Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita - giugno 2016, n. 35Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Dal 31 maggio al 17 giugno 2016 si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale Banca d’Italia – Il Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita. Hanno partecipato 1022 imprese con almeno 50 addetti, di cui 385 dell’industria in senso stretto, 418 dei servizi e 219 del settore delle costruzioni.

I principali risultati per le imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi

Aspettative di inflazione in Italia e variazione dei prezzi di vendita delle imprese

Le attese sull’inflazione al consumo sono state riviste al ribasso su tutti gli orizzonti temporali, in misura più marcata su quello a 6 mesi (allo 0,0 per cento, dallo 0,4 in marzo). Per gli altri periodi il tasso di inflazione atteso si è ridotto di due decimi di punto percentuale, allo 0,3 e allo 0,6 per cento sugli orizzonti a uno e due anni e allo 0,8 per cento per quello fra tre e cinque anni.

Le imprese segnalano una variazione appena negativa dei propri prezzi di vendita rispetto a un anno prima (-0,1 per cento), in rialzo rispetto al calo più marcato dichiarato nell’indagine precedente (-0,5 in marzo), un risultato dovuto principalmente alle imprese del comparto industriale. I prezzi di vendita crescerebbero in modo più sostenuto (dello 0,9 per cento) nei prossimi dodici mesi, in aumento di 0,5 punti percentuali rispetto a quanto prefigurato in marzo, per effetto del rialzo delle attese riscontrato fra le aziende di maggiori dimensioni (almeno 1000 addetti) e fra quelle appartenenti all’industria in senso stretto.

Le politiche di prezzo dei concorrenti restano il principale fattore frenante all’aumento previsto dei listini, mentre gli altri fattori contribuiscono a una sua crescita pressoché in ugual misura.

Valutazioni sulla situazione economica generale dell’Italia

La quota di imprese che giudica stabile la situazione economica generale è salita a oltre l’80 per cento. Il saldo dei giudizi di miglioramento e peggioramento resta lievemente positivo, pur se è in diminuzione dal settembre 2015. La probabilità media attribuita al miglioramento del quadro economico congiunturale nei prossimi tre mesi rimane sostanzialmente invariata rispetto a tre mesi fa, al 15 per cento.

Evoluzione della domanda

I giudizi sull’evoluzione della domanda corrente mostrano un lieve miglioramento, con un saldo tra valutazioni di aumento e diminuzione pari a 6,0 punti percentuali (+0,6 per cento rispetto alla rilevazione precedente). Tale risultato riflette il miglior andamento dichiarato dalle imprese di maggiori dimensioni (almeno 1.000 addetti) e di quelle appartenenti al comparto industriale.

Il saldo delle prospettive di aumento e diminuzione della domanda dei propri prodotti nel prossimo trimestre è lievemente peggiorato, attestandosi su valori appena superiori a quelli di dicembre (a 16,7 da 25,3 in marzo). Anche i giudizi sulle condizioni della domanda estera corrente si confermano favorevoli, con il saldo che migliora rispetto al trimestre precedente; il saldo delle attese sui prossimi tre mesi registra invece una lieve diminuzione, riflettendo il calo per le imprese dell’industria in senso stretto, mentre aumenta la quota di coloro che le prospettano invariate. Circa il 40 per cento delle imprese esportatrici dichiara che le proprie attese sulla domanda estera sono influenzate in misura significativa dagli sviluppi geopolitici nei mercati di sbocco; rispetto all’inizio del 2015 il peso di questi fattori è aumentato per il 26,5 per cento delle aziende, diminuito per l’8,6.

Valutazioni delle condizioni operative delle imprese

Le attese a tre mesi sulle condizioni economiche in cui operano le imprese sono leggermente peggiorate, anche se continuano largamente a prevalere i giudizi di stabilità (81,0 per cento): il saldo fra le risposte di miglioramento e di peggioramento si attesta a 4,9 punti percentuali, contro 8,5 in marzo. Come nelle precedenti rilevazioni l’attività economica beneficerebbe soprattutto delle variazioni della domanda e, in misura più marginale, del miglioramento delle condizioni di accesso al credito e dell’evoluzione dei propri prezzi; si conferma, rispetto alla rilevazione precedente, l’effetto negativo dell’incertezza dovuta a fattori economici e politici, mentre viene meno quello favorevole dell’andamento del prezzo del petrolio, che diviene neutrale. Le aspettative sull’operatività a tre anni rimangono ampiamente positive.

Condizioni per l’investimento

Le valutazioni sulle condizioni per investire sono stabili per una quota crescente di imprese (81,7 per cento da 77,9). Il saldo tra i giudizi di miglioramento e peggioramento rimane positivo ma si riduce rispetto alla rilevazione di marzo (6,1 da 8,8 per cento).

Tuttavia, gli operatori hanno rivisto al rialzo le proprie previsioni di spesa nominale in investimenti sia nel primo semestre del 2016 rispetto al secondo del 2015, sia nel complesso di quest’anno. Il saldo delle attese di aumento e diminuzione è pari rispettivamente a 12,1 (da 7,7 in marzo) e a 20,7 (da 18,7 in marzo). Il miglioramento è diffuso sia nel comparto industriale, sia in quello dei servizi e ha interessato principalmente le imprese di minori dimensioni (fra i 50 e i 199 addetti) e quelle più orientate al mercato domestico. Per la terza volta è stato domandato alle imprese se il provvedimento di incentivo agli investimenti in beni strumentali (c.d. super ammortamento) previsto nella Legge di Stabilità per il 2016 influisca sui loro piani di spesa.

Rispetto al trimestre precedente è cresciuta la quota di chi lo ritiene abbastanza o molto rilevante (15,4 per cento, da 12,1 in marzo), pur restando maggioritaria la quota di chi non si attende effetti apprezzabili o ritiene la misura non rilevante per la sua situazione (84,6 per cento).

Rispetto all’indagine precedente è aumentato il numero di operatori dell’industria in senso stretto che ritiene ormai superata la fase più difficile della congiuntura economica (47,4 per cento, da 42,5 in marzo) mentre le valutazioni delle imprese operanti nel settore dei servizi rimangono stabili. La percentuale di imprese che si attende un solido miglioramento dei ritmi produttivi futuri è pari al 43,5 per cento, in lieve calo rispetto a marzo (46,6 per cento).

Condizioni di liquidità e accesso al credito

Continua il miglioramento delle condizioni di accesso al credito percepite dalle imprese. Nell’ultimo trimestre il saldo percentuale tra le aziende che segnalano un più agevole accesso rispetto al periodo precedente e quelle che rilevano maggiori ostacoli è aumentato a 5,1 punti percentuali (da 3,7), soprattutto per effetto del miglioramento riscontrato presso le imprese dei servizi; il saldo si è tuttavia ridotto per le imprese di maggiori dimensioni (almeno 1.000 addetti).

Per quanto riguarda le attese sulla posizione di liquidità nel prossimo trimestre, aumenta marginalmente sia la quota di imprese che si aspetta che sarà insufficiente (15,5 per cento, da 13,3 in marzo), sia la quota di coloro che la reputano largamente adeguata alle proprie esigenze (24,3 per cento, da 22,3 in marzo).

Dinamica dell’occupazione

Le attese sulla dinamica dell’occupazione nel breve termine continuano a migliorare, sia pur lievemente: il saldo fra le imprese che si attendono un aumento e una diminuzione del numero di addetti è salito a 6,2 punti percentuali (da 4,8 in marzo). Le valutazioni più favorevoli sono comuni all’industria in senso stretto e ai servizi, ma si estendono unicamente alle regioni del Nord e si devono soprattutto alle imprese più piccole (meno di 200 addetti).

Le imprese di costruzione

In giugno quasi l’80 per cento delle imprese di costruzione ritiene che la situazione economica generale sia rimasta invariata. Tuttavia si riduce il saldo fra giudizi di miglioramento e di peggioramento, collocandosi in media a 0,7 punti percentuali, da 5,4 in marzo: il risultato riflette il deterioramento nelle valutazioni di miglioramento delle aziende che realizzano fino a un terzo del proprio fatturato nel comparto residenziale (10,9 per cento da 17,6 in marzo). La probabilità media di uno scenario più favorevole nel prossimo trimestre peggiora lievemente (al 10,7 per cento dal 12,5).

I giudizi sulla dinamica della domanda dei propri lavori restano orientati prevalentemente alla stabilità (67,3 per cento) mentre il saldo fra risposte in aumento e in diminuzione si porta su valori positivi a 1,5 (da -3,3 in marzo) per la prima volta dal giugno dello scorso anno. Le attese sulla domanda dei propri lavori nel prossimo trimestre rimangono stabili: al peggioramento dichiarato dalle imprese più attive nel comparto residenziale (-2,4 per cento da 7,4 in marzo) si contrappone un maggiore ottimismo delle altre.

Il saldo delle attese sul contesto operativo nei prossimi tre mesi risulta appena più negativo (-2,7 per cento da -1,9 in marzo). Le imprese beneficerebbero soprattutto dell’andamento della domanda di lavori, sia nuovi sia già avviati; impulsi positivi, sebbene ridotti rispetto alla rilevazione di marzo, derivano anche dalle condizioni di accesso al credito e dall’evoluzione del prezzo del petrolio. L’incertezza imputabile a fattori economici e politici continua a essere il principale fattore frenante dell’attività.

Le aspettative a tre anni sulle condizioni economiche in cui operano le imprese sono rimaste positive, su livelli pressoché stabili rispetto alla scorsa indagine, confermando le tendenze di miglioramento delle imprese operanti nel settore residenziale: il divario tra le aziende che anticipano un progresso e quelle che prefigurano un peggioramento si è attestato a 47,8 punti percentuali, pressoché come in marzo.

I giudizi sulle condizioni per investire restano favorevoli; il saldo tra valutazioni di aumento e peggioramento rispetto al trimestre precedente aumenta di 2 punti percentuali, portandosi a 5,5. Il divario tra le attese di aumento e di riduzione della spesa nominale in investimenti fissi nel secondo semestre del 2016, rispetto al precedente, tuttavia peggiora, attestandosi al 4,3 per cento (da 9,7 in marzo). La tendenza si conferma anche per il complesso del 2016, rispetto al 2015, con un saldo in diminuzione pari a 11,3 punti percentuali (da 18,6 in marzo). Il peggioramento delle aspettative di investimento riflette principalmente la diminuzione della quota di imprese più attive nel comparto residenziale che prefigura un aumento della propria spesa.

Migliorano marginalmente i giudizi sulle condizioni di accesso al credito: il saldo fra coloro che si attendono un allentamento e coloro che si aspettano un inasprimento si riduce al -6,9 per cento (da -7,6). Le attese sulla situazione della liquidità nei prossimi tre mesi appaiono lievemente più favorevoli: la quota di imprese che si attende liquidità insufficiente scende a 29,2 (da 30,1 in marzo). Prosegue la riduzione del pessimismo sulla dinamica dell’occupazione nei prossimi mesi: il divario negativo tra le risposte di aumento e di diminuzione è in lieve miglioramento (-7,4 punti percentuali da -9,1 rilevato in marzo).

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