento. In base alle informazioni sinora disponibili l’attività economica dovrebbe rafforzarsi nell’anno in corso.

La debole domanda interna continua a incidere negativamente sull’economia regionale. In particolare, i consumi delle famiglie sono rimasti sui livelli più bassi dall’inizio della crisi e anche l’apporto del settore pubblico ha continuato a essere moderato. Nel 2014 si è tornati a registrare un contributo positivo degli investimenti produttivi, dopo il forte ridimensionamento degli ultimi anni. Si confermano le complessive difficoltà del sistema economico regionale nell’espandere la propria presenza sui mercati internazionali: al netto del settore petrolifero il contributo della domanda estera è stato modesto.

L’attività industriale si è leggermente intensificata, sebbene ciò si sia riflesso solo marginalmente sui risultati delle imprese. Secondo le indagini della Banca d’Italia condotte nel primo trimestre dell’anno in corso, si sono osservati un rafforzamento degli ordinativi, in particolare indirizzati verso il comparto agroalimentare, e una ripresa dell’accumulazione di capitale. Nel settore delle costruzioni si è arrestata la contrazione dell’attività produttiva che aveva caratterizzato gli ultimi anni: vi ha contribuito l’espansione degli investimenti in infrastrutture da parte del settore pubblico. La debolezza dei consumi ha continuato a incidere negativamente sulle imprese del commercio; tra gli altri comparti del terziario è proseguita la crescita dell’attività nel turismo e l’espansione dei flussi di trasporto marittimo e aereo.

L’occupazione regionale è tornata a crescere in misura moderata, dopo la forte contrazione del  recedente biennio. In presenza di una più sostenuta offerta di lavoro, prevalentemente da parte delle donne, la disoccupazione ha continuato ad aumentare leggermente. Le probabilità di trovare un impiego continuano a essere più sfavorevoli per i giovani; in tale contesto, nel corso della crisi è aumentato l’incentivo per gli individui in questa classe di età a migrare verso le regioni del Centro-Nord e all’estero.

Nel 2014 è proseguita la flessione del credito al settore privato, in attenuazione rispetto agli ultimi anni. Sulla dinamica continua a pesare la debolezza della domanda di finanziamenti, soprattutto da parte delle imprese. Dal lato dell’offerta si è osservata una stabilizzazione nelle condizioni di accesso al credito praticate dagli intermediari.

I prestiti alle imprese hanno continuato a ridursi, soprattutto nei servizi e nelle costruzioni, risentendo dell’incerto riavvio dell’attività produttiva. La contrazione è risultata tuttavia progressivamente più moderata nel corso dell’anno e ha riguardato in particolare la clientela classificata come rischiosa; per le aziende considerate non rischiose si è interrotto il calo registrato nel biennio precedente. Anche i finanziamenti alle famiglie sono diminuiti, sebbene anch’essi a ritmo inferiore rispetto al 2013: è proseguita la flessione del credito al consumo e dello stock dei mutui immobiliari. Per questa tipologia di prestiti sono tornati ad aumentare i flussi di nuove erogazioni a partire dal secondo semestre. Le misure espansive di politica monetaria da parte della Banca Centrale Europea e condizioni di finanziamento più distese per gli intermediari hanno contribuito al contenimento dei tassi di interesse, sia sui prestiti a breve termine sia su quelli a medio e lungo termine.

Nel complesso, la qualità del credito in regione è ulteriormente peggiorata. Sulla crescita del tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti ha inciso soprattutto il progressivo deterioramento di posizioni già caratterizzate da gradi di anomalia intermedi aperte a favore del settore produttivo. La qualità dei finanziamenti alle famiglie è rimasta sostanzialmente invariata, su livelli in linea con quelli del paese.

È proseguita la razionalizzazione della rete territoriale delle banche, che si è riflessa in un calo della densità degli sportelli in rapporto alla popolazione residente. In Sardegna si conferma tuttavia una elevata concentrazione di dipendenze bancarie in aree caratterizzate da un basso grado di urbanizzazione; negli ultimi anni, nonostante il ridimensionamento osservato, si è ridotta la distanza tra gli sportelli e le imprese affidate".

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