Turnover - aprile 1998

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Nel mese di aprile del 1998, la Banca d'Italia e l'Ufficio Italiano dei Cambi hanno condotto una indagine sul volume delle transazioni effettuate sui mercati dei cambi e derivati dalle principali banche residenti, ripetendo analoghe iniziative realizzate nel 1995 e, limitatamente al mercato dei cambi, nel 1989 e 1992.

Questa indagine si inserisce in una più ampia inchiesta a livello internazionale, curata dalle banche centrali di 43 paesi sotto l'egida della Banca dei Regolamenti Internazionali, la quale provvederà, entro la metà di ottobre, a diffondere direttamente i risultati globali, dopo averli depurati della doppia contabilizzazione "cross-border".

L'indagine sul mercato italiano ha riguardato un campione di 33 banche (21 aziende di credito italiane e 12 filiali di banche estere). Si stima che l'attività di questi intermediari nel settore dei cambi rappresenti circa il 75 per cento, mentre il campione della precedente indagine, composto da banche e intermediari finanziari, rappresentava il 77 per cento. I dati sono rapportati a una base giornaliera e depurati della doppia contabilizzazione delle transazioni svolte tra gli intermediari del campione (ma non di quella cross-border che potrà essere effettuata successivamente dalla BRI).

Per una corretta comparazione dei risultati con l'edizione 1995, si sottolinea che il turnover oggetto del presente comunicato è riferito agli scambi svolti sul mercato dei cambi e sui mercati dei derivati non regolamentati (OTC) ma ha escluso gli scambi svolti sui mercati regolamentati. La raccolta dei dati sull'ammontare nozionale e sui valori di mercato dei contratti in essere nei diversi segmenti del mercato dei derivati OTC è stata combinata con una nuova iniziativa, diretta alla sistematica rilevazione dei dati sui quei mercati (schema Yoshikuni), i cui risultati saranno resi noti in tempi successivi.

Nel mese di aprile del 1998 il volume lordo complessivo delle negoziazioni in cambi dell'intero sistema, tenendo conto della rappresentatività del campione, è stato dell'ordine di 872 miliardi di dollari; tale volume si riduce a 789 miliardi di dollari al netto della doppia contabilizzazione (543 nel 1995). Il volume medio giornaliero degli scambi, considerati i 21 giorni lavorativi del mese di riferimento, è stimato in circa 38 miliardi di dollari (30 nel 1995).

Aggiungendo alle transazioni in cambi quelle in prodotti derivati, il volume lordo si eleva a 1.020 miliardi di dollari, pari a 919 miliardi di dollari al netto della doppia contabilizzazione (600 nel 1995). Il volume medio giornaliero degli scambi raggiunge i 44 miliardi di dollari (33 nel 1995).

Sul mercato dei cambi risulta ancora concentrata la maggior parte dell'attività (86% del turnover globale). Il mercato dei derivati su valute e tassi assorbe il restante 14 percento. Sul mercato dei cambi si è avuta una sensibile riduzione del peso relativo del segmento a pronti, passato dal 52 % al 35%, e un aumento corrispondente dell'operatività a termine, passata dal 38 % al 51%. Nell'ambito del mercato dei derivati, i derivati su valute hanno subito una drastica riduzione in termini sia di volume sia di peso. Il mercato dei tassi invece ha registrato un notevole incremento sia in termini assoluti che relativi. Il volume dei derivati su tassi è passato da circa 35 miliardi di dollari a 114 miliardi di dollari e la quota sul turnover dei mercati derivati è salita dal 62% all'88%.

La tipologia di strumenti più diffusa rimane quella degli strumenti tradizionali del mercato dei cambi (spot, outright forward e swap) che costituiscono circa l'86% dell'attività complessiva in cambi e derivati. Il volume degli swaps risulta preponderante sia nel mercato a termine delle valute (89%) che nel mercato dei tassi (72%). Il volume delle options su valuta e su tassi è complessivamente raddoppiato rispetto al 1995, pur rimanendo invariata la quota di contributo al turnover complessivo (2%).

Analogamente al mercato dei cambi, l'attività sui mercati derivati è caratterizzata da un'alta proporzione delle transazioni interbancarie (rispettivamente 87% e 92%). Circa tre quarti dell'attività è svolta con controparti non residenti, quasi esclusivamente banche. Al contrario di quella internazionale, l'attività domestica è concentrata presso la clientela.

Sui mercati dei cambi e derivati risulta confermata la netta prevalenza delle operazioni denominate in lire, che rappresentano circa l'80% del turnover complessivo, rispetto alle operazioni denominate in valuta.

Relativamente alla distribuzione per valuta, il ruolo del dollaro continua a risultare dominante sia sul mercato a pronti che su quello a termine. Le transazioni lira/dollaro rappresentano circa il 74% di tutte le operazioni contro lire (89% senza il mercato a pronti) mentre le transazioni lira/marco contribuiscono soltanto per il 16% (5% senza il mercato a pronti) al relativo turnover. Nell'ambito del 20% delle negoziazioni valuta/valuta è ancora prevalente il dollaro. La coppia dollaro/marco (35%) risulta la più trattata. Si nota la crescita delle coppie marco/sterlina (10%) e dollaro/sterlina (8%) e la riduzione della coppia dollaro/ecu, passata dal 22% al 2% del totale. Nel mercato dei tassi i contratti riferiti al dollaro sono pari al doppio di quelli riferiti al marco.

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