Il lavoro considera il processo di aggiustamento dei prezzi in Italia e analizza se il grado di flessibilità nominale, misurato dalla frequenza dei cambiamenti di prezzo, è aumentato nella recente fase di protratta stagnazione e recessione economica.
L’analisi è basata su un ampio insieme di quotazioni di prezzo delle voci elementari di beni e servizi rilevate mensilmente dall’Istat dal 2006 al 2013 per il calcolo dell’indice dei prezzi al consumo. Nel confronto con i risultati di studi precedenti per il periodo 1996-2001, emerge un deciso aumento della percentuale di prodotti i cui prezzi vengono modificati ogni mese e dell’ampiezza media dell’aggiustamento, in particolare verso il basso.
L’aumento della flessibilità è in parte legato al peso crescente della grande distribuzione. Le nostre stime indicano che anche la recessione ha avuto un impatto sul meccanismo di aggiustamento dei prezzi. Per i beni non alimentari e non energetici tale impatto si è manifestato con una maggiore frequenza e ampiezza delle riduzioni di prezzo e con rincari meno consistenti; per i servizi si sono ridotte sia la frequenza sia l’entità dei rincari.