Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita - marzo 2010, n. 18Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Dal 3 al 20 marzo 2010 si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale Banca d'Italia – Il Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita. Hanno partecipato 473 imprese con almeno 50 addetti, di cui 283 operanti nell’industria e 190 nel settore dei servizi.

I principali risultati

Aspettative di inflazione in Italia e variazione dei prezzi di vendita delle imprese

Le attese sul tasso d’inflazione al consumo per i prossimi dodici mesi sono cresciute all’1,4 per cento, dallo 0,8 della rilevazione di dicembre, sostanzialmente in linea con le previsioni degli analisti professionali sullo stesso orizzonte temporale. Quelle a 24 mesi sono rimaste stabili poco sotto il 2 per cento.

In marzo il ritmo di crescita tendenziale dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo è stato dell’1,4 per cento, in linea con le aspettative delle imprese rilevate dodici mesi fa.

Le imprese hanno dichiarato di aver ridotto i propri prezzi di vendita dello 0,4 per cento nell’ultimo anno, a fronte del leggero aumento (0,1 per cento) registrato nella rilevazione dello scorso dicembre. La diminuzione risulta particolarmente marcata per quelle residenti nelle regioni meridionali (–0,8 per cento) mentre non si riscontrano divari apprezzabili tra settori e classi dimensionali. Per i prossimi dodici mesi le imprese anticipano una revisione al rialzo dei propri listini dell’1,1 per cento, come nel sondaggio precedente. Nei giudizi delle imprese le spinte al ribasso sui prezzi proverrebbero principalmente dalle politiche seguite dai concorrenti e, in misura minore, dalla debolezza della domanda, mentre, rispetto a tre mesi fa, si intensificherebbero le pressioni al rialzo esercitate dal costo del lavoro e delle materie prime.

Valutazioni sulla situazione economica generale

Nel complesso l’indagine conferma per il primo trimestre del 2010 il ridimensionamento delle valutazioni positive sull’attuale quadro congiunturale, già rilevato in dicembre a interruzione del parziale recupero nei mesi estivi. Rispetto allo scorcio del 2009, è aumentata la quota di imprese che riportano un peggioramento delle condizioni economiche generali (al 21,8 per cento da 15,8); tenendo conto di quelle che hanno invece espresso valutazioni di miglioramento (17,7 per cento, da 18,9 di dicembre), il saldo delle opinioni è tornato in territorio negativo per la prima volta dalla scorsa estate (–4,1 punti percentuali da 3,1). Il quadro appare meno favorevole anche per le aspettative sull’evoluzione della situazione economica generale: la percentuale di aziende che esclude la possibilità di un miglioramento per il prossimo trimestre è salita al 33,3 per cento (dal 30,7 di dicembre). Attese cautamente più positive provengono dalle imprese medie e grandi, da quelle localizzate nel Nord Ovest e da quelle che realizzano all’estero più di un terzo del proprio fatturato.

Evoluzione della domanda

Le valutazioni sull’andamento della domanda negli ultimi tre mesi hanno registrato un lieve peggioramento rispetto all’inchiesta di dicembre: la quota di imprese che ne segnalano una diminuzione (25 per cento, da 20,6) è tornata a essere superiore a quella di coloro che ne indicano un incremento (il saldo passa da 3,1 a –1,4 punti percentuali). Il deterioramento si è concentrato fra le aziende orientate esclusivamente al mercato interno, a fronte della conferma di una maggiore vivacità della domanda estera: tra le imprese esportatrici il saldo fra i giudizi di miglioramento e quelli di peggioramento è rimasto ampiamente positivo e in forte crescita rispetto alla passata rilevazione (ora a 23,3 punti percentuali, da 5,2).

Valutazioni delle condizioni operative delle imprese

Le condizioni operative per il secondo trimestre sono attese stabili dal 66,4 per cento delle imprese (dal 73,2 dell’indagine di dicembre); si assottiglia, pur rimanendo negativo, il saldo percentuale tra le aziende che si aspettano un miglioramento e quelle che prevedono un peggioramento (a –0,8 punti percentuali, da –1,9). Rispetto a tre mesi fa, nel giudizio delle imprese risulterebbero in lieve attenuazione le tensioni connesse con l’andamento del costo del lavoro e, in misura più marcata, con le condizioni di accesso al mercato del credito, mentre rimarrebbero pressoché invariate quelle relative ai corsi delle materie prime.

Pur rimanendo ampiamente maggioritaria, è scesa la quota di imprese che attendono un miglioramento delle condizioni operative nei prossimi tre anni (al 68,2 per cento, dal 75,4), a fronte del significativo aumento di quelle che ne prevedono una sostanziale invarianza (la cui incidenza sul totale è ora al 21,9 per cento, dal 13,0 di dicembre). Il saldo rimane ampiamente positivo per tutte le classi dimensionali, i comparti e le aree geografiche di residenza. Come per il quadro economico generale, le valutazioni più prudenti provengono dalle aziende più piccole e da quelle localizzate al Centro e al Sud.

Condizioni per l’investimento

Dopo il recupero nel corso del secondo semestre del 2009, torna negativo il saldo tra il numero di imprese che valutano migliorate nei primi mesi di quest’anno le condizioni per l’investimento e quelle che le considerano peggiorate (–1,8 punti percentuali, da 3,5 di dicembre. La percentuale di coloro che le ritengono invariate si mantiene appena sopra il 70 per cento. Nel meridione, la quota di imprese che dichiara un peggioramento delle condizioni permane circa doppia rispetto alla media nazionale.

Scorte di prodotti finiti

Il numero di aziende che dichiarano di aver ridotto le proprie giacenze fra il terzo e il quarto trimestre del 2009 (37,4 per cento) risulta sensibilmente maggiore di quello di coloro che ne hanno registrato un’accumulazione (21,2 per cento). Tenendo conto dell’andamento corrente e atteso della domanda, il processo di riduzione del magazzino che ha caratterizzato la recente fase recessiva dovrebbe essersi pressoché esaurito: l’82,5 per cento delle imprese ritiene ora adeguato il livello delle scorte, il 12,8 lo giudica abbondante e solo il 4,7 insufficiente.

Condizioni di accesso al credito

Prosegue la riduzione della quota di imprese che registra un inasprimento, rispetto al periodo precedente, delle condizioni di accesso al credito, scesa al 16,2 per cento dal 19,9 di dicembre; nel dicembre 2008 era al 40,6 per cento). A fronte di tale diminuzione è salita al 79,1 (da 74,8) la percentuale di aziende che riscontra una sostanziale invarianza, mentre permane esigua la quota di quelle che segnalano un miglioramento. Oltre che dalle imprese del meridione, le maggiori difficoltà vengono segnalate dal comparto dei servizi.

Dinamica dell’occupazione

Le attese a breve termine sull’occupazione risultano negative per l’ottavo trimestre consecutivo, ma con un’intensità attenuata rispetto all’indagine di dicembre. Il numero di imprese che si aspettano una riduzione del proprio personale nei prossimi tre mesi scende al 19 per cento (dal 28,6), mentre quelle che non prefigurano una variazione nel numero di addetti salgono al 69,7 per cento, dal 61,7. Opinioni leggermente più favorevoli si riscontrano nei soggetti con sede al Centro e nel comparto dei servizi, dove il saldo negativo tra la quota di imprese che prevedono un incremento del numero di occupati e quelle che attendono una diminuzione si è ridotto a meno di due punti percentuali.

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