N. 2 - L'economia della Valle d'AostaRapporto annuale

Il quadro macroeconomico e le prospettive a breve

Nel 2021 l'economia della Valle d'Aosta è tornata a crescere; il prodotto interno lordo, in base alle stime di Prometeia, sarebbe aumentato a un ritmo sostanzialmente in linea con quello medio nazionale, non recuperando tuttavia totalmente il forte calo registrato nel 2020. La ripresa si è avviata solo a partire dall'estate, a seguito dell'allentamento delle misure di contenimento della pandemia, che hanno inciso sull'attività economica della regione per un periodo più esteso rispetto alla media nazionale (cfr. L'economia della Valle d'Aosta, Banca d'Italia, Economie regionali, 2, 2021). Le restrizioni, protrattesi fino al mese di maggio dello scorso anno, hanno influenzato soprattutto i comparti del turismo e del commercio, da cui dipende in misura rilevante l'economia locale, i cui livelli di attività, nonostante la ripresa, si mantengono ancora su valori più contenuti rispetto a quelli antecedenti la pandemia.

Le prospettive di ripresa si sono deteriorate a partire dalla fine dello scorso anno a seguito del forte rincaro delle materie prime, soprattutto energetiche, che insieme alle accresciute tensioni geopolitiche internazionali hanno aumentato il livello di incertezza e influito negativamente sulle aspettative di imprese e famiglie. Le tensioni connesse con la guerra in Ucraina esercitano sull'economia regionale principalmente effetti indiretti, grazie alla limitata esposizione verso i paesi interessati dal conflitto in termini sia di interscambio commerciale sia di flussi turistici. Le ricadute della crisi energetica, pur potenzialmente molto rilevanti in relazione al peso in regione di settori altamente energivori, sono mitigate dalla produzione locale di energia da fonti rinnovabili, in grado di soddisfare ampiamente il fabbisogno delle imprese e delle famiglie valdostane.

Le imprese

L'attività industriale si è rafforzata, soprattutto nel corso del secondo semestre del 2021, sospinta sia dalla domanda interna sia da quella estera. Le esportazioni sono cresciute a ritmi sostenuti, raggiungendo valori di poco superiori a quelli antecedenti la pandemia. L'accumulazione di capitale è rimasta contenuta e inferiore alle previsioni formulate a inizio anno; parte della spesa non effettuata verrebbe recuperata nel 2022. Il rinvio dei piani di investimento e l'elevata incertezza hanno contribuito ad alimentare l'espansione dei depositi detenuti dalle imprese presso le banche.

Nelle costruzioni è proseguito il recupero in atto dal secondo semestre del 2020. L'attività ha continuato ad aumentare sia nella componente residenziale, trainata dalle ristrutturazioni, sia nel comparto delle opere pubbliche, beneficiando dell'ulteriore crescita della spesa per investimenti delle Amministrazioni locali.

Il comparto turistico, dopo un inizio d'anno in cui sia gli arrivi sia le presenze si erano quasi azzerati, ha mostrato segnali di ripresa: a partire dall'estate, la componente italiana è ritornata sui valori del 2019; con l'avvio della stagione turistica invernale, che include i primi mesi del 2022, si è assistito a una ripresa significativa anche del turismo estero. Tuttavia, nel complesso del 2021, il numero di pernottamenti è risultato ancora di molto inferiore ai valori precedenti la pandemia.

L'andamento dei prestiti alle imprese, nel complesso in crescita, è stato eterogeneo tra settori e nel corso dell'anno. I finanziamenti concessi ai comparti della manifattura, delle costruzioni e dei servizi hanno continuato ad aumentare a ritmi elevati nel primo semestre, per poi rallentare nei mesi successivi; i prestiti al comparto energetico, che ha in regione un peso rilevante, dopo essersi contratti per quasi tutto il 2021, hanno mostrato una repentina inversione di tendenza nella parte finale dell'anno. Nei primi mesi del 2022 i finanziamenti alle imprese hanno ulteriormente accelerato, trainati dai comparti manifatturiero ed energetico.

La qualità dei prestiti è solo lievemente peggiorata; vi hanno contributo gli interventi pubblici insieme alla ripresa economica delineatasi nel corso dell'anno. Tra le aziende che hanno utilizzato gli strumenti di sostegno al credito, l'incidenza di quelle maggiormente rischiose è risultata più elevata tra i prenditori che alla fine del 2021 stavano ancora facendo ricorso alle moratorie; il loro peso sul totale dei prestiti rimane comunque molto contenuto. L'ammontare dei finanziamenti deteriorati nei bilanci delle banche, che continuano a essere caratterizzati da elevati tassi di copertura e da una significativa incidenza delle garanzie, sono calati in rapporto ai crediti complessivi, beneficiando di un sostenuto ricorso delle banche a operazioni di cessione e stralcio.

Il mercato del lavoro e le famiglie

Le condizioni del mercato del lavoro, che si erano significativamente deteriorate a seguito dell'emergenza sanitaria, sono progressivamente migliorate a partire dal secondo trimestre del 2021. Nella media dell'anno il numero di occupati è risultato tuttavia ancora inferiore ai livelli del 2019. Per i lavoratori autonomi, più fortemente colpiti dagli effetti della crisi, l'occupazione ha continuato a flettere, mentre è risultata in lieve ripresa per i lavoratori dipendenti, soprattutto nella componente a termine.

Il reddito delle famiglie è tornato ad aumentare, beneficiando anche delle misure di sostegno pubblico. Ciò ha favorito un ritorno alla crescita dei consumi, che si erano ridotti in misura molto marcata nel corso del 2020. Il recupero dei livelli pre-pandemici è stato tuttavia solo parziale. La ripresa dei consumi si è riflessa sui depositi bancari detenuti dalle famiglie che, pur continuando a espandersi, hanno ampiamente rallentato.

Nell'ultima parte dell'anno, il rialzo dei prezzi dei beni e dei servizi ha inciso sul potere d'acquisto delle famiglie, colpendo maggiormente i nuclei familiari con livelli di consumo complessivi più bassi. Il deterioramento del clima di fiducia delle famiglie potrebbe influire negativamente sulla propensione al consumo per l'anno in corso.

Con il miglioramento del quadro economico, anche i prestiti alle famiglie sono tornati ad aumentare a ritmi elevati. L'espansione è stata sostenuta principalmente dai mutui per l’acquisto di abitazioni; il contributo del credito al consumo, sebbene in crescita, è risultato ancora contenuto. Nonostante l'accelerazione dei prestiti, l'incidenza del debito delle famiglie rispetto al reddito è solo lievemente aumentata, grazie al miglioramento delle condizioni reddituali. L'indicatore ha continuato a mantenersi su livelli molto contenuti e marcatamente inferiori rispetto a quelli medi nazionali. La qualità del credito, pur mostrando un peggioramento, è rimasta su livelli superiori a quelli registrati in precedenti episodi di crisi; vi hanno influito gli interventi pubblici a favore delle famiglie.

La finanza pubblica decentrata

La spesa corrente primaria degli enti territoriali valdostani ha continuato ad aumentare, sospinta dagli acquisti di beni e servizi e, in minor misura, dalla spesa per il personale; l'andamento riflette soprattutto i maggiori oneri del comparto sanitario per il contrasto della pandemia. I trasferimenti a famiglie e imprese, cresciuti significativamente nel 2020, si sono ancora rafforzati; in termini pro capite risultano di entità molto superiore al dato medio nazionale.

Anche la spesa in conto capitale è aumentata, riflettendo principalmente i più elevati investimenti fissi. Un ulteriore impulso alla spesa in conto capitale potrà venire nei prossimi anni dalle risorse messe a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). In ambito sanitario la regione ha ricevuto fondi finalizzati alla realizzazione di strutture per l'assistenza territoriale e per il rafforzamento tecnologico e digitale.

L'andamento delle entrate ha continuato a essere influenzato dai fondi statali aggiuntivi assegnati alla regione per fronteggiare le ricadute dell'emergenza sanitaria. Particolarmente rilevanti sono stati i ristori volti a compensare il minor gettito legato al settore turistico.

All'inizio del 2021 tutti gli enti territoriali della Valle d'Aosta hanno registrato un avanzo di bilancio. Dal 2020 l'avanzo può essere utilizzato non solo per effettuare investimenti, ma anche per la copertura di spese correnti connesse con l'emergenza pandemica.

Il debito delle Amministrazioni locali valdostane ha continuato a calare, portandosi alla fine del 2021 su valori pro capite in linea con la media nazionale.

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