Indagine Sole 24 Ore-Banca d'Italia sulle aspettative di inflazione - marzo 2000

Il sondaggio ha riguardato un campione casuale di 304 imprese con almeno 50 addetti, estratto dagli archivi della CERVED. Le interviste sono state condotte dalla Poster S.r.l. nel mese di marzo.

Sintesi dei risultati

Inflazione al consumo in Italia

Aspettative in lieve crescita sia rispetto al dato consuntivo di gennaio 2000 (dal 2,2 al 2,5 per cento in tutti gli orizzonti considerati) sia rispetto alla scorsa rilevazione di dicembre.

L’aumento nei prezzi delle materie prime continua ad essere indicato come fattore determinante sulle aspettative di crescita dei prezzi in Italia.

Inflazione al consumo nell’area dell’euro

Aspettative in lieve crescita sia rispetto al dato consuntivo di dicembre 1999 (dall'1,7 all'1,9 per cento a 6 mesi e al 2 per cento oltre questo orizzonte temporale) sia rispetto alla scorsa rilevazione di dicembre.

Il limite superiore dell’intervallo di previsione del tasso di inflazione nell’area dell’euro supera il 2 per cento.

Il differenziale di inflazione atteso Italia-UEM (tra lo 0,6 e lo 0,5 per cento) è rimasto pressoché immutato rispetto alla rilevazione di dicembre.

Le imprese di maggiori dimensioni e quelle localizzate nel Sud e Isole presentano aspettative di un rialzo dei prezzi al consumo, sia per l'Italia che per i paesi dell'area dell'euro, più contenute rispetto alla media. Con riferimento alla sola Italia le imprese di maggiori dimensioni si attendono un lieve rallentamento dell’inflazione nell’orizzonte di previsione.

L’aumento medio atteso nei prossimi 12 mesi dei prezzi praticati dalle imprese intervistate (+1,8 per cento) risulta essere inferiore al tasso di inflazione al consumo previsto per lo stesso periodo (+2,5 per cento).

I prezzi attesi praticati dalle imprese intervistate appaiono crescere più debolmente per le imprese manifatturiere e quelle di maggiori dimensioni.

Il tasso di crescita atteso del fatturato in termini nominali per i prossimi 12 mesi si attesta sul 7,7 per cento, con un aumento superiore nel Nord ovest (+9,4 per cento).

Metà delle imprese intervistate assegna un ruolo ragguardevole alla debolezza dell'euro sulla ripresa della dinamica dei prezzi interni. Nella valutazione delle imprese esportatrici l'impatto dell'indebolimento dell'euro sulla loro competitività non sarebbe stato nel complesso molto rilevante.

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