n. 11 - Rainy Day Funds: una soluzione per l'Europa? (Rainy Day Funds: Can They Make a Difference in Europe?)

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di Fabrizio Balassone, Daniele Franco e Stefania Zotterisettembre 2007

Negli Stati Uniti, la maggior parte degli Stati utilizza i cosiddetti Rainy Day Funds (RDFs) per accumulare riserve finanziarie nei periodi di congiuntura favorevole. Tali risorse sono poi impiegate per finanziare la spesa nei periodi meno favorevoli, evitando che i vincoli di bilancio rendano necessario attuare politiche procicliche. Il lavoro esamina la possibilità di utilizzare i RDFs in ambito europeo. L'analisi indica che l'introduzione di RDFs non incide sulla struttura degli incentivi fronteggiata dalle autorità di bilancio e pertanto non può alleviare le difficoltà finora incontrate da diversi governi europei nel mantenere politiche di bilancio prudenti nelle fasi positive del ciclo economico. Tuttavia, i paesi con finanze pubbliche in sostanziale equilibrio potrebbero utilizzare i RDFs per alleviare la rigidità del tetto posto al disavanzo dal Trattato di Maastricht. In ogni caso, sarebbe necessario cambiare la definizione di disavanzo adottata nel Trattato: i depositi nei RDFs e i prelievi dai medesimi dovrebbero essere considerati, rispettivamente, come spese ed entrate; in tal modo, l'uso delle risorse accumulate non verrebbe considerato come una componente del disavanzo. Infine, l'introduzione di RDFs richiede una serie di accorgimenti volti a scongiurare un uso opportunistico delle risorse accumulate (ad esempio, l'esclusione della possibilità di finanziare la costituzione di un RDFs con l'emissione di debito e la definizione delle circostanze in cui è ammesso l'uso delle risorse accumulate).

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