N. 545 - Puo' lo "smile" delle opzioni prevedere variazioni dei tassi di intersse?Una applicazione agli Stati Uniti, al Regno Unito e all'area dell'euro

Il lavoro si prefigge di analizzare il contributo informativo di una nuova tipologia di indicatori di aspettative circa le variazioni dei tassi di interesse a breve termine. Aspettative puntuali dei tassi di interesse a breve termine sono normalmente ottenute dai contratti futures corrispondenti. Lo sviluppo di un ampio mercato delle opzioni sui tassi di interesse a breve termine ha reso tuttavia possibile la costruzione di una nuova gamma di indicatori di aspettative; le opzioni permettono infatti di ottenere indicazioni circa la distribuzioni attese dei tassi di interesse e quindi di costruire intervalli di confidenza, indici di asimmetria e misure di probabilità di eventi estremi. È possibile quindi valutare se tali distribuzioni desunte dalle opzioni forniscono un contenuto informativo importante che può essere aggiunto a quello delle aspettative puntuali sui tassi di interesse implicite nei contratti futures.

Questo lavoro si propone di fornire un contributo alla letteratura che non ha mai sottoposto a verifica empirica il contenuto informativo delle distribuzioni, sebbene la tecnica di estrarre informazioni dalle opzioni sia ampiamente sviluppata presso le banche centrali e gli organismi internazionali.

Le opzioni forniscono indicazioni aggiuntive a quelle implicite nella quotazione del contratto futures (pari al valore medio atteso) poiché sono scambiate anche per tassi di interesse diversi da quello medio; ciò segnala che gli operatori sono disposti a comprare e vendere depositi a breve termine a prezzi diversi da quelli medi prevalenti. Tale dispersione intorno al valore medio (che è descritta da una relazione non lineare tra volatilità implicita delle opzioni e prezzo di esercizio ed è nota come 'smile') permette quindi di costruire una funzione di distribuzione dei tassi di interesse.

La distribuzione dei tassi di interesse è stimata giornalmente dal gennaio 1999 al maggio 2004 su opzioni con scadenza a 90 giorni sui contratti futures sui depositi denominati in dollari, euro e sterline britanniche, con una procedura non-parametrica. Da tali funzioni di densità si ottengono alcune statistiche (oltre alla media che coincide con la quotazione futures, la varianza, l'asimmetria, la curtosi e la probabilità di una diminuzione di almeno 0,25 punti percentuali, ecc.); infine si valuta il contributo informativo aggiuntivo di tali statistiche, rispetto a quello del contratto futures, tramite un’analisi delle serie storiche e una del tipo ’a evento’.

Un’analisi grafica preliminare non fornisce segnali univoci circa il contributo addizionale di tali indicatori nella previsione dei tassi. Nel trimestre precedente l’avvio della fase di restrizione delle condizioni monetarie del 1999, le distribuzioni stimate hanno contribuito a prevedere un aumento dei tassi di interesse nell’area dell’euro; hanno fornito segnali contrastanti nel caso dell’aumento negli Stati Uniti, mentre non segnalavano variazioni nel Regno Unito. Nei mesi precedenti la fase di allentamento delle condizioni monetarie del 2001, le distribuzioni avrebbero segnalato che i mercati prevedevano la diminuzione dei tassi negli Stati Uniti, ma non nell’area dell’euro e nel Regno Unito.

Si è quindi stimata con tecniche econometriche la relazione tra le variazioni dei tassi di interesse a breve e alcune variabili, tra cui gli indicatori desunti dalle funzioni di densità di probabilità. I risultati illustrano che nell'area dell'euro e nel Regno Unito la volatilità implicita e l'asimmetria contribuiscono sistematicamente a prevedere le variazioni dei tassi a breve; negli Stati Uniti prevale invece l'importanza del differenziale tra tasso a pronti e tasso a termine e del differenziale tra i tassi a pronti a 3 mesi e a 1 mese.

Infine, è stata effettuata un'analisi del tipo 'a evento'. Si sono classificate le riunioni delle banche centrali in tre gruppi secondo le decisioni di politica monetaria (diminuzione, invarianza e aumento dei tassi); per ogni data di un gruppo si è presa una finestra di 81 giorni degli indicatori ottenuti dalle distribuzioni (a esempio per le nove riunioni in cui la Banca centrale europea ha deliberato una diminuzione del tasso di rifinanziamento sulle operazioni principali si sono prese 9 serie storiche lunghe 81 giorni dell'indicatore di asimmetria, centrate sulla data della riunione); di tali indicatori si sono calcolati la media e la mediana; si è verificata quindi l'ipotesi che medie e mediane appartenenti ai tre gruppi siano diverse e presentino valori medi e tendenze di fondo differenti.

I risultati confermano l'esistenza di un contenuto informativo degli indicatori desunti dalle funzioni di densità in tutte e tre le aree. I risultati ottenuti nella verifiche empiriche sembrerebbero quindi dimostrare l'utilità del contenuto informativo aggiuntivo delle opzioni sui tassi di interesse; l'analisi crosssezionale, ancora in una fase preliminare, appare comunque suscettibile di ulteriori approfondimenti.

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