Sondaggio congiunturale sulle imprese industriali e dei servizi, n. 65 - 2007Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Fra il 20 settembre e il 10 ottobre scorso le Filiali della Banca d'Italia hanno condotto, per via telefonica, il XV sondaggio congiunturale, coinvolgendo 4.196 imprese con almeno 20 addetti, di cui 3.058 appartenenti all’industria in senso stretto e 1.138 ai servizi privati non finanziari.

I principali risultati

Investimenti

Nel 2007 la maggioranza delle imprese (64 per cento) stima di effettuare una spesa nominale per investimenti fissi in linea con quella inizialmente programmata, che le indagini condotte in primavera prefiguravano in aumento del 2,5 per cento in termini reali rispetto all’anno scorso (5,4 a prezzi correnti). Le aziende che prevedono investimenti superiori ai piani sono lievemente più numerose di quelle che li valutano inferiori, sia nell’industria sia nei servizi.

Anche con riferimento alle prospettive per il 2008 prevalgono di poco le imprese che indicano un aumento dell’accumulazione (27 per cento; il 19 prevede una diminuzione). Le indicazioni favorevoli sono più frequenti al crescere della classe dimensionale e per le aziende che esportano parte del fatturato.

Per finanziare gli investimenti del 2008 il 56 per cento delle imprese utilizzerebbe in modo prevalente l’autofinanziamento (erano il 53 nel 2006); circa il 28 per cento ritiene di ricorrere soprattutto all’aumento dell’indebitamento. Tra sei mesi l’esposizione debitoria nei confronti delle banche dovrebbe aumentare per il 20 per cento delle aziende (19 nel 2006); la percentuale che ne prevede una diminuzione è del 25. Il 47 per cento delle imprese interessate ha riportato un inasprimento delle condizioni del credito negli ultimi due mesi, riflesso per la quasi totalità in un aumento dei tassi di interesse.

Domanda e produzione

Il 50 per cento delle imprese ha registrato un aumento del fatturato nominale nei primi nove mesi del 2007, contro il 18 per cento che ne ha riportato una diminuzione. Segnali più favorevoli sono emersi dalle imprese che esportano una quota del proprio fatturato e da quelle di medie e grandi dimensioni. A livello settoriale, le indicazioni di un aumento sono state più frequenti, rispetto alla media, nei comparti chimico e metalmeccanico, meno nel tessile e abbigliamento.

Nel corso dell’estate sarebbero emersi segnali di moderato rallentamento della domanda: gli ordini sono rimasti stazionari sui livelli di giugno per quasi la metà delle imprese; per il 36 per cento sono aumentati. Per i restanti mesi dell’anno gli ordini sono previsti in aumento o stazionari da oltre i quattro quinti di esse. Evidenze simili emergono se si limita l’analisi al solo fatturato estero, con esiti più favorevoli per le imprese che esportano più di un terzo del proprio fatturato.

Nell’ultimo trimestre del 2007 la produzione industriale dovrebbe aumentare, in termini congiunturali, per il 42 per cento delle imprese (erano il 46 nel sondaggio del 2006) e rimanere pressoché stazionaria per il 46. Gli esiti sono connotati da maggior ottimismo per le imprese con più di 200 addetti e per quelle che esportano più di due terzi del proprio fatturato, mentre a livello settoriale sono peggiori per le imprese del tessile rispetto al resto della manifattura. Si conferma una forte correlazione tra le attese a breve termine sull’andamento della domanda e quelle sulla produzione: circa il 75 per cento delle aziende che prevede di espandere l’attività nel trimestre in corso si attende un incremento degli ordini nei prossimi mesi.

Occupazione e contratti aziendali

Nel 2007 il livello medio dell’occupazione dovrebbe aumentare rispetto allo scorso anno, in misura più marcata nel terziario e per le imprese di maggiori dimensioni. Aumenti salariali aggiuntivi rispetto a quelli stabiliti da i contratti collettivi nazionali avrebbero interessato quote di addetti di poco inferiori al 50 per cento sia per l’industria sia per i servizi, in linea con i precedenti sondaggi. Gli incrementi, rilevati con maggior frequenza al crescere della dimensione aziendale, supererebbero il 2 per cento per meno di un quarto degli addetti interessati.

Profitti

Come nelle rilevazioni passate, si conferma ampia (72 per cento) la maggioranza di imprese che prevede di chiudere l’esercizio in corso con un utile al netto delle imposte; solo un decimo prevede una perdita. Gli esiti positivi sono più frequenti fra le imprese industriali, in particolare fra quelle di più grandi dimensioni.

Valutazione del quadro congiunturale

Un terzo delle aziende considera in espansione il proprio mercato di riferimento negli ultimi sei mesi; il 12 per cento lo ritiene in recessione. Fra quelle che non scorgono mutamenti di rilievo (pari al 54 per cento), meno di un quinto si attende un’espansione nel prossimo semestre; la quota sale ai tre quarti fra le aziende che valutano espansiva la fase corrente. Nel complesso sia i giudizi, sia le aspettative sono migliori nel settore industriale rispetto al terziario, in particolare nei comparti chimico e metalmeccanico e fra le imprese di maggiori dimensioni.

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