N. 23 - Democratizzazione e capitale civico in Italia

Go to the english version Cerca nel sito

di Luigi Guiso e Paolo Pinottiottobre 2011

In questo lavoro documentiamo l'inversione della partecipazione elettorale tra il Nord e Sud Italia dopo l'estensione del diritto di voto alla (quasi) totalità della popolazione maschile adulta nel 1912. Quando il diritto di voto era ristretto alle elite, la partecipazione elettorale era più alta al Sud, ma scende sotto quella al Nord dopo l'estensione del suffragio. Tale differenziale persiste fino ai giorni nostri, nonostante l'ulteriore estensione dei diritti politici alle donne. Questa evidenza è consistente con un semplice modello teorico in cui il voto è motivato sia da senso civico che da benefici privati, solo le elite hanno accesso ai benefici privati derivanti dalla partecipazione politica e il senso civico varia tra le diverse comunità. Mostriamo altresì che l'estensione dei diritti politici implica un significativo trasferimento di potere solo nelle regioni caratterizzate da un maggiore senso civico. Tali risultati suggeriscono che la democratizzazione porta un beneficio alle non-elite solo quando queste ultime sono già caratterizzate da un alto senso civico, mentre non induce di per sè un aumento del capitale sociale.

Pubblicato nel 2013 in:
G. Toniolo (a cura di), L’Italia e l’economia mondiale. Dall’Unità a oggi, Marsilio, Venezia
G. Toniolo (a cura di), The Oxford Handbook of the Italian Economy since Unification, Oxford University Press, New York 2013

Testo della pubblicazione