N. 1073 - Costi di ricerca e gravità del problema di selezione avversa

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di Francesco Palazzoluglio 2016

In molti mercati i venditori hanno maggiori informazioni sulla qualità dei beni offerti rispetto ai potenziali acquirenti. Il lavoro propone un modello che consente di spiegare alcune recenti evidenze empiriche sulle dinamiche dei prezzi in questi mercati, nonché sulla qualità media dei beni offerti nei mercati fisici e online. Per esempio, il modello offre una spiegazione per il progressivo decrescere dei prezzi degli immobili in funzione del tempo della loro permanenza sul mercato e per la segmentazione dell’offerta fra mercati online e punti di vendita tradizionali (con i beni di migliore qualità offerti di norma solo nei secondi).

Il lavoro dimostra che l’assenza di offerta di beni di alta qualità è più probabile se il costo di ricercare nuovi acquirenti è basso. Infatti, per i venditori di merci di qualità inferiore è più facile in questo caso richiedere prezzi elevati poiché è poco costoso restare sul mercato fino a quando un compratore creda (erroneamente) di acquistare un bene di alta qualità. In equilibrio, i compratori anticipano l’insorgere di questo comportamento e sono meno disposti a pagare un prezzo alto, penalizzando i detentori di beni di migliori qualità e, nei casi più estremi, dissuadendoli dall’offrire i propri beni sul mercato. In casi meno estremi, i venditori di beni di migliore qualità partecipano al mercato, ma la qualità media dei beni offerti diminuisce nel tempo perché i beni di migliore qualità trovano prima un acquirente; di conseguenza, i prezzi scendono progressivamente fino a quando, anche in questo caso, i venditori di beni di più alta qualità escono dal mercato. Dall’analisi del modello emerge che la possibilità di osservare da quanto tempo ciascun venditore è sul mercato, da un lato induce tale dinamica decrescente dei prezzi, dall’altro mitiga il problema della selezione avversa.

Una tassa di partecipazione proporzionale al periodo passato sul mercato, affiancata da un rimborso in somma fissa una volta venduto il bene, può migliorare significativamente l’efficienza della allocazione finale. In tal modo infatti si scoraggiano i venditori di beni di bassa qualità dal richiedere prezzi elevati, perché l’ammontare di tasse da pagare prima di vendere a tale prezzo sarebbe in media molto elevato. Di conseguenza, i beni di bassa qualità sono venduti velocemente al prezzo corretto, mentre quelli di migliore qualità stanno più a lungo sul mercato ma vengono venduti a un prezzo più alto.

Pubblicato nel 2017 in: Research in Economics, v. 71, 1, pp. 171-197

Testo della pubblicazione