No. 132 - Inside the labyrinth of Basel risk-weighted assets: how not to get lost

di Francesco Cannata, Simone Casellina and Gregorio Guidi
Settembre 2012
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Vari studi hanno messo in dubbio l'affidabilità degli attivi ponderati a rischio(risk-weigted assets, RWA), calcolati dalle banche ai fini di vigilanza prudenziale. Le forti differenze riscontrate a livello internazionale sono interpretate come il segnale di una eccessiva soggettività nell'attuale regolamentazione della misurazione del rischio e dei requisiti prudenziali. Il lavoro mette in luce l'opportunità di trovare delle metriche appropriate per confrontare la rischiosità delle banche negli accordi internazionali di vigilanza (Basilea 2 e Basilea 3). Il rapporto tra gli RWA e le attività totali, che viene comunemente usato, costituisce un valido punto di partenza; quando l'analisi diventa più complessa, tuttavia, tale strumento deve essere integrato con altri indicatori. Si propone pertanto una metodologia di analisi volta a identificare le principali determinanti delle differenze tra gli RWA calcolati dai singoli intermediari, concentrandosi sul rischio di credito. Utilizzando i dati sulle banche italiane (per l'insufficiente grado di dettaglio delle informazioni disponibili attraverso il 3° Pilastro), si mostra che un'ampia porzione di tali differenze è spiegata dal modello di business degli intermediari e dall'utilizzo di diverse metodologie di calcolo dei requisiti prudenziali. Si propone, infine, uno schema di rappresentazione dei dati che, ove incluso nelle informative di 3° Pilastro pubblicate dalle banche, consentirebbe di applicare la metodologia proposta agli intermediari di diversi paesi, agevolando la comparabilità delle metriche prudenziali.