Turnover - aprile 2010

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Nel mese di aprile del 2010, la Banca d'Italia ha condotto la consueta indagine triennale, curata fino al 2007 dal'Ufficio Italiano dei Cambi, sul volume delle transazioni effettuate sui mercati dei cambi e derivati dalle principali banche residenti,. L'indagine è stata condotta contemporaneamente da 54 banche centrali e autorità monetarie sotto l'egida della Banca dei Regolamenti Internazionali, la quale provvede a diffondere i risultati globali preliminari, dopo averli depurati della doppia contabilizzazione "cross-border".

L'indagine sul mercato italiano ha riguardato un campione di 35 banche (33 aziende di credito italiane e 2 filiale di banche estere). Si stima che l'attività di questi intermediari nel settore dei cambi e dei prodotti derivati rappresenti rispettivamente circa l'88 e il 92 per cento del totale, mentre il campione dell'indagine del 2007 rappresentava l'82 e il 92 per cento. I dati sono rapportati a una base giornaliera e depurati della doppia contabilizzazione delle transazioni svolte tra gli intermediari del campione (ma non di quella cross-border che è effettuata dalla BRI).

Nell'aprile del 2010 il volume lordo complessivo delle negoziazioni in cambi e dei derivati su valute dell'intero sistema, tenendo conto della rappresentatività del campione, è stato dell'ordine di 707 miliardi di dollari, pari a 682 miliardi di dollari al netto della doppia contabilizzazione (901 e 865 nel 2007). Il volume medio giornaliero degli scambi, considerati i 21 giorni lavorativi del mese di riferimento, è stimato in circa 32 miliardi di dollari (46 nel 2007). Aggiungendo al mercato dei cambi i prodotti derivati del mercato dei tassi d'interesse, il volume lordo mensile è ammontato a 1.460 miliardi di dollari, pari a 1.304 miliardi di dollari al netto della doppia contabilizzazione (1.538 e 1.481 nel 2007). Il volume medio giornaliero degli scambi ha raggiunto i 62 miliardi di dollari (78 nel 2007).

I risultati dell'indagine sono condizionati dagli effetti della crisi internazionale e confermano il cambiamento nella struttura del mercato non regolamentato rilevato nell'edizione del 2007. Gli strumenti su valute, che nel 2007 avevano di nuovo superato in volume gli strumenti su tassi di interesse, continuano a rappresentare la componente maggiore del mercato, seppure registrano un consistente calo sia in termini assoluti che relativi. Il peso delle controparti bancarie estere è aumentato nel segmento dei tassi di cambio a scapito delle controparti non finanziarie, mentre ha registrato una contrazione nel segmento dei tassi di interesse a favore delle controparti bancarie residenti.

Secondo i dati segnalati dal campione, il mercato dei cambi ha ridotto il suo contributo al turnover complessivo (52 per cento) dopo la crescita del 2007 da 36 a 58 per cento. La contrazione ha interessato il segmento a pronti e soprattutto il segmento a termine, passato da circa 563 miliardi di dollari a 453 miliardi di dollari. I derivati su cambi hanno più che dimezzato il loro contributo al turnover complessivo (1 per cento). A fianco del calo del mercato dei cambi, è stato registrato un discreto incremento del mercato dei tassi di interesse. Il volume dei derivati su tassi è passato da circa 616 miliardi di dollari a 622 miliardi di dollari e la quota sul turnover complessivo è salita dal 42 al 48 per cento.

La tipologia di strumenti più diffusa rimane quella dello swap. Il volume degli swaps è risultato preponderante sia nel mercato a termine delle valute (91 per cento; 83 per cento nel 2007) che nel mercato dei tassi (62 per cento; 82 per cento nel 2007). Mentre nel mercato delle valute gli outright forwards sono quasi dimezzati in termini assoluti, nel mercato dei tassi i forward rate agreements hanno più che triplicato il volume e rappresentano il 31 per cento del mercato. Negativa è stata la performance delle opzioni. Il volume delle opzioni su valuta si è ridotto a un terzo rispetto al 2007, mentre quello delle opzioni su tassi ha registrato una diminuzione più contenuta; il loro peso sui rispettivi mercati è pari al 2 e al 7 per cento.

L'attività sul mercato dei cambi come l'attività sul mercato dei tassi d'interesse ha continuato ad essere caratterizzata da una elevata percentuale di transazioni interbancarie (97 per cento) e di attività svolta con controparti non residenti (82 per cento), quasi esclusivamente banche. Il peso delle banche residenti è rimasto invariato sul mercato delle valute (4 per cento) mentre si è accresciuto sul mercato dei tassi (da 3 a 21 per cento). Analoga evoluzione per le altre istituzioni finanziarie non partecipanti all'indagine il cui contributo al turnover si colloca rispettivamente al 10 e 19 per cento (12 e 8 per cento nel 2007). Nell'attività domestica il peso della clientela residente si è drasticamente ridotto sul mercato delle valute (da 15 a 5 per cento), mentre è rimasto esiguo sul mercato dei tassi.

Relativamente alla distribuzione per valuta, nel mercato dei cambi il volume dei contratti riferiti al dollaro ha superato largamente quello relativo a qualsiasi altra valuta, sia nel comparto a pronti che in quello a termine. Le transazioni euro/dollaro hanno rappresentato circa l'81 per cento di tutte le operazioni contro euro (85 per cento senza il mercato a pronti). Il mercato dei tassi è stato dominato dall'euro, con una percentuale di contratti pari a circa il 98,5 per cento del totale; i contratti riferiti al dollaro hanno rappresentato l'1,4 per cento. Insignificante è risultato il contributo delle restanti valute. Complessivamente le operazioni riferite all'euro sono risultate prevalenti e hanno rappresentato circa l'86 per cento del turnover in cambi e derivati, come nel 2007.