Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita - dicembre 2008, n. 5Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Dal 3 al 19 dicembre 2008 si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale Banca d’Italia – Il Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita. Hanno partecipato 466 imprese con almeno 50 addetti, di cui 274 operanti nell’industria e 192 nei servizi.

I principali risultati

Variazione dei prezzi di vendita delle imprese

In dicembre le imprese intervistate hanno dichiarato in media di aver aumentato i propri prezzi di vendita dell’1,8 per cento nei dodici mesi precedenti (2,5 per l’industria e 2,6 nel Nord Est), un valore di oltre un punto percentuale al di sotto di quello rilevato in settembre e in linea con le attese formulate dalle imprese stesse nel dicembre 2007 (1,7 per cento). Per i dodici mesi successivi esse programmano un rialzo dello 0,5 per cento, un tasso in sensibile diminuzione rispetto alla scorsa rilevazione (2,4 per cento). Le imprese segnalano che le politiche di prezzo dei concorrenti e, soprattutto per l’industria, l’andamento della domanda eserciteranno un’influenza al ribasso sui propri prezzi.

Aspettative di inflazione al consumo in Italia

Le aspettative su quale sarà il tasso d‘inflazione al consumo in Italia nel dicembre del 2009 sono ora più basse di circa un punto percentuale rispetto all’aspettativa su settembre 2009 rilevata nell’indagine dello scorso settembre. L’aumento atteso dei prezzi al consumo si collocherebbe in media al 2,8 per cento, un livello che si conferma più elevato delle indicazioni dei previsori professionali, plausibilmente riflettendo la tendenza delle imprese a farsi influenzare nelle proprie valutazioni dall’ultimo dato ufficiale di inflazione disponibile al momento delle interviste.

Nel mese di dicembre 2008 il tasso di inflazione al consumo è stato del 2,3 per cento, 0,3 punti percentuali al di sotto delle attese espresse dalle imprese nel dicembre 2007.

Le imprese prevedono sistematicamente che i propri prezzi aumenteranno meno dell’indice generale nel corso dei 12 mesi successivi. Con riferimento al passato, le imprese segnalano di solito incrementi dei propri prezzi inferiori rispetto all'indice generale.

Valutazioni sulla situazione economica generale

Si registra un ulteriore deteriorarsi delle percezioni delle imprese intervistate riguardo alla situazione economica generale, rispetto a quanto rilevato nello scorso settembre: l’87,4 per cento delle imprese ritiene che la situazione economica generale dell’Italia sia peggiorata rispetto a tre mesi fa (contro il 56,1 della rilevazione di settembre), il 12 per cento che sia rimasta invariata, mentre la quota di quelle che ritengono sia migliorata appare trascurabile. Il pessimismo risulta lievemente meno accentuato al Centro, dove il 17,8 per cento delle imprese indica una situazione non peggiorata rispetto a settembre. Per il 70,8 per cento delle imprese, la probabilità che la situazione migliori nei prossimi tre mesi è nulla e per il 23,8 è compresa fra l’1 e il 25 per cento; aspettative lievemente meno pessimistiche si rilevano fra le aziende con almeno 1.000 addetti e fra quelle del Centro.

Valutazione delle condizioni operative delle imprese

Rispetto alla precedente rilevazione aumenta notevolmente la percentuale di imprese che prevedono un peggioramento delle proprie condizioni operative (dal 38 al 66,3 per cento), mentre la quota di imprese che ne prevedono un miglioramento si riduce a livelli assai contenuti (1,5 contro 6,2 per cento della precedente indagine). Il 32,2 per cento delle imprese si attende condizioni invariate nei prossimi tre mesi (era il 55,8 per cento). Il pessimismo è più diffuso tra le imprese meridionali, il 79,5 per cento delle quali si attende un peggioramento per il prossimo trimestre.

Ad influenzare negativamente le prospettive delle imprese sono soprattutto le dinamiche attese della domanda (con intensità crescente rispetto alla scorsa indagine), del costo del lavoro e delle condizioni di accesso al credito (in lieve attenuazione); solo dalle imprese del Mezzogiorno viene segnalato un effetto sfavorevole della variazione dei prezzi delle materie prime.

Le previsioni a tre anni relative alle condizioni economiche in cui opereranno le imprese rimangono complessivamente positive: la quota delle imprese che si attende un miglioramento è pari al 48,7 per cento (era il 48,6 a settembre); il 24,3 per cento (20,4 a settembre) si aspetta invece un peggioramento. La quota che prevede un miglioramento a tre anni è più elevata (oltre il 50 per cento) per le imprese industriali e quelle con almeno 200 addetti, mentre sono relativamente più numerose (27 per cento circa) le imprese che anticipano un peggioramento nel Nord Est e nel Mezzogiorno.

Condizioni per l’investimento

Il 65,6 per cento delle imprese (38,4 a settembre) valuta che le condizioni per investire siano peggiorate rispetto a tre mesi fa; il 25,8 per cento (57,9 a settembre) le giudica invariate; il restante 8,6 per cento (3,7 a settembre) ne indica invece un miglioramento. Rispetto alla precedente rilevazione il saldo negativo passa da 34,7 a 57 punti percentuali. Il giudizio è particolarmente negativo al Centro-Sud, dove solo il 2 per cento delle imprese indica un’evoluzione positiva delle condizioni, rispetto all’11,6 per cento del Nord, e presso le grandi imprese, fra le quali circa il 70 per cento esprime una valutazione negativa.

Condizioni di accesso al credito

Al momento delle interviste, per il 56,6 per cento delle imprese le condizioni di accesso al credito risultano invariate rispetto allo scorso trimestre. Il 40,6 per cento ritiene che siano peggiorate (26,7 per cento nella precedente rilevazione); il 2,8 per cento le considera migliorate (era l’1,5 per cento). Il divario tra i giudizi positivi e negativi, che nel complesso si è ampliato a –37,8 da –25,2 punti percentuali nell’indagine precedente, risulta maggiore tra le imprese del Centro (–49,4) e del Sud (–43), minore nel Nord Est (–26 punti percentuali).

Dinamica dell’occupazione

La quota di imprese che prevede di diminuire l’occupazione nei prossimi tre mesi supera quella che ne attende un incremento (rispettivamente 39,3 e 5,4 per cento). Il saldo tra previsioni al rialzo e al ribasso risulta in peggioramento rispetto alla precedente rilevazione (–33,9 contro –12,7 punti percentuali). Per le imprese con almeno 1.000 addetti il saldo negativo è più contenuto (–17,6 per cento). I giudizi rimangono più sfavorevoli nell’industria rispetto ai servizi.

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