L'oro è un metallo raro: fino ad oggi (dicembre 2024) ne sono state estratte oltre 216.000 tonnellate (fonte World Gold Council), mentre rimarrebbero da estrarre meno di 60.000 tonnellate (secondo la US Geological Survey), con il numero di nuove miniere in costante riduzione.
L'oro è apprezzato non solo per la sua rarità, ma anche per le sue caratteristiche fisico-chimiche: è duttile, malleabile e resistente a fattori come l'ossigeno e i reagenti chimici. Quest'ultima caratteristica ne impedisce il deterioramento e rende possibile custodirlo per lunghi periodi.
Dal punto di vista finanziario l'oro è un efficace strumento di copertura contro eventi avversi. Il suo prezzo tende infatti a salire nei momenti in cui gli operatori finanziari percepiscono un elevato livello di rischio, ad esempio in situazioni di crisi finanziarie. L'investimento in oro può quindi offrire una protezione contro scenari considerati molto rischiosi, sebbene poco probabili.
In caso di crisi valutarie, una banca centrale può disporre dell'oro, al pari delle riserve in valuta estera, per preservare la fiducia nella valuta nazionale utilizzandolo come garanzia per ottenere prestiti o, in ultima istanza, vendendolo sul mercato per acquistare la valuta nazionale così da sostenerne il valore. Un considerevole ammontare di oro garantisce a una banca centrale una più elevata capacità di azione nel preservare la fiducia nel sistema finanziario nazionale.
L'oro è anche un buon presidio contro l'inflazione, in quanto tende a mantenere il suo valore nel tempo. Inoltre, a differenza delle valute fiduciarie, l'oro non è un'attività "emessa" da un Governo o da una banca centrale e quindi il suo valore non è condizionato dalla solvibilità dell'emittente.
Infine, una parte dell'oro deve essere detenuta cautelativamente per soddisfare eventuali richieste da parte della BCE di ulteriori conferimenti (cd further calls) ex art. 30 dello Statuto del Sistema europeo di banche centrali e della BCE.
Possedere oro comporta anche dei costi, derivanti dalla sua custodia e dai mancati guadagni legati all'assenza di interessi e dividendi che maturerebbero su un investimento in titoli finanziari di pari ammontare.