Sfruttando un'opzione prevista dalla BRRD il legislatore italiano ha ritardato al 2016 l'entrata in vigore delle disposizioni della direttiva relative al bail-in. Ciò ha permesso di applicare alle quattro banche poste in risoluzione nel novembre del 2015 il solo burden sharing (che ha coinvolto nell'assorbimento delle perdite, oltre agli azionisti, solo i titolari di obbligazioni subordinate) e non anche il bail-in, che avrebbe invece comportato il sacrificio anche dei portatori di obbligazioni senior e, potenzialmente, di depositanti non protetti.