N. 300 - La gestione delle politiche prudenziali in tempi di stagnazione economica

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di Piergiorgio Alessandri e Fabio Panettadicembre 2015

Nell'area euro la politica macroprudenziale può rappresentare un utile complemento rispetto alla politica monetaria, ma il suo coordinamento con la politica microprudenziale pone problemi particolarmente delicati. La coesistenza di due regimi di supervisione che utilizzano strumenti analoghi per perseguire finalità differenti potrebbe in principio dare luogo a interventi contrastanti o generare incertezza sulla logica complessiva della vigilanza prudenziale.

Tali rischi sono strutturalmente più alti in un’economia in cui l’erogazione del credito dipende in misura significativa dal settore bancario, soprattutto se questo è caratterizzato da un alto grado di concentrazione. Essi potrebbero inoltre intensificarsi nelle fasi recessive del ciclo economico, durante le quali le autorità di vigilanza fronteggiano un trade-off tra la solidità del settore bancario e la rapidità della ripresa. Ciò rende il problema del coordinamento micro e macroprudenziale una priorità importante per le autorità europee nel contesto economico oggi prevalente.

Un coordinamento efficace tra le autorità di vigilanza presuppone che esse stabiliscano una chiara gerarchia tra i loro obiettivi e valutino i propri interventi da una prospettiva di equilibrio economico generale. Non forniamo indicazioni specifiche su quale livello di capitalizzazione dovrebbe essere considerato adeguato per le banche europee. Poniamo piuttosto l’accento sul fatto che tale obiettivo, qualunque esso sia, dovrebbe essere raggiunto su un orizzonte temporale appropriato, minimizzandone l’impatto negativo sull'offerta di credito e difendendo la credibilità dell’impostazione contro-ciclica dei nuovi meccanismi di vigilanza macroprudenziale.

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