N. 94 - Le politiche di fissazione e aggiustamento dei salari delle imprese italiane:nessun cambiamento durante la crisi? I risultati di un sondaggio

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di Silvia Fabiani e Roberto Sabbatinigiugno 2011

Lo studio analizza l'aggiustamento dei salari delle imprese italiane in base alle informazioni fornite da un sondaggio coordinato condotto in 17 paesi europei in due fasi (all'inizio del 2008 e nell'estate del 2009).

Sulla base dell'evidenza precedente la crisi, in Italia il grado di rigidità dei salari a livello d'impresa è particolarmente elevato: i salari restano in media invariati per quasi due anni, contro poco più di uno nel complesso dei paesi esaminati. Le imprese italiane non riducono quasi mai i salari nominali, in presenza non solo di vincoli di natura istituzionale ma anche del desiderio di evitare riflessi negativi sulla produttività aziendale.

Durante la crisi economica le aziende maggiormente colpite dal calo della domanda hanno ridotto i costi soprattutto tramite l'aggiustamento dell'input di lavoro (sia dei livelli occupazionali, sia delle ore lavorate). Il ricorso a politiche di contenimento dei costi diversi da quello del lavoro è stato più diffuso in presenza di una maggiore incidenza di personale specializzato e di white-collars, presumibilmente allo scopo di preservare il capitale umano accumulato.