Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita - settembre 2013, n. 50Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Dal 2 al 24 settembre 2013 si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale Banca d'Italia – Il Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita. Al sondaggio hanno partecipato 801 imprese con almeno 50 addetti, di cui 392 dell’industria in senso stretto e 409 dei servizi. È stata condotta al contempo una indagine sulle imprese del settore delle costruzioni con almeno 50 addetti che, in questa rilevazione, ha interessato 210 unità.

I principali risultati

Aspettative di inflazione in Italia e variazione dei prezzi di vendita delle imprese

In settembre le attese a sei mesi sulla dinamica dei prezzi al consumo si sono stabilizzate all’1,5 per cento. Anche le aspettative a uno e due anni sono rimaste invariate rispetto alla precedente rilevazione di giugno, all’1,6 e 1,7 per cento rispettivamente.

Le imprese segnalano un modesto incremento dei propri prezzi di vendita negli ultimi dodici mesi (0,2 per cento); per i prossimi dodici mesi ne prevedono un aumento più marcato (0,8 per cento). L’intensità delle pressioni provenienti dai costi delle materie prime è giudicata in lieve crescita rispetto all’inchiesta precedente, mentre si sarebbe ridotta la spinta alla moderazione dei prezzi per fronteggiare la debolezza della domanda.

Valutazioni sulla situazione economica generale

Nel terzo trimestre del 2013 si è decisamente attenuato il pessimismo delle imprese sull’evoluzione della situazione economica generale, proseguendo la tendenza già rilevata nella segnalazione precedente. Il saldo negativo fra valutazioni di miglioramento e di peggioramento dello scenario corrente si è ulteriormente ridotto, a -17,4 punti percentuali contro -49,9 nella rilevazione di giugno. L’andamento più favorevole dei giudizi è risultato di analoga entità nei comparti dell’industria e dei servizi. La probabilità media attribuita al miglioramento della situazione economica nei prossimi tre mesi è lievemente aumentata (al 12,7 per cento, dal 9,9 della precedente rilevazione), e in misura più intensa per le imprese di maggiori dimensioni (20,5 per cento).

Evoluzione della domanda

La quota di operatori che valuta negativamente l’andamento della domanda dei propri prodotti nel terzo trimestre ha continuato a ridursi: il saldo fra giudizi positivi e negativi è sceso a -9,4 punti percentuali (-22 punti nell’indagine di giugno), il più basso nell’ultimo biennio; il miglioramento è stato più pronunciato tra le imprese esportatrici. Il saldo fra i giudizi di miglioramento e peggioramento circa le prospettive della domanda a breve termine è tornato positivo, pari a 2 punti percentuali (era -6,9 nell’inchiesta precedente).

I giudizi sull’andamento congiunturale della domanda estera dei propri prodotti nel terzo trimestre di quest’anno sono migliorati: il saldo tra giudizi positivi e negativi è risultato pari a 17,5 punti percentuali (da 7,5 nella rilevazione di giugno). Anche le prospettive sul trimestre in corso permangono favorevoli, in misura sostanzialmente invariata nel confronto con l’inchiesta precedente (21,9 punti percentuali).

Valutazioni delle condizioni operative delle imprese

Le attese a tre mesi sulle condizioni operative delle imprese, pur rimanendo orientate al pessimismo, sono risultate meno sfavorevoli rispetto alla precedente rilevazione. Il saldo fra le risposte di miglioramento e di peggioramento si è portato a -12,3 punti percentuali, da -17 in giugno; oltre il 70 per cento degli operatori anticipa condizioni invariate, in linea con la rilevazione precedente. Le aspettative formulate dalle imprese industriali hanno registrato un miglioramento più accentuato. Permane l’influenza negativa delle condizioni di credito sul contesto operativo.

In una prospettiva di più lungo periodo (tre anni) le valutazioni si confermano più ottimistiche. È in crescita l’incidenza delle imprese che indicano un miglioramento dello scenario in cui si troveranno a operare (64,4 per cento contro 61,1 in giugno), soprattutto tra quelle del comparto dei servizi (60,4 per cento contro 55,1 in giugno).

Condizioni per l’investimento

Le condizioni per investire nel terzo trimestre sono state considerate meno sfavorevoli rispetto al trimestre precedente. Il saldo negativo tra le risposte che indicano un miglioramento e quelle che ne segnalano un peggioramento è sceso a -13,7 punti percentuali (da -32 nell’inchiesta di giugno), riportandosi su valori prossimi a quelli precedenti l’estate del 2011.

Condizioni di liquidità e accesso al credito

Le difficoltà di accesso al credito appaiono in attenuazione rispetto al secondo trimestre. La quota di imprese che segnalano un peggioramento delle condizioni di finanziamento si è attestata al 20,8 per cento, in diminuzione rispetto al 26,9 per cento dell’inchiesta di giugno.

Le attese delle imprese sulla posizione di liquidità nei prossimi tre mesi sono leggermente migliorate rispetto all’inchiesta precedente: la quota di coloro che ritengono che tale posizione sarà insufficiente è scesa al 21,4 per cento (dal 25,6 di giugno), mentre è salita al 15,6 (dal 13,2) quella delle aziende che la giudica più che sufficiente. Il quadro permane relativamente più favorevole per le imprese di maggiore dimensione.

Fase congiunturale e pagamenti della Pubblica Amministrazione

Circa il 30 per cento delle imprese ha dichiarato di avere crediti arretrati con la Pubblica Amministrazione e poco più del 10 per cento di averne recentemente recuperato un importo consistente (16,2 per cento nei servizi e 5,4 nell’industria). Come destinazione prevalente dei fondi recuperati, il 4,2 per cento delle imprese indica il finanziamento di nuovi investimenti, quasi il 25 il saldo di passività con fornitori e di pendenti, il 30,3 la riduzione dell'indebitamento bancario.

Il 28,5 per cento delle imprese giudica di aver superato nel corso dell’estate la fase più difficile della congiuntura (31,1 nell’industria e 25,6 nei servizi); circa le aspettative di crescita nei prossimi mesi, quasi il 34 per cento del campione di imprese si attende un solido miglioramento dei propri ritmi produttivi, soprattutto nell’industria (37,8 per cento).

Nell’inchiesta emerge che la quota di imprese che si attendono un solido miglioramento dei propri ritmi produttivi nei prossimi mesi è significativamente maggiore tra quelle che hanno ricevuto il pagamento di crediti arretrati da parte della Pubblica Amministrazione rispetto al resto del campione.

Dinamica dell’occupazione

Non migliorano le attese sulla dinamica dell’occupazione nel breve termine: la quota di imprese che stimano un aumento del numero di addetti nei prossimi tre mesi è rimasta poco al di sotto del 10 per cento; quella delle aziende che ne prefigurano una riduzione è lievemente scesa (23,1 per cento da 24,5 nell’inchiesta precedente).

Le imprese delle costruzioni

Rispetto alla rilevazione di giugno, si è decisamente attenuato il giudizio negativo sulla situazione economica generale del Paese anche da parte delle imprese operanti nel comparto delle costruzioni: il saldo negativo fra valutazioni di miglioramento e di peggioramento si è attestato a circa 35 punti percentuali, dai 61,8 dell’inchiesta precedente; la probabilità assegnata a uno scenario più favorevole nei prossimi tre mesi è lievemente aumentata, salendo dall’8 al 9,4 per cento.

I giudizi sull’andamento della domanda totale dei propri lavori nel trimestre precedente rimangono sfavorevoli e sostanzialmente in linea con quanto dichiarato nell’indagine precedente. Per il 34,2 per cento delle aziende si riscontra un peggioramento, mentre solo l’8,7 per cento riporta un miglioramento. Le valutazioni per il trimestre in corso si sono lievemente deteriorate: il saldo tra giudizi di aumento e di diminuzione è pari a -4,6 punti percentuali (da 0,8 nell’inchiesta precedente).

Peggiorano le attese sulle condizioni economiche in cui operano le imprese del comparto. Il saldo fra gli operatori che si attendono sviluppi favorevoli nei prossimi tre mesi e quelli che ne attendono di sfavorevoli si è portato a -27,6 punti percentuali (da -19,7). Le imprese di costruzioni sono più prudenti di quelle dei comparti industriale e dei servizi anche sull’orizzonte temporale di 3 anni; il 55,1 per cento (da 69,7 dell’inchiesta precedente) si attende condizioni operative migliori, a fronte del 21,8 per cento (da 12,5) che ne anticipa invece un peggioramento.

Il 25 per cento delle imprese di costruzioni dichiara di avere riscosso crediti arretrati da parte della Pubblica Amministrazione. Fra queste, la maggioranza delle imprese (52,7 per cento) dichiara l’intenzione di destinare le somme ricevute alla riduzione della propria esposizione verso il sistema finanziario mentre il 32,6 per cento le utilizzerà per una riduzione dei debiti verso dipendenti o fornitori; solo lo 0,5 per cento destinerà le somme ricevute al finanziamento di nuovi investimenti.

Il 25 per cento delle imprese giudica di aver superato nel corso dell’estate la fase più difficile della congiuntura; circa le aspettative di crescita nei prossimi mesi, poco più del 30 per cento del campione delle imprese di costruzioni si attende un solido miglioramento dei propri ritmi produttivi.

Quanto all’andamento del numero degli addetti nei prossimi tre mesi, le imprese delle costruzioni continuano ad anticiparne una flessione.

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