N. 406 - Tendenze di lungo periodo della produttività italiana

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di Claire Giordano, Gianni Toniolo e Francesco Zollinonovembre 2017

Sulla base di un aggiornamento del dataset storico del valore aggiunto e degli input di lavoro e di capitale, lo studio riesamina le cause dello sviluppo economico dell'Italia dall'unificazione politica nel 1861 fino al 2016.

Nel periodo precedente la Seconda guerra mondiale l'economia italiana ha registrato una prolungata fase di debolezza della produttività, con l'eccezione dell'era giolittiana e degli anni venti. Successivamente, durante il "miracolo economico", l'Italia ha realizzato uno straordinario recupero rispetto ai leader tecnologici del tempo. Differentemente dagli anni prima della Seconda guerra mondiale, quando l'economia italiana fu frenata dalla debole crescita della produttività in agricoltura, il processo di catching-up durante il "miracolo economico" fu alimentato dall'esodo dei lavoratori dall'agricoltura.

Come in molti paesi, la rapida crescita della produttività non si protrasse dopo il 1973, ma il successivo rallentamento risultò particolarmente pronunciato in Italia a partire dagli anni novanta. Pesano principalmente la modesta crescita della produttività totale dei fattori e, a livello settoriale, i deludenti risultati nei servizi. L'andamento della produttività è diventato addirittura negativo nella prolungata recessione seguita alla crisi finanziaria globale, risentendo del calo dell'accumulazione e della produttività totale dei fattori. Nella fase di ripresa avviatasi nel 2013 quest'ultima ha recuperato una tendenza moderatamente positiva, mentre lo stock di capitale non ha ancora assorbito l'eredità della crisi.

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