Indagine Sole 24 Ore-Banca d'Italia sulle aspettative di inflazione e crescita - giugno 2003

Il sondaggio ha riguardato un campione casuale di 474 imprese con almeno 50 addetti, estratto dagli archivi della CERVED. Le interviste sono state condotte dalla Poster S.r.l. tra il 19 maggio e l’11 giugno.

Sintesi dei risultati

Inflazione al consumo

In Italia l'inflazione attesa è pari al 2,7 per cento, in lieve calo rispetto alla precedente rilevazione (2,8 per cento). Anche nell’area dell’euro l'inflazione attesa nei prossimi dodici mesi si riduce attestandosi al 2,1 per cento (contro il 2,3 per cento rilevato a marzo). Rispetto al primo trimestre del 2003, il differenziale del tasso di inflazione atteso in Italia e nell'area dell'euro si è dunque ampliato di un decimo di punto percentuale. Le imprese di maggiori dimensioni presentano aspettative di un rialzo dei prezzi al consumo più contenute rispetto alla media e un differenziale di inflazione tra Italia e area dell'euro inferiore.

Variazione dei prezzi di vendita delle imprese

L’aumento medio atteso dei prezzi delle imprese intervistate per i prossimi 12 mesi, pari allo 0,3 per cento, è influenzato dalla presenza di alcuni valori anomali. Le stime ottenute utilizzando stimatori robusti confermano comunque una certa debolezza nella crescita attesa dei prezzi praticati dalle imprese, che non raggiungerebbe il punto percentuale sul totale del campione, in forte diminuzione rispetto alla precedente rilevazione (1,5 per cento) e inferiore al tasso di inflazione al consumo previsto per lo stesso periodo (2,7 per cento). Questo forte rallentamento della dinamica dei prezzi di vendita è influenzato in particolare dalle variazioni negative attese dalle imprese di maggiori dimensioni. Tra i fattori che influiscono sui prezzi praticati dalle imprese intervistate, nessuno in particolare sembra avere un impatto di rilievo. Per tutti il punteggio medio, in valore assoluto, non supera 1 (“modesto”). Le imprese individuano tra i fattori alla base di un rialzo dei prezzi l'andamenti del costo del lavoro; all'opposto la dinamica della domanda, dei prezzi delle materie prime e l'apprezzamento dell'euro non parrebbero sostanzialmente influire sulle variazioni dei listini.

Andamento dell'attività e del fatturato

Negli ultimi tre mesi, quasi la metà delle imprese che hanno partecipato all'indagine - e in particolare le unità localizzate al Nord ovest o al Centro e operanti nei servizi non commerciali - non ha rilevato alcuna variazione nel proprio livello di attività. Il 32,9 per cento delle imprese intervistate ha visto accrescere l'attività complessiva (soprattutto le imprese operanti nel settore del commercio e quelle localizzate nel Nord est), mentre il 19 per cento ha subìto una contrazione (più accentuata per le imprese manifatturiere e per quelle nella classe di addetti 200-999). Per i prossimi tre mesi, il 51,3 per cento delle imprese si attende che il livello della propria attività rimanga invariato, il 37,1 per cento che tale livello aumenti e il rimanente 11,6 per cento che diminuisca. Le imprese localizzate al Nord est e quelle operanti nel settore del commercio risultano più ottimiste circa l'andamento della propria attività. Il tasso di crescita atteso del fatturato per il 2003 risulta del 4,2 per cento in termini nominali, un valore inferiore a quello registrato nel primo trimestre del 2003 (5,9 per cento). La crescita attesa del fatturato risulta più contenuta per le imprese nella classe di addetti 200-999, mentre appare più sostenuta per le imprese operanti nel commercio.

Intenzioni di investimento

Rispetto a tre mesi fa, la maggior parte delle imprese intervistate non ha modificato i propri piani di investimento (60,3 per cento). Fra le imprese che li hanno modificati prevale una tendenza al ribasso (25,8 per cento). Una revisione al rialzo delle intenzioni di investimento si registra fra le imprese del commercio; una revisione al ribasso sembra caratterizzare in particolare le imprese di grandi dimensioni e le unità localizzate nel Centro. La decisione delle imprese di aumentare i propri investimenti, è determinata soprattutto da fattori tecnologici e dall'evoluzione della domanda. Al contrario, il contenimento dei piani di investimento viene imputato in particolare al deterioramento della domanda e alle difficoltà nel reperire le risorse finanziarie.

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