Il lavoro analizza la finanza islamica nella prospettiva di una Banca centrale e Autorità di vigilanza, con particolare riguardo al contesto europeo ed italiano. Esso mostra un settore in rapida espansione, con recenti tassi di crescita tra il 10 ed il 15 per cento annuo e un ambito geografico che si estende anche ad alcuni paesi occidentali.
Le prospettive appaiono, tuttavia, legate al superamento di alcune problematiche in tema di standardizzazione dei prodotti, assetti di governance, regole di vigilanza, impiego degli strumenti di politica monetaria, gestione della liquidità. Gli intermediari islamici non risultano necessariamente più rischiosi delle controparti tradizionali, ma presentano una complessità operativa maggiore.
Tra le questioni di rilievo in tema di vigilanza figurano il trattamento dei depositi partecipativi e la tutela della trasparenza. Gli strumenti di politica monetaria sviluppati per ovviare al divieto di interesse presentano limiti di efficienza; lo sviluppo dei mercati monetari è, inoltre, frenato dalla carenza di prodotti "sharī'ah-compliant". Si evidenziano, infine, possibili problematiche connesse alla partecipazione delle banche islamiche ai sistemi di pagamento.