N. 56 - La teoria monetaria della Scuola di Cambridge: un'analisi empirica per l'Italia
Il lavoro analizza l'evoluzione della teoria monetaria della Scuola di Cambridge, avviata da Alfred Marshall e Cecil Pigou tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo. La Scuola, anche se si continua a basare sull'equazione quantitativa della moneta di Fisher, ha fornito importanti contributi alla teoria monetaria. Ha sottolineato le diverse funzioni della moneta oltre a quella di mezzo di pagamento, il cuore della teoria quantitativa. La Scuola ha avviato nuovi filoni di indagine che hanno avuto completamento in A Treatise on Money e nella General Theory di Keynes. Pigou, in particolare, ha analizzato la somma del circolante e dei depositi a vista in rapporto al PIL nominale, definita come rapporto "k". Tale rapporto è influenzato dalle condizioni generali dell'economia e dalle aspettative sul futuro potere d'acquisto della moneta.
L'analisi empirica si basa su serie storiche annuali dell'Italia dall'Unificazione nel 1861 al periodo immediatamente precedente l'introduzione dell'euro. Sottoponiamo a test la relazione tra k e i tassi d'interesse nominali. I risultati indicano che k segue un processo non stazionario, con ciò mettendo in discussione l'invarianza nella velocità di circolazione della moneta.
Tuttavia, se combinata con due serie di tassi d'interesse non stazionari, come quelli sui depositi bancari e sui titoli a breve del Tesoro, i risultati suggeriscono una relazione di cointegrazione tra k e i tassi d'interesse, che può essere interpretata come un legame di lungo periodo. Otteniamo che un modello VECM (Vector Error Correction Model) stimato sull'intero periodo preso in esame dà sostegno alle previsioni teoriche della Scuola di Cambridge.
Testo della pubblicazione
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17 ottobre 2025
(testo in inglese)