N. 10 - Regimi di cambio e performance economica: l'esperienza italiana

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di Paolo Garofalosettembre 2005

Partendo da una classificazione de facto dei regimi di cambio adottati in Italia dall’unità nazionale alla vigilia dell’introduzione dell’euro, questo lavoro analizza l’influenza dei diversi regimi valutari sulla performance economica del paese. Per la prima volta viene impiegata l’analisi delle componenti principali per individuare un indicatore sintetico delle politiche di cambio effettivamente perseguite dalle autorità monetarie. Lo studio evidenzia per l’Italia una relazione significativa tra regimi di cambio da un lato e inflazione e crescita del prodotto dall’altro. Contrariamente alle conclusioni della letteratura più recente, che considera come unici regimi di cambio possibili le soluzioni estreme di cambi rigidamente fissi o completamente flessibili (cosiddetta “hollowing out hypothesis”), l’analisi rivela che l’Italia ha ottenuto i migliori risultati in termini di crescita economica durante i periodi caratterizzati da regimi di cambio “intermedi” (ad esempio quando il cambio era di fatto fisso ma non vi era un impegno esplicito delle autorità a mantenerlo tale o quando l’obiettivo di cambio era esplicitamente dichiarato ma l’utilizzo di adjustable pegs e di controlli sui movimenti di capitale offriva alle autorità la possibilità di perseguire politiche macroeconomiche in una certa misura autonome). Un’analisi più approfondita mostra peraltro che il nesso individuato per l’Italia tra regimi di cambio e risultati economici potrebbe in realtà riflettere una relazione causale inversa: sarebbero le condizioni macroeconomiche del paese ad aver consentito la scelta di un determinato regime di cambio piuttosto che viceversa. Questo non esclude che la scelta di una politica di cambio appropriata possa essere di ausilio al perseguimento di una crescita economica sostenibile.

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