N. 68 - Il mercato del lavoro italiano durante la crisi

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di Federico Cingano, Roberto Torrini e Eliana Vivianogiugno 2010

Nel confronto con la recessione dei primi anni novanta la riduzione dell'occupazione e l'incremento del tasso di disoccupazione registrati nel 2009, pur significativi, sono stati relativamente modesti, tenuto conto dell'ampiezza del calo del prodotto.

Alcune cautele nell'interpretazione dei dati sono tuttavia necessarie. Il lavoro mostra che l'andamento dell'occupazione residente misurato dall'Indagine sulle forze di lavoro può sottostimare il calo dell'occupazione complessiva, residente e non, se esiste, come è presumibile, uno scarto temporale tra l'effettivo ingresso degli immigrati in Italia e la loro iscrizione all'anagrafe.

La dinamica del tasso di disoccupazione è invece stata contenuta dall'intenso ricorso alla Cassa integrazione nelle regioni settentrionali e dal forte calo della partecipazione al mercato del lavoro nel Mezzogiorno. Sulla base dei risultati del sondaggio congiunturale condotto dalla Banca d'Italia nel settembre 2009 presso le imprese industriali e dei servizi, si rileva che i maggiori effetti della crisi sull'occupazione riguardano le imprese maggiormente esposte al calo della domanda estera.

Infine, date le previsioni del prodotto interno lordo della Commissione europea e nostre stime dell'elasticità dell'input di lavoro, si presenta un esercizio di valutazione delle prospettive per il biennio 2010-11, dal quale emerge che, per l'intero biennio in corso, l'input di lavoro rimarrà verosimilmente su livelli decisamente inferiori al periodo precedente la crisi.

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